Raicinema tra Tarantino e Scorsese, commedie e letteratura
Ventotto nuovi titoli per la stagione 2015/2016. Tanta Italia con Bellocchio, Andò, Tornatore, il nuovo Pif, Comencini, Ozpetek, opere prime e seconde. E tanta letteratura a cominciare da “Suburra”…
È il listino delle “prime volte” questo del 2015/2016 di Raicinema che porterà in sala ben 28 nuovi film con 01, la consociata Rai che è diventata “la prima realtà distributiva italiana” a detta dell’orgoglioso amministratore delegato Paolo Del Brocco.
Sarà la prima volta con 01 per Giuseppe Tornatore di cui vedremo La corrispondenza, con Jeremy Irons e Olga Kurylenko impegnati in un dramma sentimentale pieno di sensi di colpa e ossessioni. E la prima volta – questo è il “colpaccio” – di Quentin Tarantino, col suo nuovo attesissimo western The Hateful Eight in uscita da noi a inizio 2016 e negli Usa il 23 dicembre. Top secret assoluto sul film di cui non è stato mostrato alcun trailer per volontà dello stesso autore.
In sala per 01, poi, la consueta valanga di commedie, quest’anno però più agrodolci e rivolte al sociale, assicurano (Io che amo solo te di Marco Ponti, Un paese quasi perfetto di Massimo Gaudioso, il ritorno di Pif con In guerra per amore, quello di Siani, Albanese, Pieraccioni e Sydneney Sibilla), più quella di un grande autore come Peter Bogdanovich (Tutto può accadere a Broadway). Ancora il cinema d’autore italiano col nuovo film di Marco Bellocchio (Sangue del mio sangue), Cristina Comencini (Non ti avevo visto bene), Roberto Andò (Le confessioni, ma nulla a che vedere con quelle di Sant’Agostino!), Paolo Virzì (La pazza gioia) e Ferzan Ozpetek (Rosso Istambul).
Ma, soprattutto, l’adattamento di Suburra firmato da Stefano Sollima. Si tratta del celebre romanzo di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo (Einaudi) che già nel 2013 raccontava i funesti scenari di corruzione totale portati al “disonore delle cronache” dall’inchiesta “Mafia capitale”. Una sorta di seguito ideale del precedente Romanzo criminale, sempre del giudice De Cataldo che, dopo la fortunata trasposizione cinematografica firmata da Michele Placido, Stefano Sollima ha adattato per il piccolo schermo.
Dal teatro, invece, arriva Gli ultimi saranno i primi, fortunata pièce di Massimiliano Bruno di qualche stagione fa, che il regista porta sul grande schermo con la stessa protagonista: Paola Cortellesi. È lei l’operaia precaria che, licenziata alla vigilia del parto, decide, maldestramente, di prendere in ostaggio la sua “padrona” per riavere indietro il suo impiego. Nel film affiancano la protagonista Fabrizio Bentivoglio e Alessandro Gassman.
Tanta letteratura, poi, alla base dei maggiori titoli stranieri. A cominciare dal nuovo e atteso Martin Scorsese (entrato a far parte del consiglio direttivo del festival del Cinema Ritrovato di Bologna), un progetto rincorso dal regista di Taxi Driver da oltre vent’anni, che gli è costato anche una querelle giudiziaria con Vittorio Cecchi Gori in veste di produttore. È Silence (nella foto) dal capolavoro di Shusaku Endo, considerato il Graham Greene giapponese, edito in Italia da Corbaccio.
Una storia ambientata a Nagasaki nel 17esimo secolo. Qui, come riporta la sinossi del libro, “l’indomito padre gesuita Cristóvão Ferreira, che da anni si batte in Giappone per diffondere il cristianesimo, ha rinnegato la vera fede ed è diventato un apostata: questa è la notizia sconvolgente che giunge a Roma. La Compagnia del Gesù decide allora di inviare in Oriente due giovani fratelli, Sebastião Rodrigues e Francisco Garrpe per compiere un’indagine all’interno della chiesa locale. I due gesuiti però, partiti pieni di ideali e di entusiasmo, si scontrano ben presto con la dura realtà del Giappone dei Tokugawa e delle persecuzioni. I sospetti cristiani vengono costretti dalle autorità giapponesi a calpestare immagini sacre: chi si rifiuta viene torturato e ucciso, mentre chi accetta viene deriso e costretto a vivere ai margini della società, rifiutato tanto dalla comunità cristiana quanto dai giapponesi. La vita in Giappone si fa sempre più difficile per Rodrigues che ora vive in prima persona le persecuzioni e che finisce, evangelicamente, per essere tradito dall’amico Kichijiro, il suo Giuda, mentre implora Dio di rompere il suo silenzio». Il film ha tra i suoi protagonisti Liam Neeson, Andrew Garfield e Adam Driver, coppa Volpi a Venezia per Hungry Hearts di Saverio Costanzo.
Sempre nel 17esimo secolo è ambientato anche Tulip Fever dell’inglese Justin Chadwick (Mandela, L’altra donna del re), con Christoph Waltz, Alicia Vikander, Dane DeHaan e Judi Dench. Un dramma passionale in costume ispirato all’omonimo bestseller di Deborah Moggach, celebre scrittrice e sceneggiatrice inglese (suoi l’adattamento di Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen per il film di Joe Wright e Marigold Hotel con sequel dai suoi omonimi romanzi), tradotto in Italia da Garzanti col titolo, Il sogno dei tulipani.
Come si legge nella sinossi del libro la storia si svolge “nella Amsterdam del 1636, animata dal culto del denaro e da quello della bellezza, tra le botteghe dei commercianti e dei pittori più straordinari, gli speculatori spingono alle stelle il prezzo dei bulbi di tulipano. Pare facilissimo arricchirsi senza fatica, e la città palpita di nuove e attraenti possibilità.
Cornelis Sandvoort, un ricco e maturo mercante, decide di commissionare il ritratto della sua sposa, la bella Sophia, a un promettente pittore dallo straordinario talento, Jan van Loos. È un incontro fatale, segnato da una sensualità travolgente ma anche dai mille pericoli che i due amanti dovranno affrontare, nel clima surriscaldato di un’euforia finanziaria al limite della follia”.
Conclude l’elenco dei film targati 01 ispirati ai romanzi, Legend, dello statunitense Brian Helgeland, già premio Oscar per la sceneggiatura di L.A. Confidential, dall’omonimo romanzo di James Ellroy.
Qui il testo di riferimento è Profession of Violence: Rise and Fall of the Kray Twins, inedito in Italia, dello scrittore britannico John Pearson, celebre biografo di Ian Fleming, il papà di James Bond.
Con Tom Hardy nel doppio ruolo dei gemelli Kray del titolo del romanzo, il film racconta l’ascesa criminale di questi due personaggi alla testa della malavita londinese negli anni ’50 e ’60. Tanta azione e violenza.
Gabriella Gallozzi
Giornalista e critica cinematografica. Fondatrice e direttrice di Bookciak Magazine e del premio Bookciak, Azione!. E prima, per 26 anni, a l'Unità.
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