Se abbiamo da perdere solo le nostre “Catene”. Il felice esordio collettivo degli allievi della Scuola Volontè
Presentato nella sezione indipendente Alice nella città, nella cornice della Festa del Cinema di Roma, Catene è il film a episodi dei diplomandi della Scuola di CInema Gian Maria Volonté di Roma. Cinque episodi che frugano nelle sofferenze con empatia, fuggendo l’omologazione…
Sono storie di Catene, che infatti è anche il titolo, il film a episodi che le alunne e gli alunni della Scuola di Cinema Volonté di Roma hanno portato alla Festa del Cinema con Alice nella città. Senza bastonate e chirurgia sperimentale per fortuna, con buona pace di Lucio Dalla.
Catene intese come legami, alcuni faticosi, altri dolorosi, altri ancora magari più fugaci. Una sorta di puzzle, composto di personaggi incastrati tra loro in episodi che a volte si incastrano anche a livello narrativo.
Raccontano universi non facili. L’essere genitori di persone con patologie mentali, i tumori, la miseria che costringe a una vita senza sogni, la tossicodipendenza, il lutto. Tutti mondi a cui la cinepresa si rivolge sempre con poca empatia, di cui invece queste ragazze e ragazzi si fanno forti.
Dietro la macchina da presa ci sono infatti i diplomandi della classe di regia della Scuola. Davanti invece emergenti e volti noti, tra cui Marco Mazzocca ed Elena Radonicich. Nonché i giovani registi stessi, presenti in qualche cameo.
Regista del primo episodio è Lorenzo Vitrone, già vincitore del nostro Bookciak, Azione! nel 2021. Mentre i restanti quattro sono diretti, nell’ordine, da Flavio Santandrea, Anna Coccoli, Lorenzo Nuccio e Matteo Giampetruzzi.
Dalla Volonté viene anche il comparto tecnico, dalla fotografia (firmata da Giulia Reggio, Giuliano Cipollone, Filippo Loccioni, Giovanni Cosmo e Quattro) al sonoro (curato in presa diretta da Francesco Ramón Franco).
Colpisce la maturità del film nel suo complesso e delle piccole sequenze che lo compongono nello specifico. Soprattutto di grande auspicio è la fuga dall’omologazione, visiva e contenutistica, che troppo spesso imbraca il cinema italiano.
Catene non è certo un film allegro, ma a suo modo è incoraggiante. Cinque episodi su un presente tetro che però non nasconde una vista sul futuro, magari, se vogliamo, un poco più roseo.
Tobia Cimini
Perditempo professionista. Spende il novanta percento del suo tempo leggendo, vedendo un film o ascoltando Bruce Springsteen. Nel restante dieci, dorme.
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