Se “Il Maestro e Margherita” si ritrova nella guerra in Ucraina. Arriva in sala il film caso
In sala dal 19 giugno (per Be Water) un nuovo adattamento (il settimo al cinema) de “Il Maestro e Margherita” per la regia di Michael Lockshin, autore americano di origini russe. Il grande classico di Michail Bulgakov è riletto con qualche licenza rispetto alla trama del libro ed introduce nella storia d’amore tra lo scrittore e Margherita molti riferimenti alla vita dello stesso Bulgakov. Frutto di una cooproduzione russo-americana il film, all’indomani dell’invasione dell’Ucraina, ha subito un brusco arresto, mentre il regista criticando la svolta autoritaria di Putin, si è tirato addosso l’ira del regime. Eppure è diventato un caso vincendo premi e sollevando anche un’interrogazione alla Duma …
Esce nelle sale italiane il film che irride il regime di Putin, ed è stato campione d’incassi della stagione passata in Russia. Anche per questo, forse, è diventato un caso: alla Duma c’è stata persino un’interrogazione per sapere chi ha deciso di finanziarlo.
E dire che si tratta della versione cinematografica de Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov (FeltrinellI 2014), un classico dell’inizio del secolo scorso, tra i libri più amati dai russi: alcune frasi sono ancora in uso nella lingua parlata. Ha persino vinto dei premi, anche se il nome del regista Michael Lockshin, non è stato mai nominato, cancellato come succedeva un tempo. Quando qualcuno cadeva in disgrazia, semplicemente scompariva.
La trama con qualche licenza è quella del libro: la storia d’amore tra il Maestro, uno scrittore anarchico e squattrinato nella Mosca degli anni 30, e Margherita, una donna sposata. Lui ha scritto su Ponzio Pilato, viene censurato e finisce nei guai, incontra, Woland il diavolo, incuriosito dal paese dei senza Dio e tutta la storia comincia a prendere una piega imprevedibile.
Dura due ore e mezzo, ha un’andatura onirica e grottesca e introduce nella storia d’amore tra lo scrittore e Margherita molti riferimenti alla vita di Bulgakov. Ha raccontato il regista a Lampoon magazine: “Cercavamo influenze diverse per ogni scena. Alcune parti sono state ispirate dal Brasile. Per le scene totalitarie, abbiamo preso spunto da Il conformista.”
Nelle riprese all’aperto si vedono i massicci lavori in corso in tutta la città: rendono bene la surreale potenza degli apparati moscoviti. L’ospedale psichiatrico sembra una nave spaziale. L’ossessione di Bulgakov (figlio di uno studioso delle religioni) per la rinuncia di Ponzio Pilato è la stessa del Maestro, nei confronti dei suoi amici: nonostante siano disposti a rinunciare a sé stessi per un appartamento più spazioso, o semplicemente non cadere in disgrazia, finiscono lo stesso nel tritacarne della repressione. Tanto vale vivere.
Questa versione dell’opera di Bulgakov (la settima al cinema oltre a due serie televisive) ha avuto una vita particolarmente complicata, rispetto alle precedenti, specchio degli anni che stiamo vivendo. Nato da una collaborazione tra gruppi russi e americani, all’indomani dell’invasione dell’Ucraina il distributore americano si è ritirato e il film è finito in un congelatore con la prospettiva di non uscirne più.
In un modo o nell’altro, visti anche i costi, (17 milioni di dollari, nove dei quali provenienti da Mosca) nel gennaio 2024 è stato presentato in Russia. Ed è stato un successo. Peccato che nel frattempo il regista avesse fatto pubbliche dichiarazioni contro l’invasione dell’Ucraina e la svolta autoritaria di Putin. Il Post ha riportato il parere di Trofin Tatarenkov, di Spuntnik che ha definito il regista “Una feccia, nemico del popolo”, e nei siti dei nazionalisti le minacce sono ancora più esplicite.
Il regista, Michael Lockshin, ha 44 anni è americano e viene dal mondo della pubblicità, aveva alle spalle un solo lungometraggio Pattini d’argento quando l’hanno chiamato per dirigere il Maestro e Margherita. La sua è una storia molto particolare, i nonni erano ebrei russi, emigrati in America, il padre un biochimico comunista. Anche la madre era un’attivista. Nell’ottobre 1986, nell’era di Gorbachov e della Perestroika, la famiglia Lockshin decise di trasferirsi dal Texas in Unione sovietica, piena di speranze.
Una scelta controcorrente che procurò alla famiglia una non richiesta popolarità: la televisione sovietica sfruttò la loro “defezione” a scopri propagandistici. Michael aveva 5 anni quando lasciò Houston per Mosca e 10 quando l’Unione Sovietica si sciolse. Ed è qui che il regista è cresciuto e ha studiato, ha viaggiato molto tra Europa e Stati Uniti, ha lavorato in ambito commerciale in Germania, Polonia, Ucraina, Russia.
Erano anni di grandi cambiamenti. Oggi vive a Los Angeles, parla perfettamente sia l’americano che il russo. Michael non racconta volentieri la storia della sua famiglia “Non è mai stato il mio biglietto da visita. Non volevo che facesse parte della mia identità principale.” In un’intervista al Los Angeles Times spiega che non è stato sempre facile essere l’unico studente americano della scuola di Mosca ma riconosce: “non sarei quello che sono oggi se non fosse successo.”
C’è questa scena verso il finale del film: Mosca brucia, Woland, il diavolo in azione nel primo paese ateo del mondo osserva le fiamme dall’alto e dice: “Che città interessante, poi guardando il fumo che copre la capitale sovietica cita dal romanzo: “Le tenebre venute dal mar Mediterraneo coprirono la città odiata dal procuratore”, e uno dei suoi aiutanti, aggiunge “Messere, a me piace molto Roma”. “Andiamo” rispondono gli altri.
Adesso che il Maestro e Margherita arriva in Italia distribuito da Medusa per un attimo sogni che ci sia ancora l’Estate romana per vedere l’incendio di Mosca tra le colonne del Foro. C’è modo migliore di godersi la più potente messa alla berlina di quella burocrazia tirannica che rinasce ogni volta dalle sue ceneri, se non dai ruderi della città eterna?
Carla Chelo
Giornalista. Ha lavorato all'Unità, al settimanale Diario e in tv (Mediaset). Ha scritto un paio di libri insieme a un'amica, Alice Werblowsky e da sola una guida sul verde in città: "Milano, Parchi e giardini", Touring club italiano.
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