Se la cultura è dentro un ginko biloba. La (magnifica) lezione siciliana del Goethe di Peter Stein
Passato al TorinoFilmFest, “Sulle tracce di Goethe in Sicilia”, il bellissimo documentario di Peter Stein. Il doc ripercorre le tappe del viaggio siciliano dello scrittore e poeta geniale, comparando passato e presente, senza alcun facile moralismo. E persino in questa situazione che rende il viaggio fisicamente arduo se non impossibile, le parole di Goethe ci vengono in soccorso, ricordandoci che: “Le situazioni sono simboliche; è una debolezza degli uomini d’oggi trattarle analiticamente e dissolverne con ciò la magia”. Sta a noi, insomma, non sprecarla …
Per provare a immaginare la grandezza di Goethe, possiamo rileggere le parole di un altro grandissimo scrittore, Hugo von Hofmannsthal: “Noi non abbiamo una letteratura moderna. Abbiamo Goethe e appendici”.
Non soltanto uno scrittore e un poeta geniale, ma un gigante che ha operato nei campi del sapere più disparati, dalla botanica, alla mineralogia, un intellettuale che con la sua teoria dei colori ha affascinato e influenzato artisti decisivi come Turner. E questo, appunto, per restare fuori dall’ambito letterario.
Sulle tracce di Goethe in Sicilia, il bellissimo documentario di Peter Stein, (produce Rino Sciarretta per Zivago) presentato al TFF nella Sezione TFFDoc/Paesaggio, ripercorre tappa dopo tappa il viaggio che Goethe intraprese il 2 aprile del 1787, sbarcando a Palermo in compagnia dell’artista Christoph Heinrich Kniep, che seguì Goethe durante tutto il suo viaggio in Italia, e grazie alle cui opere, Peter Stein, è in grado di effettuare numerose comparazioni tra il passato e il presente, sottolineando le caratteristiche immutate e quelle che il tempo ha invece trasfigurato.
Questo parallelismo continuo, che in mani poco esperte o poco talentuose finirebbe con lo svelare intenti moralistici – contrapponendo la purezza del passato alla decadenza del presente – grazie al talento di Stein e alla sua conoscenza e familiarità con l’opera di Goethe, finisce invece con l’offrire un tributo luminoso e privo di retorica, mettendosi alla ricerca, esattamente come Goethe secoli prima, di quella stessa sostanza prima, di quella forza generatrice che dal mondo ellenico si era spostata in Sicilia.
Dato che per Goethe si trattò di un viaggio fondamentale, poiché arrivava a sancire un rinnovamento profondo a seguito di una crisi personale e artistica altrettanto profonde, anche il documentario si pone l’obiettivo di non tralasciare alcun particolare, alcune dettaglio.
E non per pedanteria, ma al contrario, perché proprio nei dettagli è possibile rintracciare lo sforzo enorme compiuto da Goethe e gioire assieme a lui per i risultati ottenuti. Ad esempio l’incredibile effetto che la visione di un ginko biloba osservato nei giardini botanici di Palermo ebbe su di lui, la convinzione febbrile, contagiosa, che traspare dalle sue pagine in cui si dice convinto di aver trovato la forma vegetale primaria, da cui tutte le altre provengono. Come non intravedere un tentativo che va al di là del mondo botanico, come non avvertire l’esigenza assoluta di trovare il punto comune da cui noi tutti proveniamo? La sorgente della nostra cultura?
Ma durante il viaggio a dorso di mulo o di asina, che porta i due grandi artisti tedeschi da Palermo fino a Catania, ciò che più di tutto colpisce è la trasformazione stessa di Goethe. La sua ritrosia iniziale ad accettare la visione del tempio di Segesta, perché molto probabilmente la realtà non soddisfaceva la visione ideale che si era costruito nel tempo, lascia gradualmente spazio ad una piena accettazione e infine ad una vera e propria epifania. Il paesaggio siciliano ancor più dei manufatti antichi sembrano aiutarlo a leggere, e in un certo senso assorbire definitivamente, i testi a lui più cari, come quelli di Omero. La lettera che Goethe scrive a questo proposito è incredibilmente toccante, e come tutte le grandi creazioni, resta attuale oggi come lo era all’epoca.
Aiutato nel suo viaggio da numerosi esperti chiamati a far luce sui poliedrici interessi di Goethe, Peter Stein segue le orme di un autore che ha indagato per gran parte della sua lunga carriera di uomo di teatro, e lo fa con passo leggero e partecipe, mettendo nello spettatore una gran voglia di leggere e viaggiare. Persino adesso, persino in questa situazione che rende il viaggio fisicamente arduo se non impossibile, le parole di Goethe ci vengono in soccorso, ricordandoci che: “Le situazioni sono simboliche; è una debolezza degli uomini d’oggi trattarle analiticamente e dissolverne con ciò la magia”.
La magia è sempre a disposizione, nella memoria, nei testi, nelle immagini, nella luce, negli scorci in apparenza più ordinari, sta a noi non sprecarla.
Orso Tosco
Scrittore. Nato il 24 Dicembre del 1982, ha esordito nel 2018 con il romanzo "Aspettando i Naufraghi" (Minimum Fax) e nel 2019 con la raccolta di poesie "Figure Amate" (Interno Poesia).
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