Segreti e bugie e stragi di stato. “La strategia dell’ombra” di Paolo Di Reda li racconta come un romanzo

L’ultimo romanzo di Paolo Di Reda, “La strategia dell’ombra” (Nolica edizioni 2022) si occupa dei difficili anni 70-80 in cui storia politica e vicende private dei personaggi s’intrecciano. È l’Italia che ha visto stragi di Stato e progetti falliti di golpe militare, che ha visto emergere e poi rientrare nel sottosuolo personaggi legati a Gladio e alla P2, alle Brigate Rosse e all’assassinio di Aldo Moro, alla Cia e ai servizi segreti. Un magma molto denso che varca di gran lunga i nostri confini ed offre ottimo materiale per una serie televisiva …

Con La strategia dell’ombra (Nolica edizioni 2022), Paolo Di Reda, scrittore di romanzi e sceneggiature (Salvatore. Questa è la vita), per 27 anni responsabile della comunicazione Anica, torna a occuparsi di uno dei periodi più bui del nostro recente passato, quegli anni 70-80 che ancora si portavano dietro i veleni del dopoguerra.

Lo fa intrecciando storia politica e vicende personali dei protagonisti, alcuni dei quali sono frutto di fantasia e altri appartengono alla nostra memoria collettiva. Paolo Di Reda segue così il solco tracciato in un libro precedente, La rabbia che rimane (Fahrenheit 451, 2015), in cui narrava la storia di una madre e di un figlio nello scenario degli anni di piombo.

Ma in realtà tutti i libri di questo autore – citiamo tra gli altri Prove generali per scomparire (Edimond 2005) e Ricordare non basta (Edimond 2009), Il labirinto dei libri segreti, La formula segreta delle SS e La formula di Einstein (Newton Compton 2010 e 2013), entrambi scritti insieme a Flavia Ermetes – hanno lo stesso marchio di fabbrica, mescolando realtà e fantasia, o per meglio dire fantasy e denuncia politica.

La strategia dell’ombra inizia come un thriller, creando suspence sin dalle prime pagine. Una psicologa abituata a una certa routine professionale viene chiamata a un consulto nel carcere di Rebibbia, il più importante di Roma. Qui viene posta davanti a un giovane sconosciuto che, con freddezza e precisione chirurgica, le cita un episodio del passato che lei credeva di avere rimosso, cogliendola del tutto impreparata e turbandola al punto da sconvolgere la sua vita. Da quel momento la protagonista sarà costretta a fare i conti con vicende personali di cui conosceva solo la parte più emersa.

Nei capitoli successivi entrano in scena una serie di comprimari che fanno prendere alla storia una piega inattesa, trascinandoci dentro il labirinto di misteri degli ultimi decenni del secolo scorso: in quell’Italia che ha visto stragi di Stato e progetti falliti di golpe militare, che ha visto emergere e poi rientrare nel sottosuolo personaggi legati a Gladio e alla P2, alle Brigate Rosse e all’assassinio di Aldo Moro, alla Cia e ai servizi segreti. Un magma molto denso nel quale non è facile orientarsi a causa dei flashback e dei continui passaggi da un’epoca all’altra.

La scelta narrativa sembra preludere a una sceneggiatura cinematografica, o addirittura a una serie televisiva che racconti nel dettaglio certi passaggi difficili da decrittare senza l’ausilio delle immagini. E in effetti gli ingredienti ci sono tutti: trame nere, personale-politico, passioni e colpi di scena, buoni che alla fine sconfiggono i cattivi, e comunque riflettori da puntare su un’epoca ancora piena di misteri insoluti e di stragi impunite. Potrebbe essere questo il filo di Arianna che ci aiuta a uscir fuori dal labirinto.