Storyboard, il cinema prima del cinema. In mostra
È “Storyboard– Il cinema frame by frame”, la mostra che la Casa del cinema di Roma dedica ai più celebri Storyboard Artist, dal 19 settembre al 29 ottobre. Prima di trovare la sua definitiva consacrazione sullo schermo, l’immagine cinematografica nasce nel tratto di alcuni artisti che interpretano le idee del regista. Tra le sequenze di storyboard in mostra quelle di “Habemus Papam”, “Diaz – Don’t clean up this blood”, “Il Racconto dei Racconti“, “Lo chiamavano Jeeg Robot”…

Prima di trovare la sua definitiva consacrazione sullo schermo, l’immagine cinematografica nasce nel tratto di alcuni artisti che hanno il compito di anticipare su carta le idee del regista. Per celebrare questa parte fondamentale della creazione cinematografica la Casa del Cinema di Roma ospita dal 19 settembre al 29 ottobre una mostra tematica dal titolo “STORYBOARD – Il cinema frame by frame”.
Il percorso espositivo curato dallo Storyboard Artist David Orlandelli, nasce dalla collaborazione di alcuni dei più rinomati disegnatori di cinema come Davide De Cubellis, Daniele Dickmann, Cristiano Donzelli, Marco Valerio Gallo, Marco Letizia e lo stesso Orlandelli, e presenterà in mostra alcune delle loro tavole realizzate per la tv e per il cinema italiano più recente.
Si tratta di un viaggio attraverso la “previsualizzazione cinematografica” alla scoperta di come vengono realizzate su carta le idee del regista. Attraverso il percorso tra le tavole esposte si avrà l’occasione di capire il processo di realizzazione del set-up di una sequenza cinematografica, di conoscere nel dettaglio quello che avviene prima e dopo le riprese, come la preparazione delle sequenze per la Computer Grafica.
Attraverso sketch, frame e foto sarà raccontata la fase creativa e realizzativa, dallo script allo sviluppo della sequenza, immaginando di gestire una piccola troupe di carta. Perché dietro ogni immagine disegnata c’è lo sforzo di “vedere con la macchina da presa”.
In mostra tra le altre, le sequenze di storyboard realizzate per Habemus Papam, Diaz – Don’t clean up this blood, Il Racconto dei Racconti, Lo chiamavano Jeeg Robot, N (io e Napoleone), Acciaio, La sedia della felicità, Mi rifaccio vivo, Mister Felicità, La prima cosa bella e Rocco Schiavone.
In parallelo, durante tutta la durata della mostra, si terranno proiezioni e incontri per analizzare il mondo dello storyboard sia nella sua realizzazione tecnica che nell’utilizzo pratico in ambito produttivo. Si comincerà il 19 settembre con la proiezione del film Il ragazzo invisibile di Gabriele Salvatores, in concomitanza con la presentazione e l’apertura della mostra e si proseguirà il 26 con la proiezione del film di Daniele Vicari Diaz – Don’t clean up this blood. Il 29 settembre sarà la volta dell’incontro con la Scuola d’Arte Cinematografica Gian Maria Volontè in cui si affronteranno le tecniche e l’utilizzo dello storyboard mentre il 3 ottobre, prima della proiezione del film Il racconto dei racconti di Matteo Garrone, toccherà all’Associazione Nazionale Effetti Visivi AVFX affrontare l’incontro sul tema dei visual effect. Ultimo appuntamento il 18 ottobre con la Scuola di cinema Sentieri Selvaggi che analizzerà il processo di immaginazione e realizzazione su carta di una sequenza cinematografica.
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Il linguaggio cinematografico offre una ricchezza di trasmissione che può divenire poesia quando il regista inventa, conia le parole e i mezzi tecnici che neanche esistono prima del racconto che potrebbe avere una sua unicità di spazio e tempo. La complessità svanisce attraverso il tracciato compositivo. Si tratta di momenti comunicativi legati al mistero della trasmissione di valori che è in uno stato del divenire continuo, inafferabile. Ecco il segno, il colore, l’odore (magari allusivo), lo spessore, la annotazione che in musica è notazione. Poi c’è l’arte. Qualche volta: -A-rte.