Un brindisi alla libertà per Peter Fonda. Addio Capitan America


È stato il simbolo dell’Altra Hollywood, dell’Altra America, della controcultura giovanile anni Sessanta. E a bordo di quel chopper, affiancato da Dennis Hopper e Jack Nicholson ha scritto non solo una pagina di storia del cinema, ma di un’intera epoca, diventando l’icona del ribelle per intere generazioni.

È morto il 16 agosto a 79 Peter Fonda, il leggendario Capitan America di Easy Rider, il road movie per eccellenza, firmato nel ’69 dall’allora regista esordiente Dennis Hopper, ma già volto noto della “gioventù bruciata” dell’epoca.

Stroncato da un tumore ai polmoni Peter Fonda era nato a Manhattan nel 1940. È stato il figlio di Henry Fonda, il fratello minore di Jane Fonda e il padre di Bridget Fonda: un’intera famiglia di attori, ad eccezione della madre, una ricchissima newyorkese che si tolse la vita quando Peter aveva solo 10 anni.

Arrivato al cinema dal teatro (apprezzatissimo a Broadway), Peter comincia con ruoli da giovane ingenuo (Lilith, la dea dell’amore di Robert Rossen, ’64), trovando subito la sua vera dimensione con Roger Corman ne Il serpente di fuoco del 1967 (scritto da Jack Nicholson) in cui comincia il suo primo viaggio allucinogeno con l’LSD.

Nel ’97 è stato nominato all’Oscar come miglior attore per L’oro di Ulisse, dramma di Victor Nuñez in cui interpreta un apicoltore veterano del Vietnam. Un’altra nomination l’ha ottenuta per la sceneggiatura di Easy Rider, scritta insieme a Dennis Hopper e Terry Southern. Film di cui Il 14 luglio scorso è stato il cinquantesimo anniversario, i cui festeggiamenti Peter Fonda li aveva organizzati per settembre. E che in Italia la Cineteca di Bologna porterà in sala, nella versione restaurata, dal prossimo 9 settembre.

“È uno dei momenti più tristi delle nostra vita e non siamo in grado di trovare le parole adatte per descrivere il nostro dolore”, scrivono i familiari di Peter, invitando tutti i suoi fan “a celebrare il suo indomabile spirito e il suo amore per la vita. In onore di Peter, per favore brindate alla libertà”. E lo faremo.