“Vera & Giuliano”, una storia d’amore e di cinema. Con una bella grinta

In onda domenica 14 febbraio in anteprima su RaiPlay e Speciale Tg1 (23.30) “Vera & Giuliano”, documentario di Fabrizio Corallo (in corsa per i Nastri d’argento 2021) ben condito da immagini di repertorio e in buona parte girato a casa loro: della vera Vera Pescarolo produttrice e del vero Giuliano Montaldo regista. Un amore e un sodalizio artistico lungo sessant’anni, raccontato con affettuosa grazia ed esente da narcisismo. Buona idea presentare una storia non mielosa di un azzeccato colpo di fulmine il giorno di San Valentino …

 

 

Buona idea presentare una storia non mielosa di un azzeccato colpo di fulmine il giorno di San Valentino.
Con affettuosa grazia, per miracolo esente da tracce di narcisismo, ce la racconta Fabrizio Corallo con Vera & Giuliano, documentario ben condito da immagini di repertorio e in buona parte girato a casa loro: della vera Vera Pescarolo produttrice e del vero Giuliano Montaldo regista, ma anche attore al suo esordio “cane” (in Achtung! Banditi! di Lizzani), come la moglie, schietta e pungente da sempre, prendendolo un po’ in giro, lo descrive. Definizione poi smentita dal David di Donatello, come non protagonista di Tutto quello che vuoi di Francesco Bruni, che Montaldo si è portato a casa nel 2018. Alla bellezza di 87 anni.

Che il colpo fosse azzeccato, e soprattutto ad effetto duraturo, oltre al casuale destino, dipende in modo evidente dall’umana qualità degli elementi coinvolti. Di indubbio pregio, sicuramente anche genetico.

Lei, la Vera, è figlia di una Vera che, oltre ad essere sorella del grande giornalista e scrittore Orio Vergani epurato in epoca fascista dal Corriere, era, negli anni 20, una star del teatro e cinema internazionale più che apprezzata da Pirandello e D’Annunzio, e che, per amore del comandante Leonardo Pescarolo, incontrato a bordo, tornando da una tournée, molla la scena per sposarselo e si permette di stracciare il telegramma di Mussolini con cui non le vietava il matrimonio, ma l’abbandono delle scene sì.

“Nessuno aveva mai osato chiedermelo” ha confessato alla nipote Elisabetta Montaldo. Non alludendo alla richiesta del Duce, ma a quella del comandante che invece ha assecondato abbandonando la sua professione per seguire poi le due creature che, forse per brindare al loro amore, hanno chiamato con gli stessi nomi: Vera e Leonardo.

Da grandi entrambi produttori. Lui, il cordiale e conviviale Leo Pescarolo che offrì a Giuliano Montaldo nel 1961 una doppia prima occasione: girare il suo primo film come regista: Tiro al piccione e innamorarsi di botto della magnifica creatura che lavorava con lui. “Immagine indimenticabile, un colpo al cuore” ci tiene a dire Giuliano in poltrona, racchiuso nel suo golf rosa acceso vicino a Vera in bianco, seduta, accanto in una comoda bergère. E che, a sua volta, ci tiene a chiarire che per lei, invece, non è stato un colpo di fulmine. “La prima cosa che ho pensato è che era matto”.

È diventato però presto il suo miglior amico e poi da questo è arrivato l’amore. “Ciò che inoltre di lui amo di più è onestà e senso artistico: quando gira dipinge. E allora m’incanto”.

La casa è calda e accogliente zeppa di libri, quadri e foto su sfondo rosa, che questa vita, insieme a loro, la raccontano.
Coppia rodata da anni di coniugale e vivace convivenza affettiva e professionale che ha regalato alla storia del Cinema film importanti uniti da uno stesso tenace filo e intento: mettere sempre il dito su una piaga, quella dell’intolleranza. A cominciare da Sacco e Vanzetti del 1971 con Volontè e Cucciolla. Che fu volano il 23 agosto del ’77 della loro riabilitazione. E poi Giordano Bruno nel ’73, L’Agnese va’ a morire, Marco Polo, Gli occhiali d’oro, I demoni si san Pietroburgo,
E tanti altri.

Per questo ci viene da suggerire alla Rai, che questo doc l’ha prodotto con RaiCinema insieme a Cannizzo produzioni: perché non mandare in onda su RaiMovie i film che ha realizzato questa formidabile coppia? Non sarà mica perché Vera, quando a Giuliano hanno proposto un western, ha risposto così: “Un western? Se lo fai ti lascio!”.
Insomma, Bella grinta.