Le vampire son tornate. Dalla Sardegna a Locarno 70 le “Surbiles” di Columbu

Personaggi della tradizione popolare sarda, che popolano le fiabe e le fantasie. Sono le “Surbiles”, creature femminili prossime ai vampiri che Giovanni Columbu racconta nel suo film ospite di Locarno 70, nella sezione Signs of Life. In concorso, invece, “Gli Asteroidi” di Germano Maccioni, una favola contemporanea nel contesto della crisi economica con Pippo Delbono e Chiara Caselli …

Una storia, un mito, un rito, fantastici: quella delle surbiles, creature femminili prossime ai vampiri, che ancora da un passato recente abitano la fantasia popolare della Sardegna.

È Surbiles, il nuovo film di Giovanni Columbu che, dopo il piccolo grande exploit di Su Re, arriva a Locarno 70 (dal 2 al 12 agosto) nella sezione Signs of Life, dedicata alla frontiera della settima arte tra narrazioni inedite e innovazioni di linguaggio.

Un film in cui Columbu va alla ricerca delle surbiles per paesi, attraverso i racconti, trovando testimonianze di chi ‘ricorda’, reticenze e favole. E li mette in scena. In un’atmosfera sospesa tra cinema del reale, documentario antropologico, e mito, fiaba scura, liminare ai sogni.

In concorso, invece, Gli Asteroidi, prima opera di finzione di Germano Maccioni (suoi i doc Fedele alla Linea su Giovanni Lindo Ferretti e Lo Stato di Eccezione. Processo per Monte Sole 62 anni dopo, sulla strage nazi-fascista di Marzabotto) ed unico film italiano in gara.

Protagonisti di questa favola avventurosa calata nella contemporaneità, sono tre ragazzi neppure ventenni legati da amicizia profonda, in un contesto in cui la crisi economica ha picchiato duro, e non ha risparmiato le loro famiglie, rendendo precari affetti e legami. Del futuro non pare esserci traccia.

Il presente sono giorni vuoti e ripetitivi: scuola, lavoro da quattro soldi, circolo ricreativo, vagabondaggi. Sullo sfondo due misteri: una serie di rapine nelle chiese, e il passaggio di un asteroide terribilmente vicino alla Terra…

Uno scenario da provincia ex-industriale sconfinata, che poggia su un passato dove tutto ormai vacilla e tuttavia può prestarsi, quasi epico, a cavalcate selvagge alla John Ford su un motorino smarmittato. E quasi aliena, sull’orizzonte piatto della pianura emiliana, la stazione astronomica che nutre i sogni di uno dei ragazzi, Cosmic: lo stesso osservatorio astronomico – la Stazione Radioastronomica di Medicina (Bologna) – del Deserto Rosso di Antonioni…

Una notte particolarmente stellata può segnare le vite dei ragazzi in maniera decisiva, e portare il loro viaggio, come quello dei corpi celesti del titolo, a una distruzione, o a un nuovo passaggio.