Nomination per “Fuocoammare”, ma gli “avversari” sono black

Il documentario di Gianfranco Rosi dedicato a Lampedusa e agli sbarchi dei migranti è entrato nella cinquina dei doc in corsa per l’Oscar 2017. Ma anche i suoi “avversari” affrontano temi di forte denuncia sociale: le descriminazioni e le violenze nei confronti degli afroamericani. Il verdetto: la notte delle stelle il prossimo 26 febbraio…

neri-1

Per i migranti di Lampedusa raccontati da Gianfranco Rosi l’Oscar è sempre più vicino. Fuocoammare, infatti, è entrato nella cinquina dei documentari candidati alla preziosa statuetta che sarà consegnata il prossimo 26 febbraio, nel corso della consueta “notte delle stelle”.

E non sarà una sfida facile. Gli “avversari” di Fuocoammare, infatti, sono anche loro documentari dal forte valore sociale e di denuncia. Soprattutto i due che affrontano di petto la questione razziale nei confronti dei neri. Tema molto dibattuto soprattuto dopo le accuse di razzismo rivolte all’Academy lo scorso anno di fronte alla totale assenza di attori afroamericani nelle candidature. Senza contare, poi, il violento scontro sociale in atto, di cui i continui omicidi di uomini di colore da parte della polizia sono la drammatica punta dell’iceberg.

I due titoli in questione sono I am Not Your Negro dell’haitiano Raoul Peck, ispirato a Remember This House, romanzo incompiuto di James Baldwin, celebre scrittore e attivista di colore scomparso nel 1987 dedicato alla storia delle relazioni razziali negli Usa e 13th di Ava Marie DuVernay, la regista di Selma che, partendo dal 13esimo emendamento della costituzione americana, quello contro la schiavitù, denuncia le discriminazione compiute dal sistema carcerario americano ai danni dei neri.

Gli altri due documentari che completano la cinquina sono O.J.: Made in America di Ezra Edelman sul celebre attore e campione di football americano nero che, dopo l’accusa di aver ucciso la moglie e un amico, è nuovamente in carcere per rapina a mano armata e sequestro di persona. E Life, animated di Roger Ross Williams ispirato al romanzo autobiografico del giornalista americano Ron Suskind in cui racconta la storia del figlio autistico che ha cominciato a comunicare con l’esterno grazie ai cartoon Disney.

Il verdetto il 26 febbraio con la consegna degli Oscar.