Addio Tonino Zangardi, l’ultimo dei gitani. Del cinema italiano

Il 23 aprile avrebbe compiuto 61 anni. Se n’è andato il regista Tonino Zangardi, il 19 febbraio, all’improvviso, lasciando nello sconcerto l’intero mondo del cinema italiano, nel quale aveva fatto il suo ingresso nel ’92, con “Allulo Drom”, una storia di gitani e comunisti nella Toscana dei Cinquanta. Il suo ultimo film, di prossima uscita, “Quando corre Nuvolari”…

 

Aveva appena sessant’anni, una grande passione per il cinema e per le travolgenti storie d’amore che ha raccontato fin dal suo esordio, con quell’ Allullo Drom del ’92 che si fece notare per l’ambientazione gitana nella Toscana contadina – e comunista – dei Cinquanta.

Tonino Zangardi se n’è andato all’improvviso, il 19 febbraio, sconfitto da un male che l’aveva preso negli ultimi tempi, lasciando attonito l’intero mondo del cinema italiano. Era nato a Roma il 23 aprile del 1957 ed era regista, sceneggiatore e scrittore. Dopo Allullo Drom – con Isabella Ferrari, Claudio Bigagli, Massimo Bonetti – era tornato a raccontare dell’universo rom con Prendimi e portami via (2003) con Valeria Golino e Rodolfo Laganà.

Tra le sue opere: L’ultimo mundial con Angelo Orlando, Ma l’amore… sì! (2006) con Anna Maria Barbera e Andrea Tidona, il noir Sandrine nella pioggia (2008) con Sara Forestier, Adriano Giannini che lo portò all’attenzione francese con vari riconoscimenti (Annecy e Villerupt) e dal suo omonimo romanzo, L’esigenza di unirmi ogni volta con te (2015) con Claudia Gerini e Marco Bocci e il poliziesco My Father Jack del 2016.

Per la tv aveva diretto Sergio Assisi nella miniserie Zodiaco.

L’ultimo suo film, Quando corre Nuvolari, che dovrebbe uscire a breve nei cinema, racconta coraggio, follia, vita privata del campione di automobilismo, interpretato dall’italo-inglese Brutius Selby affiancato da Linda Messerklinger, Alessandro Haber, Edoardo Purgatori e Maria Sofia Palmieri.