Aspettando Bookciak, Azione! 2020. Cominciamo dai libri: lampi di libertà nella Sicilia dei ’70

In attesa di Bookciak, Azione! 2020 (la premiazione il 1° settembre alle Giornate degli Autori veneziane) presentiamo uno dei quattro libri che faranno da traccia ai bookciak. È “Terrapiena” il nuovo romanzo di Carola Susani (minimum fax), una storia di realismo magico ambientata in una baraccopoli, costruita dopo un terremoto nella Sicilia degli anni Settanta, quando pareva a portata di mano la liberazione dagli oppressori. Terrapiena è come una sorta di promessa e fa riferimento ai frutti, a un’abbondanza, a una generosità, a venire, della terra …

Esce proprio in questi giorni, per minimum fax, Terrapiena di Carola Susani, uno dei libri selezionati per ispirare i partecipanti del nostro concorso Bookciack, Azione! alle Giornate degli Autori del festival del cinema di Venezia: tam tam e aspettativa, anche sui sociale network sono già alti; l’autrice non solo è tra le nostre migliori scrittrici, ma è anche molto conosciuta nelle scuole e tra i ragazzi, conduce laboratori di lettura e scrittura e fa parte dell’associazione Piccoli Maestri.

Il terrapieno è, secondo il dizionario Treccani, un’opera costituita da una massa di terra accumulata secondo un progetto prestabilito, in modo da sostenersi da sola o entro strutture di sostegno appositamente predisposte. Si usavano molto in passato, in tempo di guerra.

Il romanzo di Carola Susani si chiama Terrapiena, al femminile, una parola che non si trova sul vocabolario e a orecchio produce un effetto opposto rispetto al maschile che evoca trasporto di terra, polvere e trincee.

Terrapiena è come una sorta di promessa e fa riferimento ai frutti, a un’abbondanza, a una generosità, a venire, della terra. Non so realmente il motivo di questo titolo, a me sono venute in mente le aspettative dei bambini di questo romanzo, ma magari non c’entra niente. Forse chi si ispirerà a queste pagine per il suo corto potrebbe avere un’altra idea.

È una storia ambientata in una baraccopoli, costruita dopo un terremoto nella Sicilia degli anni Settanta. Tra le famiglie disagiate che trovano rifugio nell’ insediamento, ci sono anche degli stranieri, figli della loro epoca, hippies che in questo microcosmo disperato portano una ventata di novità.

È da loro che viene attratto come una mosca al miele il narratore, Ciccio un dodicenne che nel romanzo si descrive così: “Andavo come un cane randagio che si struscia per essere adottato o come la spia di un paese nemico che vuole vendersi la fedeltà”.

E sempre da loro, dagli stranieri con idee diverse, troverà rifugio un ragazzo tutto giallo, dalla pelle, agli occhi alla capigliatura. “Se non fosse stato per i capelli, che si erano asciugati e svolazzavano ricci, lucenti e biondissimi, e quello sguardo irridente, poteva sembrare malato”. È lui il motore di questo romanzo.

Due anni dopo La prima vita di Italo Orlando, il libro di Carola Susani che inaugura la trilogia su tre momenti critici della nostra storia, torna Italo il ragazzo magico, portatore di fortuna e trasformazioni.

Sono passati 20 anni dal 1957 quando, nel primo romanzo, Irene scopre nella terra del mandorleto di famiglia questo strano essere. Allora erano la modernità, il petrolio, la fine della miseria, i sogni da conquistare.

In Terrapiena il ritrovamento di Italo avviene in acqua. Siamo negli anni Settanta, quando pareva a portata di mano la liberazione dagli oppressori, una libertà più piena. Il ragazzo giallo (ma magari è d’oro, chi lo sa?), è sempre giovanissimo, impossibile sia lo stesso di cui si favoleggia da un ventennio: il figlio scappato di casa di un certo avvocato di Marsala, che porterebbe fortuna a chi l’avvicina.

E invece, forse, magari è proprio lui. Realismo magico, lo chiamano i critici. In questa versione siciliana non c’è riscatto, chi si ribella muore, finisce pazzo, o nell’ipotesi più fortunata, riesce ad andarsene. Per tornare chissà più vicino ai nostri giorni. Italo Orlando, inquietante e misterioso è sempre pronto a farci ripartire con una nuova storia.