Aspettando Bookciak Legge 2025. La terzina dei libri in gara

Il premio Bookciak Legge 2025 ai nastri di partenza. Dopo la presentazione agli editori indipendenti di Più libri più liberi il 7 dicembre 2024, con l’annuncio del tema di quest’anno, “scappo dalla città – nomadi digitali, agricoltura sostenibile, comunità energetiche, alternative di vita quotidiana”, ecco le terzine finaliste per le categorie narrativa, graphic novel e poesia, scelte dal comitato di selezione del concorso, la cui direzione artistica, quest’anno è di Alice Mariani. Il 10 febbraio l’annuncio dei tre libri vincitori a cui saranno ispirati i bookciak 2025 …

Un titolo per ciascuna categoria sarà scelto dalla giuria di Bookciak Legge 2025 composta da: la poetessa e scrittrice Maria Grazia Calandrone, il produttore indipendente Gianluca Arcopinto e il critico letterario Marino Sinibaldi.
I tre libri vincitori saranno annunciati il 10 febbraio, e faranno da traccia ai bookciak (corti sperimentali di max 3 minuti) dell’edizione XIV di Bookciak, Azione! che, come di consueto, avrà la sua prima nell’ambito delle Giornate degli autori veneziane in collaborazione con SNGCI.

Per la narrativa la terzina finalista è composta da Il liceo magico di Cesare Pomarici, editrice Manni. Un piccolo documentario quotidiano di racconti scolastici, ma anche il romanzo – in forma di diario – di un giovane prof di geografia. Confini, terremoti, mari e deserti, cambiamenti climatici compresi, diventano il luogo d’incontro di tutti i personaggi, studenti e adulti. Paesaggi attraversati dai migranti, guerre e frontiere blindate dalla fortezza Europa si offrono alla scoperta dei ragazzi, tra poesia ed ironia, nella ricerca di ciascuno di un suo posto nel mondo. Da dove la necessità di fuggire per molti, abbia all’opposto come risposta l’accoglienza.

Segue Tangerinn di Emanuela Anechoum, e/o edizioni. È il romanzo di una generazione di expat che sa di dover partire senza sapere dove andare. In un mondo governato dall’incertezza e dall’idolatria dell’apparire, una giovane donna torna al paesino calabrese d’origine alla notizia della morte del padre, un emigrato marocchino che lì era arrivato molti anni prima. Il confronto-scontro tra due culture e la ricerca d’indentità  raccontati fuori dagli schemi e da ogni retorica, sono la forza di questo esordio letterario in cui le figure femminili prevalgono e la protagonista ha la splendida ruvidezza di Fleabag.

Completa la terzina L’implosivo di Roberto Mandracchia, minimum fax. Non è scappato solo dalla città ma da tutto. Carmine Stanga è un vecchio latitante rinchiuso da due anni in un casolare in piena campagna. Quando il suo fedelissimo che gli assicura la sopravvivenza non si farà più vivo, avrà modo di ripensare alla sua vita da mafioso e provare davvero l’inquietudine della solitudine assoluta, alleviata solo da mucche e galline. Sarà allora che come un Robinson Crusoe dei nostri tempi incontrerà il suo giovanissimo Venerdì. Umorismo esuberante ed efferata violenza si alternano in questo racconto che indaga sulla natura umana, anche al confronto con la natura più “selvaggia”.

La terzina finalista dei graphic novel è composta da La grande rimozione di Roberto Grossi, per Coconino Press-Fandango. È il cuore stesso di questo sorprendente graphic novel il nostro tema. La grande rimozione del titolo, infatti, è il cambiamento climatico causato dall’uomo. Una minaccia che facciamo di tutto per non vedere, che fatichiamo a comprendere, nonostante metta in discussione la nostra stessa sopravvivenza. Con una narrazione avvincente, che tiene insieme storia, scienza, politica ed esperienze personali, questo libro offre una visione unitaria del problema, svelando la profonda crisi democratica dietro al disastro ambientale. Perché è più facile “immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo”.

Il secondo titolo è Il limite del mondo di Barbara Borlini e Francesco Memo, per Tunué. Due copertine per due storie, diverse, ma collegate. Da una parte un ragazzo che vive nel suo rifugio in montagna insieme al nonno, mentre la grande miniera della CarbCap si mangia via via il territorio d’alta quota. Dall’altra un futuro prossimo in cui il mondo è drammaticamente diviso tra ricchi e poveri, gli uni cinicamente al riparo dalle tragiche conseguenze dei mutamenti climatici, gli altri nell’inferno della siccità e delle ondate di calore. In entrambe le storie saranno i giovani protagonisti a prendere in mano l’inevitabile.

Il terzo titolo è Si muove la città di Marco Petrella, per Quinto Quarto edizioni. Un giardiniere in città. Il Giardino degli Aranci, i profumi del roseto, i tramonti dall’Aventino. È un’altra Roma quella che ci racconta Marco Petrella, disegnatore di lungo corso (e per anni impiegato al servizio giardini del comune), in questo suo diario a fumetti dedicato alla Capitale degli anni 70/80, quella delle estati di Nicolini, del cinema a Massenzio, di Allen Ginsberg e Fernanda Pivano al Festival dei poeti, del concerto dei Talking Heads al PalaEur o del graffito di Keith Haring al Palazzo delle Esposizioni. Un memoir che dal personale arriva al politico, raccontando non solo una stagione culturale entusiasmante, ma anche un progetto futuro e collettivo in cui vivere i luoghi e la cultura in modo fertile, consapevole, comunitario. Per non dover scappare dalla città.

La terzina finalista dela poesia è composta da Esodo di Elisa Audino, per Gattomerlino. L’esodo biblico e quello del nostro presente, inteso come possibile via d’uscita o di salvezza. Allora la schiavitù antica del popolo ebraico, oggi la nostra schiavitù dal capitalismo merceologico. La sensibilità politico-civile di Elisa Audino ci regala versi che sono graffi, a volte invettive calate profondamente nel presente: la guerra in Ucraina, le donne vittime in Iran, il popolo eletto che si sente più eletto degli altri, l’indifferenza verso “il naufragio globale” imposto dai cambiamenti climatici. E l’esodo, la via d’uscita, che si fa sempre più difficile.

Segue Istà di Andrea di Andrea Longega, Samuele Editore. L’Istà del titolo è l’estate in veneziano, lingua scelta dal poeta per narrare della sua “fuga dalla città”, la sua lunga estate trascorsa in Grecia, dove trovare pace nei ritmi che rallentano e nello stare coi corpi mentre guardano il mare. Una sorta di diario di viaggio, ambientato soprattutto a Creta, dove il poeta è solito “disperatamente” ritornare ogni istà. In questi frammenti risplendono epifanie legate al mito, cortocircuiti tra tombe minoiche usate dai tedeschi durante la guerra e le fotografie dei turisti. Comunque luogo di autenticità in cui si palesa la scelta dell’autore di svelare l’effimero luccichio della contemporaneità con le sue false piste.

Completa la terzina In absentia di Alessandro Canzian, Interlinea. Quale fuga è possibile da un mondo che crolla sotto il peso della sua stessa storia?I versi di Canzian si presentano come un’analisi impietosa di un’ Europa composta di paesaggi che perdono la loro natura ed estetica rurale per lasciar spazio a capannoni industriali. Dove il paesaggio e la storia, in una ipotetica guerra, sono al contempo aggressori e vittime di una realtà più grande di loro. Alessandro Canzian tratta dell’assenza di Dio e dell’Uomo (e della sua umanità). Ma alla stesso tempo della possibilità di vita e futuro proprio grazie all’inesistenza del bene e alla troppa esistenza della desolazione. Il ritorno alla natura si evince dalla forte presenza di animali che quasi profetizzano un futuro altro possibile nonostante l’annegamento del presente.