Cari produttori italiani lasciate perdere Nick Hornby
In sala dal 23 marzo (per Universal) “Slam-Tutto per una ragazza” il film di Andrea Molaioli dall’omonimo romanzo del celebre scrittore inglese, Nick Hornby, tra i più “saccheggiati” dal cinema. Una commedia giovanilista con due diciassettenni con bebé, proprio come “Piuma”. Il fatto è che il clima italiano fa a pugni con la spiritosa scrittura di Hornby…
Siamo tutti d’accordo. Nick Hornby è meglio leggerlo che guardarlo al cinema. Non c’è paragone. Eppure il cinema lo ha saccheggiato.
Nell’ordine: Febbre a 90°(1997, con Colin Firth non ancora star); Alta Fedeltà (2000, una chicca, Stephen Frears è un genio anche quando lavora su commissione, qui per conto di John Cusack); About a boy-Un ragazzo (2002, con Hugh Grant); È nata una star? (2012, Lucio Pellegrini “traduce” Hornby con la coppia Papaleo-Littizzetto); Non buttiamoci giù(2014).
Tutti comunque buoni film. Tranne quello italiano. Tralasciamo An Education (2010)perché Nick Hornby l’ha scritto direttamente come sceneggiatura, e cassiamo l’inutile replica hollywodiana di Febbre a 90°, L’amore in gioco, che l’autore medesimo ha rinnegato.
Mancava all’appello la trasposizione cinematografica di Slam-Tutto per una ragazza. Ci arriva, in anteprima al Torino Film Fest, diretta da Andrea Molaioli, già forte di un premiatissimo esordio (La ragazza del lago) e di un’operina civile sul caso Parmalat (Il Gioiellino).
Slam non è un bel film. Proprio no. In più ha la disgrazia di raccontare due diciassettenni con bebé giusto a ridosso delle stroncature veneziane di Piuma, una débâcle ai botteghini. Quando dici la sfiga. Dispiace lo spreco di Luca Marinelli e Jasmine Trinca, qui nonni precoci.
Ma il fatto è che il clima italiano fa a pugni con la spiritosa scrittura di Hornby.
La Londra di High Fidelity trasportata a New York non faceva una piega, trasportata a Roma invece mette a disagio. E purtroppo trattasi di commedia giovanilista. E le commedie giovaniliste in Italia, prendiamone atto, proprio non le sappiamo fare. Non è nel nostro DNA.
Abbiamo ricordi freschissimi, troppi, e tutti da cancellare. Sarebbe un ragionamento lungo, ma limitiamoci a una preghiera : cari produttori italiani, evitate per il futuro di accaparrarvi i diritti dei romanzi di Nick Hornby. Costano cari, e sono denari sprecati.
Teresa Marchesi
Giornalista, critica cinematografica e regista. Ha seguito per 27 anni come Inviato Speciale i grandi eventi di cinema e musica per il Tg3 Rai. Come regista ha diretto due documentari, "Effedià- Sulla mia cattiva strada", su Fabrizio De André, premiato con un Nastro d'Argento speciale e "Pivano Blues", su Fernanda Pivano, presentato in selezione ufficiale alla Mostra di Venezia e premiato come miglior film dalla Giuria del Biografilm Festival.
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