La ragazza di Nick Hornby per Molaioli
Sono in corso a Roma le riprese del nuovo film del regista de “Il gioiellino”, ispirato al best seller dello scrittore inglese, ormai tra i più “saccheggiati” dal grande schermo. Vedi la prima clip…
Sono in corso in questi giorni a Roma, nello skatepark di Cinecittà, le riprese del nuovo film di Andrea Molaioli tratto dal best seller di Nick Hornby, Tutto per una ragazza, edito in Italia da Guanda (vedi la prima clip: https://www.youtube.com/watch?v=A-i-cEyGGMA&feature=youtu.be). A quattro anni da Il gioiellino, che non è riuscito a ripetere il successo della pluripremiata opera prima La ragazza del lago – dieci David di Donatello – l’ex aiuto-regista di Nanni Moretti porta al cinema la storia di Sam (Ludovico Tersigni), un sedicenne appassionato di skateboard, che vorrebbe interrompere la bizzarra tradizione di famiglia, quella di diventare genitore a sedici anni, come accaduto alla madre, al nonno e al bisnonno. Ad interferire con la sua quotidianità, fatta di tricks, salti e cadute e condita dall’amicizia immaginaria con il suo eroe, Tony Hawk, uno dei più famosi skateboarder al mondo, è l’incontro con una ragazza, Alicia (Barbara Ramella), che sembra proprio rientrare in questo insolito destino a cui la sua famiglia non è mai riuscita a sottrarsi. Nel film, scritto da Francesco Bruni, Ludovica Rampoldi e dallo stesso Molaioli e prodotto dalla Indigo Film, l’ambientazione “scivola” dal North London, alla Roma più familiare di oggi, in un nuovo capitolo della corrispondenza affettuosa tra lo scrittore inglese e il cinema di tutto il mondo.
Nick Hornby, infatti, è sicuramente uno tra gli autori più “saccheggiati” dal grande schermo.
In principio fu Febbre a 90°. Era il 1992, Nick Hornby pubblicava il suo primo libro, una sorta di saggio autobiografico sul rapporto tra l’autore e la squadra di calcio dell’Arsenal, preparandosi a riscuotere il successo internazionale. In quell’anno, da Fever Pitch, si snoda, parallela a quella della fama letteraria, anche un’altra strada, anzi un’autostrada, dove il cartello indica una sola direzione: “cinema”.
Hornby la percorrerà, più o meno indirettamente – sarà anche sceneggiatore di Febbre a 90° e di altri due film più tardi – sempre più di frequente. Ad accompagnarlo la prima volta su questo nuovo percorso è il regista David Evans, che per primo porta lo scrittore inglese al cinema, con quello che è poi diventato un cult vero e proprio, film icona del mondo “pallonaro”, Febbre a 90°, con Colin Firth nelle vesti – per lui abituali – di uno sfegatato tifoso dell’Arsenal.
È solo l’inizio del rapporto tra Hornby e il grande schermo. Da lì in poi ci sarà una sorta di saccheggio, con altri cinque film tratti da altrettanti scritti, che vedrà negli ultimi anni coinvolta anche l’Italia. Nel 2000 è il turno di Stephen Frears, che gira Alta fedeltà con John Cusack, dall’omonimo romanzo del 1995, mentre due anni più tardi tocca a About a Boy – Un ragazzo, con protagonista Hugh Grant, che traspone uno dei libri inglesi più venduti di tutti i tempi.
Nel 2005 esce la versione “americanizzata” di Febbre a 90°, L’amore in gioco, con Jimmy Fallon e Drew Barrymore, dove il calcio lascia il posto al baseball e l’Arsenal ai Boston Red Sox. A questo punto anche l’Italia fa il suo tentativo con È nata una star? di Lucio Pellegrini, interpretato da Rocco Papaleo, Luciana Littizzetto e Pietro Castellitto. L’ultima uscita in ordine di tempo è invece Non buttiamoci giù, produzione inglese dello scorso anno.
Ed ora sarà ancora un italiano, Andrea Molaioli, a rinnovare quella che ormai è diventata quasi un’abitudine.
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