Cenerentola torna a Napoli e lotta contro i boss
Luciano Stella, patron di Mad Entertainment, racconta del nuovo cartoon ispirato alla favola di Basile e attualizzato ai giorni nostri da Alessandro Rak. Tra i nuovi progetti della factory napoletana anche un film d’animazione sulla Beat Generation…
Scrivi e riscrivi, la favola di Cenerentola sempre lì porta: al sogno di un riscatto. Da Basile a Perrault, dai Grimm a Disney, passando per De Simone, calzando scarpette e attraversando generi e media: libri, balletti, musical e film (vedi su questo sito il post sulle «favole cattive»). Ora la favola si anima – dopo lo storico cartoon Disney del 1950 – anzi si rianima ne La gatta Cenerentola che la Mad Entertainment, la factory napoletana da cui è uscita L’arte della felicità, ha iniziato a realizzare. Diciotto mesi di lavoro previsti, un low-budget (attorno a 1 milione di euro), un crowdfunding in rete che ha fruttato 20.000 euro, necessari per realizzare il promo che si è visto di recente a Venezia nell’ambito di Cartoons on the Bay, e che è servito a calibrare il prodotto. Che sarà, soprattutto, il frutto del lavoro di squadra di una «piccola» bottega artigiana che mette insieme, da sempre, Musica Animazione Documentari: da qui l’acronimo MAD che però sta anche per follia, la sana pazzia di una scommessa su Napoli, sulle sue radici e sui suoi talenti.
Squadra che vince non si cambia e dunque di nuovo tutti assieme, dopo la felicissima esperienza de L’arte della felicità diretto da Alessandro Rak, lungometraggio animato che ha fatto incetta di premi e riconoscimenti nei festival di mezzo mondo, fino a meritarsi l’European Film Awards, come miglior film d’animazione. A firmare Gatta Cenerentola, coprodotta con Rai Com, sono Ivan Cappiello, Marino Guarnieri, Dario Sansone e ancora Alessandro Rak. La Cenerentola versione Mad si porterà dentro lo spirito originario di Giambattista Basile, la sua visione realistica, dura, persino violenta della favola; ma ci aggiungerà anche lo spirito della rilettura colta e popolare che ne fecero Roberto De Simone e la Nuova Compagnia di Canto Popolare nel 1976.
Nel cartoon la protagonista vive reclusa dentro la Megaride, un’enorme nave ancorata nel porto di una Napoli di un futuro prossimo. E vive sospesa tra un misero presente – il regno della cenere (non solo quella del Vesuvio ma anche quella del male che offusca la vita) – e il sogno di un più luminoso futuro – il regno del sole -. Il suo è il sogno di un doppio riscatto, personale e di una città «incenerita» dal degrado e dalla droga. Sulla città spadroneggiano il Capo della Polizia e Salvatore Lo Giusto, detto ‘O Re, un trafficante di droga e boss della camorra che, in combutta con la matrigna di Cenerentola, vuole fare di Napoli un centro mondiale del riciclaggio di denaro sporco. Tutt’altro progetto da quello coltivato dal padre di Cenerentola (ucciso proprio da ‘O Re) che riappare alla figlia negli ologrammi che ogni tanto si accendono nella nave e che nel porto vedeva un centro di rinascita tecnologica. Oppressa dalle sei sorellastre e dalla matrigna, Cenerentola verrà aiutata nella sua rivincita da un giovane commissario che la convincerà a non sporcarsi col sangue e l’illegalità che la circondano da ogni parte.
«Sarà un cartoon noir per adulti – dice Luciano Stella, il patron di Mad Entertainment – e sarà figlio del territorio che non consideriamo come un limite ma come una risorsa. Si nutrirà alle nostre radici ma i suoi rami sono proiettati verso il mondo. Da qui i molti riferimenti – ci sarà anche un omaggio al Rosi de Le mani sulla città – e le tante contaminazioni, a cominciare da quelle musicali. Dentro ci sarà la musica della tradizione napoletana, riarrangiata con uno stile che pesca negli anni Cinquanta e nei Sessanta e che va da Peppino Di Capri a Bennato. E ci sarà ovviamente la musica di De Simone e della sua Gatta. Il tutto legato dalle musiche originali del film. Certo, la nostra – prosegue Stella – non è la Cenerentola dell’archetipo della favola. Non aspetta la soluzione dall’esterno affidandola a un principe, ma vuole fortemente costruire il percorso del suo riscatto dai bassifondi in cui vive, non per sua scelta, ma gettatavi dal destino».
«Il nostro lavoro – spiega Luciano Stella parlandoci di Mad – nasce dall’unione di vari talenti. La nostra identità è dettata dalla ricerca della qualità e la nostra organizzazione si perfeziona giorno dopo giorno nel farsi. I nostri sono prodotti sentiti, generati dal proprio sentire. Credo che imitare passivamente dei modelli sia una debolezza più che una forza. Se posso fare un paragone, il nostro studio e il nostro metodo di lavoro assomigliano più a quello dello Studio Miyazaki che alla Pixar».
«Tra i progetti in corso di realizzazione – conclude Stella – il film Skeleton Story che sarà anche una serie tv e Hope Savage, un film animato dedicato alla fidanzata del poeta beat Gregory Corso, misteriosamente scomparsa in India nei primi anni Sessanta e che fu una delle muse ispiratrici della beat generation».
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