Il conte di Monte Cristo: maratona cineletteraria a Pordenone

Alle “Giornate del cinema muto” , grande attesa per “Monte Cristo” di Henri Fescourt del ’29. Prima grande trasposizione del romanzo di Dumas, della durata fiume di 4 ore. Tra i pezzi forti anche l’adattamento italiano della “Nanà” di Zola, ritrovato in Argentina…

Opéra de Paris Credits: ZZ Productions, Paris
Opéra de Paris
Credits: ZZ Productions, Paris

Nuova maratona per appassionati di cine-letteratura alle Giornate del cinema muto numero 35, in corso a Pordenone fino all’8 ottobre.

Dopo il successo, l’anno scorso, del cineromanzo, Les misérables si rinnova l’appuntamento il  5 ottobre con un altro classico di quasi quattro ore, firmato dallo stesso regista, Henri Fescourt nel 1929, Monte Cristo, tratto dal romanzo di Alexandre Dumas padre.

Una vera e propria maratona della durata di quasi 4 ore, la prima imponente – anche sotto il profilo economico – trasposizione del capolavoro letterario che negli anni a venire ispirerà molte altre volte il cinema e anche la tv. Dopo I miserabili Fescourt con la travolgente saga imperniata sul tradimento e la vendetta si conferma regista allo stesso tempo raffinato e popolare, capace di sfrondare elementi della trama non necessari cinematograficamente e di aggiungerne altri che potevano rendere più comprensibile la storia particolarmente complicata per la presenza di tanti personaggi e situazioni.

A ragione, il Monte-Cristo di Fescourt può essere considerato tra le realizzazioni più alte dell’epoca del muto, un film in cui i migliori tecnici ed artisti della scena europea dell’epoca hanno dato il meglio di sè.

Rimanendo in campo letterario, un’altra proposta di grande interesse è la doppia versione cinematografica dello “scandaloso” romanzo di Emile Zola, Nanà.

Se quella a firma di Jean Renoir del 1926 è la più conosciuta, una riscoperta assoluta è la Nanà italiana del 1917 per la regia di Camillo De Riso, proveniente dalla Cineteca di Buenos Aires. Purtroppo del film è arrivata fino a noi soltanto una parte, mentre l’altra è andata perduta. Ma quanto basta, comunque, per scoprire una grande diva come Tilde Kassay, che ripropone con molta abilità vezzi e atteggiamenti tipici delle dive italiane dell’epoca.

Negli anni difficili della Grande Guerra – e peggio al momento della sconfitta di Caporetto – il film di De Riso, però, ebbe seri problemi con la censura, causa il soggetto “scabroso”. Così venne sequestrato e solo nel 1919, dopo il cambiamento del titolo (da Nanà a Una donna funesta) ottenne il via libera. Per l’occasione sarà anche riproposta la Nanà di Jean Renoir, per confrontare il diverso approccio con cui i due film, a nove anni di distanza, affrontano un testo che i critici avevano messo alla gogna.

In occasione  dei 400 anni dalla morte di Shakespeare, poi, fonte di ispirazione per il cinema fin dalle origini, Le Giornate presentano tre film tratti dalle sue opere, tutti interpretati dalla grande diva Francesca Bertini: Il Mercante di Venezia e Re Lear di Gerolamo Lo Savio, del 1910, e Romeo e Giulietta di Ugo Falena, del 1912.

Nel focus dedicato alla Polonia, ancora due adattamenti letterari, Pan Tadeusz e Janko Muzykant, entrambi di Ryszard Ordyński, allievo di Max Reinhardt. Il primo è tratto dal poema epico nazionale, il secondo è un adattamento del classico di Henryk Sienkiewicz, l’autore di Quo Vadis?.

Per gli amanti del teatro segnaliamo (giovedì 6 ottobre) Kean, genio e sregolatezza di Alexandre Volkoff, dall’opera teatrale di Alexander Dumas padre (di cui esiste anche una versione del ’56 firmata da Franco Rosi e Vittorio Gassman) . Il film ripropone l’accoppiata Volkoff-Mosjoukine, attiva e celebre nella Russia prerivoluzionaria. Volkoff, artista totale e figura di spicco della colonia dei Russi bianchi in esilio a Parigi. Mosjoukine mattatore della scena teatrale e cinematografica e quindi il più adatto a interpretare il ruolo del più grande attore dell’800. Il film fu uno straordinario successo di pubblico e critica e ancora oggi rappresenta una perfetta fusione di elementi tra burlesque, musical e tragedia.

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