Il Cristo clandestino di Pippo Delbono

Il celebre regista e drammaturgo torna al cinema con una sua personalissima rilettura del “Vangelo”, messo in scena con i rifugiati di un centro di accoglienza del Piemonte. Un film emozionante, politico, profondamente umano, ospite delle Giornate degli Autori, che avrebbe meritato davvero di correre per il Leone d’oro…

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Sfila sul tappeto rosso il Cristo clandestino venuto dalla Nigeria. Sfilano accanto a lui Giuda, Barabba, gli apostoli, Ugiagbe, Abubakar, Zakria, Ghameredin, anche loro rifugiati, anche loro in attesa di documenti o di espulsione.

Dopo tanti red carpet “sfavillanti” di una Mostra cominciata con una promessa di “rispetto” nei confronti delle popolazioni travolte dal terremoto, a portare finalmente uno squarcio di realtà è arrivato il Vangelo di Pippo Delbono con i suoi interpreti provenienti dalle terra della fuga, degli esodi, delle traversate per mare e deserti.

Rifugiati del Centro di Villa Quaglina di Asti dove Delbono è entrato molti ma molti mesi fa, quasi per caso, inseguendo quello stesso desiderio di verità che tanti anni prima l’aveva portato a “salvare” e farsi “salvare” da Bobò, artista sordomuto e analfabeta, rinchiuso nel manicomio di Aversa ed oggi attore della sua sovversiva compagnia teatrale. La stessa che al Vangelo “dei ricchi” ha dedicato già molte repliche.  Offrendo spunto, ora, a questo nuovo Vangelo degli ultimi della terra, accolto come evento speciale delle Giornate degli Autori.

Per Pippo Delbono un nuovo esperimento di cinema, materia in cui si muove ormai da tempo (da Guerra a La paura, da Amore Carne a Sangue), armato di pochi mezzi (a volte solo il cellulare) e soprattutto di libertà dello sguardo, a reinventare un vero neo neorealismo, così differente dai consueti standard italiani che, proprio a questa Mostra, sono stati accolti dagli entusiasmi di rito di un sistema mediatico ormai sopravvissuto a se stesso.

In questo senso Vangelo (coprodotto anche dai fratelli Dardenne) è sicuramente il film italiano più potente del Festival, questo sì inspiegabilmente escluso dalla corsa al Leone d’oro, a cui invece abbiamo visto partecipare pellicole di livello a dir poco irrilevante, a testimonianza di una macchina Festival sempre più assoggettata alle logiche e ai potentati dell’industria cinematografica.

Vangelo, al contrario, è un film emozionante, politico, profondamente umano. Che ci porta attraverso la materia viva di uno dei drammi epocali del nostro presente. Ma che allo stesso tempo parla di amore. Al cuore di questa scelta, infatti, per Pippo Delbono è stato l’invito di sua madre alla fine dei suoi giorni, di raccontare l’amore attraverso il Vangelo.

“Come faccio a fare il Vangelo, mamma. Io non credo in Dio. Non credo a questo Dio delle menzogne, a questo Dio della famiglia, in questo Dio che m’insegnavate da piccolo, questo Dio delle paure, paure di tutto, anche dell’amore… Questo Dio che cammina sull’acqua. Non si può camminare sull’acqua. Si può solo sprofondare nell’acqua, come sprofondano tutte queste persone che stanno arrivando qua e che cadono, come dei Cristi, in mezzo al mare”.

Eccoli dunque i Cristi, quelli veri, che hanno attraversato chilometri e chilometri di deserto, che in mare si sono visti gettare in acqua dagli scafisti e sparare addosso dai poliziotti e che ora qui in Italia si vedono rifiutare lo status di rifugiati. Sono questi Cristi a mettersi in scena, davanti alla telecamera di Delbono, che li riprende e si fa riprendere, straordinario animale da palcoscenico emozionato ed emozionante, mentre davanti allo spettatore si compongono i quadri dell’ultima cena, della folla che grida Barabba!, del tradimento di Giuda. E ancora dei corpi che a spettacolo finito danzano la festa e l’attesa del futuro, che per molti significa di nuovo clandestinità. Proprio come per il Cristo nigeriano, entrato a far parte della compagnia teatrale di Delbono, ma a cui la questura di Asti ha rifiutato i documenti, nonostante tutto. Nonostante il tappeto rosso della Mostra. Ma questo, purtroppo, è un altro film.

Vangelo arriverà in sala il prossimo anno per I Wonder Pictures. Assolutamente da non perdere.