Due gemelli sotto le bombe a scuola di crudeltà. I “Film da leggere” de laF
Per il ciclo “Film da leggere”, va In onda mercoledì 13 maggio (ore 21.10) su laF – la TV di Feltrinelli (Sky 135) “Il grande quaderno” di Janos Szasz, tratto dall’omonimo romanzo della scrittrice ungherese Ágota Kristóf. Ambientato durante il secondo conflitto mondiale, un film durissimo che tratta la guerra a misura di bambino, interrogando e mettendo in discussione i concetti di innocenza e crudeltà, di purezza e corruzione, di bene e male …
Ungheria. Verso la fine della seconda guerra mondiale, una madre spaventata e disperata porta i due figli, gemelli omozigoti, a casa della nonna in campagna, per metterli al riparo. L’anziana signora è conosciuta da tutti come “la strega”, perché come dicono in paese, avrebbe avvelenato il marito, anni prima.
Presto si intuisce che la nonna non tradirà la propria fama, neanche con i nipoti, imponendo loro un quotidiano duro, ai limiti della barbarie. Costretti a non mangiare, a dormire al freddo e a lavorare duramente, i due gemelli si ritrovano a fare i conti con la crudeltà umana, in uno scenario di guerra dove la guerra non viene mai mostrata.
Iniziano allora volontariamente una sorta di apprendistato al cinismo, una formazione violenta e forzata per arrivare a sopportare qualsiasi tipo di avversità. È un insegnamento reciproco, che i due bambini impongono al proprio corpo, flagellandosi per renderlo più robusto, e allo spirito, rifiutando ogni sentimento, ogni dolcezza che scaldi il cuore, respingendo l’amore della madre che li ha abbandonati e disconoscendo il padre.
In mezzo a questa tempesta di violenza e crudeltà si sviluppa il quinto film di Janos Szasz, tratto dal romanzo Il grande quaderno di Ágota Kristóf, pubblicato nel 1986 e primo libro della Trilogia della città di K., di cui fanno parte La prova del 1988 e La terza menzogna del 1991. Tralasciando alcuni aspetti del libro, come quelli legati alla sessualità, Szasz mette in scena questa “guerra dentro la guerra”, che i due gemelli portano avanti contro i soprusi, contro gli abitanti meschini del paese e contro la brutalità delle deportazioni.
Nei due ragazzini nasce nel tempo uno spirito personale di giustizia, che risponde alla violenza attraverso una spietatezza ancora maggiore, che diventa punizione, quasi divina, verso chiunque si sia sporcato la coscienza, verso un mondo abitato quasi solo da “colpevoli”. Ogni loro azione è accuratamente annotata su un grande quaderno, seguendo un codice stilistico macabro e sconvolgente, dove due corpi e due anime divise trovano l’unità, agiscono come un essere unico, che torna a separarsi solo dopo aver portato a termine il proprio compito.
Seguendo il filo di una tensione continua, alimentata dal cinico sguardo cinico dei gemelli e dalla cupa fotografia, Il grande quaderno giunge ad un finale sconcertante, che lascia impietriti come di pietra è diventato il cuore di questi giovani, attraverso l’originale prospettiva di due bambini innocenti che rifiutano di rimanere vittime inermi e si fanno spietati carnefici, conducendo la loro personale battaglia contro ogni ingiustizia, in una condizione in cui la guerra non è più ciò che accade intorno alle persone ma diviene quel conflitto individuale che contagia tutti, generando solo nemici.
Il grande quaderno è un film durissimo, a tratti scioccante, che paga forse una certa discontinuità narrativa, ma, con grande forza visiva e tenendo alta una tensione avvolgente, tratta la guerra a misura di bambino, interrogando e mettendo in discussione i concetti di innocenza e crudeltà, di purezza e corruzione, di bene e male.
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