Frankenstein è donna e rivoluzionaria. L’elogio della conoscenza di Lanthimos è (finalmente) in sala

In sala dal 25 gennaio (per The Walt Disney Company Italia) “Povere creature!”, Leone d’oro 2023 del greco Yorgos Lanthimos, tratto dal romanzo dello scozzese Alasdair Gray. Storia di una Frankenstein femminile, Bella, col volto della bravissima Emma Stone, che è soprattutto un’adulta-bambina con la fretta di rimettere in paro l’età cerebrale con quella fisica. Un romanzo di formazione ironico, surreale, femminista, che passa attraverso il sesso e la letteratura come fonti di emancipazione…

 

Bildungsroman, o romanzo di formazione, per chi non mastica il tedesco. Se dovessimo classificare in un genere Povere creature!, ultima fatica del greco Yorgos Lanthimos, in concorso a Venezia 80, sceglieremmo proprio il Bildungsroman. Un po’ perché lo è a tutti gli effetti, un po’ perché i generi più convenzionali li attraversa tutti senza sistemarsi definitivamente nell’uno o nell’altro.

A ben guardare questo passare per svariati punti senza alcun tragitto predefinito è quello che fa anche la sua protagonista, Bella Baxter, interpretata da una bravissima Emma Stone, candidata forte per la Coppa Volpi (ricevuta già nel 2017 per La La Land, diretto dall’attuale presidente di giura Damien Chazelle). Solo che il tragitto c’è in realtà ed è molto semplicemente la volontà di Bella e il suo desiderio di scoprire il mondo.

Suo padre, o presunto tale, è un chirurgo di grande valore, sfigurato dagli esperimenti che il padre ha condotto sul suo corpo. Un’eredità che in fin dei conti lo ha spinto ad agire allo stesso modo, perché Bella altri non è che una donna morta suicida incinta, da lui ripescata nel Tamigi e prontamente sottoposta a un’operazione paradossale: il trapianto nel corpo della madre del cervello del feto.

Bella è insomma una Frankenstein femminile, con un rapporto incestuoso tra mente e corpo. Ma è soprattutto un’adulta-bambina, con la fretta di rimettere in paro l’età cerebrale con quella fisica. Il film è essenzialmente la comica e straniante dinamica di questo percorso, della sua formazione appunto.

Bildungsroman anche in senso letterale a ben guardare, visto che Lanthimos ha adattato (molto liberamente) un romanzo dello scozzese Alasdair Gray, in Italia pubblicato in prima battuta (1999) da Marcos y Marcos col titolo Vita e misteri della prima donna medico d’Inghilterra, e nuovamente in libreria per Safarà Edizioni.

Elemento determinante dell’avventura di Bella sarà il sesso, su cui Lanthimos si concentra molto senza mai diventare morboso, anzi riuscendo con grande maestria a farne un aspetto cardine di tutto trattandolo con leggerezza, quando non con aperta ironia. La sua protagonista scappa prima con un avvocato dongiovanni (geniale l’intuizione di farlo interpretare a Mark Ruffalo) e poi si perde per il mondo dopo averlo abbandonato, guadagnandosi da vivere per molti anni come prostituta a Parigi.

Menzione speciale è d’obbligo per la scenografia, volutamente esasperata nel suo surrealismo. Le città in cui si snoda la trama sono riconoscibili ma non reali: i tram di Lisbona fluttuano nell’aria, Alessandria è una scalinata rotta che divide ricchi e poveri, Parigi un’innevata sequela di assurdità.

Accanto alla sfera erotica, è la lettura a fare da motore allo sviluppo di Bella. È tramite i libri che legge che il suo linguaggio si evolve rapidamente verso quello di una ragazza prima e poi di un’adulta vera e propria, nonché molto brillante, tanto da arrivare alla decisione di divenire medico, come il suo padre-chirurgo (un sempre bravo Willem Dafoe).

Povere creature! in concorso a Venezia 80 ha trionfato con il Leone d’oro. Da qui in poi è stata una corsa veloce alla conquista di tutti i premi cinematografici possibili che, siamo certi, si concluderà con l’Oscar.