“Generazioni di oggi e di ieri unite nelle lotte”. Solo così la festa può continuare, parola di Robert e Ariane
Intervista a Robert Guédiguian con Ariane Ascaride, in occasione dell’uscita in Italia dell’ultimo film del regista francese: “E la festa continua!” nei cinema dall’11 aprile (per Lucky Red). Limpegno politico, soprattutto quello delle giovani generazioni, la speranza nel cambiamento tornano come temi privilegiati del suo, del loro cinema. Consapevoli che e “i giovani oggi sono in grado di inventare forme di lotta diverse da quelle di un tempo, ma non devono dimenticare anche il terreno più tradizionale della politica: il voto, l’organizzazione dei partiti senza dei quali si rischia di lasciare il campo alla reazione fascista” …
“Sicuramente i giovani oggi stanno dimostrando che sono in grado di inventare forme di lotta diverse da quelle tradizionali, come i partiti e sindacati di un tempo. E, anzi, le loro azioni portano spesso a un risultato immediato. Non devono dimenticare, però, che esiste un terreno più tradizionale della politica: il voto, l’organizzazione del partito che non devono essere totalmente accantonate dalle nuove forme di lotta, altrimenti si rischia di lasciare questo terreno alla reazione fascista”.
Robert Guédiguian, il cantore della classe operaia francese, della sinistra e delle loro sconfitte, è a Roma per presentare il suo nuovo film E la festa continua! (nei nostri cinema dall’11 aprile con Lucky Red) insieme ad Ariane Ascaride, la sua compagna di arte e di vita e qui nuovamente protagonista nei panni di Rosa, alle prese tra militanza e famiglia.
Il film, che prende le mosse da un tragico fatto di cronaca, il crollo di due edifici popolari nel 2018 a Marsiglia, che ha causato la morte di otto persone, è anche e, soprattutto, una vitale riflessione piena di speranza sull’impegno delle nuove generazioni, sulla volontà dei giovani di essere una forza potente e determinata nel plasmare il futuro della politica e della società.
D. Un esempio recente di rivolta dei giovani è il movimento di emancipazione femminile Donne, Vita, Libertà che dall’Iran ha riempito le piazze di tutto il mondo. Ma la sua sconfitta, di fatto, ha fatto crescere soltanto la disilusione…
“È importante incoraggiare l’innovazione nelle forme di resistenza e di lotta – aggiunge Robert Guédiguian- , ma bisogna anche dare la dovuta importanza al voto, le elezioni, i partiti. Ricollegandomi al film, quello che idealmente dovrebbe succedere è che tutti i ragazzi, riuniti nella lotta per cambiare il nome della piazza da intitolare alle vittime del crollo, votino per Rosa – n.d.r. interpretata da Ariane Ascaride – la candidata della sinistra che, nonostante le delusioni e le divisioni, ci mette la faccia e il suo impegno per cambiare il volto della città come sindaca. Quindi, da una parte ci deve essere la lotta per il risultato immediato ma dall’altra il riconoscimento di questa lotta in un’ottica di partito.”
Arianne Ascaride, aggiunge: ”Sono molto, molto, molto rispettosa nei confronti della lotta delle donne Iraniane che sono nate sotto un regime e, nonostante non abbiano mai conosciuto direttamente nessuna forma di democrazia, si battono per essa. Ma comunque non bisogna illudersi che il percorso di lotta sia breve, anzi. Penso che sia fondamentale formarsi politicamente e interagire con tutte le classi sociali, non solo con l’élite. In questo modo una Rosa, come nel nostro film, ci potrà sempre essere”.
D. Rosa dopo aver litigato con i suoi compagni di partito, mostra quasi una certa volontà di dividere il personale dal politico…
“Questo è un dilemma che affligge le persone come Rosa, politicamente impegnate a tempo pieno – prosegue il regista – che a un certo punto si chiedono se stiano sacrificando la propria vita personale e familiare. Sono domande legittime e giuste da porsi, ma in generale sono passeggere per chi comunque ha il coraggio e la stoffa del militante”.
“Certi quesiti – aggiunge Ascaride-Rosa – vengono vissuti in maniera ancora più difficile e profonda dalle donne. In noi il senso di colpa è molto più forte, perché il senso comune, in tutto il mondo, ci vuole ancora oggi nel ruolo di curatrici della famiglia e all’uomo viene riconosciuta sempre maggiore libertà. Quindi se una donna fa militanza politica, sicuramente per lei è ancora più difficile.”
D. Antonio, il fratello di Rosa, il comunista, è dipinto con grande tenerezza. Come un personaggio legato al passato, anche nella maniera di fare politica …
“Anche se sembra meno attivo di Rosa nelle lotte politiche – spiega Robert Guédiguian – Antonio è molto attivo nella vita quotidiana. La sua caratteristica è quella di essere un innamorato permanente che pratica la libertà come atto quotidiano. Accogliere un’immigrata senza casa e aiutare un’amica vittima di violenza domestica ne sono l’espressione. Il suo personaggio ci dice che bisogna agire sempre, scegliere sempre. Essere militante non significa solo partecipare alle grandi manifestazioni e ai grandi processi di lotta, ma agire ogni giorno nei confronti delle persone vicine, nel proprio quartiere, trasferire l’impegno politico nella vita di tutti i giorni e avere la libertà di poterlo fare.”
D. Nei suoi film c’è spesso il leit motif dell’ Armenia, il suo paese di origine. Le Voyage en Arménie del 2005 ne è un omaggio esplicito. Anche ne E la festa continua! il tema è molto presente, in particolare attraverso la figura dei figli di Rosa, di cui uno è molto impegnato. Per l’identità armena cosa ha rappresentato la perdita dell’Artsakh, il Nagorno-Karabakh, regione montuosa oggetto di scontri e tensioni internazionali, sfociate nella pulizia etnica del 2020 che ha portato l’enclave armena all’occupazione da parte dell’ Azerbaigian?
“Per gli armeni della diaspora che vivono in Francia, l’Armenia post sovietica è qualcosa di fondamentale, perché è come se fosse l’unica possibilità che hanno di immaginare di poter esistere. Perché è vero sicuramente che la cultura, la lingua, il cibo, la musica e tutte le tradizioni possono anche essere mantenute in vita, però se non c’è un territorio che gli armeni possono chiamare casa, se non c’è un posto sicuro in cui è possibile dire questa è casa mia, probabilmente c’è il rischio che anche tutte queste tradizioni scompaiano”.
Arianne Ascaride aggiunge: “Sicuramente la cosa fondamentale per gli armeni è che abbiano un luogo, seppure piccolo, in cui loro possano tornare e dire: ecco questa è casa mia.”
Come dice Rosa nel film: “Dobbiamo affermare incessantemente che niente è finito, che tutto può cominciare e continuare”. Così come la festa del titolo. E quel suo messaggio di speranza evidenziato dalla capacità dei giovani di lottare per il cambiamento. Arianne Ascaride, infatti, conclude: “Ci vuole tempo e tanta pazienza per i cambiamenti, che per i giovani possono essere virtù difficili da avere. Ma nonostante tutto bisogna continuare. E, in ogni caso, anche noi delle vecchie generazioni siamo al vostro fianco ed in ogni momento potete rivolgervi a noi per trovare consigli.”
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