Gli anni Super8 di Dacia Maraini regista. Il 4 maggio al Farnese di Roma col CSC


Dacia Maraini e il cinema: una lunga relazione capace di raccontare la storia del secondo dopoguerra tramite l’inconfondibile stile realistico e documentaristico.

Se noti al grande pubblico sono infatti gli adattamenti cinematografici dei suoi romanzi più celebri, da Teresa la ladra di Carlo Di Palma a Storia di Piera di Marco Ferreri a Marianna Ucrìa di Roberto Faenza, meno lo sono i suoi titoli da regista.

A tal proposito, il CSC – Cineteca Nazionale presenta “in anteprima” cinque cortometraggi in Super8 dell’autrice, presso il Cinema Farnese Arthouse nella giornata di giovedì 4 maggio 2023 alle ore 19.00. Presenzierà all’incontro anche la stessa Maraini, assieme a Annamaria Licciardello, responsabile della Diffusione Culturale della Cineteca Nazionale

Nata a Fiesole il 13 novembre del 1936 da un padre scrittore fiorentino e una madre gallerista della nobiltà siciliana, Dacia seguirà la vita movimentata della famiglia prima in Giappone, dove vive anche i patimenti all’interno di un campo di concentramento (lo racconta lo splendido documentario Haiku on a Plum Tree di Mujah Maraini-Melehi) e poi la separazione dei genitori a 18 anni e quindi il suo trasferimento a Roma con il padre, dove comincia ad inserirsi nell’ambiente culturale capitolino. È qui che nei primi Sessanta si fa conoscere per i suoi primi romanzi, La vacanza (’62), L’età del malessere (’63) e A memoria (’67). Sono quelli, anche, gli anni dell’impegno politico e femminista. È tra le fondatrici de il teatro romano La Maddalena e in questa direzione va anche la sua produzione teatrale, tra cui, emblematico è Dialogo di una prostituta con un suo cliente, 1978.

Nel suo lungo percorso artistico si occupa anche di sceneggiatura: Uccidete il vitello grasso e arrostitelo di Salvatore Samperi, La donna invisibile di Paolo Spinola, Il fiore delle Mille e una notte (1974) di Pier Paolo Pasolini che segna l’inizio di una lunga amicizia e sodalizio artistico. Ricordati recentemente, in occasione del centenario della nascita del poeta corsaro, nel memoir Caro Pier Paolo (Neri Pozza Editore)«Caro Pier Paolo, stanotte ti ho sognato. Avevi il solito sorriso dolce e mi dicevi: ‘Sono qua!’».

Tante le avventure e i viaggi di Dacia vissuti con Pasolini nel corso della loro lunga amicizia condivisa anche col Alberto Moravia, compagno di una lunga fetta della vita della scrittrice (ne è stata la compagna dal 1962 al 1983).

A tal proposito emblematica una loro collaborazione cine-letterario: Dacia Maraini ha firmato la regia e la sceneggiatura del film L’amore coniugale del 1970, tratto dal racconto omonimo di Moravia: la storia di Silvio, un giornalista che decide di trasferirsi a Bagheria per dedicarsi completamente alla scrittura del suo primo romanzo. La narrazione si dipana tra le difficoltà incontrate nella scrittura del protagonista, il tradimento della moglie e infine l’abbandono di Bagheria per il ritorno a Roma.

L’attività da regista della scrittrice, invece, è stata per lungo tempo messa da parte e oggi grazie all’iniziativa della Cineteca Nazionale viene resa del tutto visibile. La proiezione dei cinque corti e mediometraggi girati in Super8 tra il 1976 e il 1982 sapranno rivelarci quel qualcosa in più capace di completare il quadro di un’Artista così poliedrica: Maraini non è solo una scrittrice, una regista e sceneggiatrice, ma anche operatrice e montatrice capace di produrre il tutto a bassissimo budget e in modo indipendente. Durante la visione sarà possibile riconoscere quelli che sono i temi ricorrenti anche nella sua produzione letteraria.

I cinque titoli sono: La bella addormentata nel bosco: dove la protagonista, Rosa, viene raccontata in estrema sintonia con con il suo inconscio femminile (cit. Maraini); Mio padre amore mio è la riedizione di un film perso nel ’78 da un laboratorio di produzione cinematografico e la storia ci racconta di Fede, la protagonista, che prima di entrare in scena a teatro ripensa al rapporto con suo padre;  Giochi di latte, in cui si riflette sulla sua dimensione simbolica e ancestrale del latte rapportato alla dimensione femminile e per concludere Trio e Lo scialle azzurro (entrambi firmati insieme a Giustina Laurenzi e Paola Raguzzi): rispettivamente una vacanza al mare tra care amiche e una storia d’amore segnata da uno scialle azzurro, appunto.

CSC – Cineteca Nazionale, ingresso libero fino a esaurimento posti.