Goliarda e le sue compagne. Mario Martone porta “Fuori” la scrittrice irriducibile

Passato in concorso a Cannes, “Fuori” di Mario Martone, unico italiano in corsa per la Palma d’oro. Firma il soggetto Ippolita di Majo: un road movie nella Roma degli Ottanta attraverso l’amicizia, la complicità e l’amore di Goliarda Sapienza con due compagne conosciute in carcere interpretate da Matilde De Angelis ed Elodie. Fonte d’ispirazione per il film due libri meno noti dell’autrice catanese: “L’università di Rebibbia” e “Le certezze del dubbio”. Dopo la prima al Festival, il film arriva in sala il 22 maggio per 01 Distribution …

Come spesso accade nel cinema di Mario Martone c’entra il teatro. Il filo di mezzogiorno, adattamento dell’omonimo romanzo di Goliarda Sapienza è stata una sua pièce di successo. Donatella Finocchiaro ha dato il volto alla scrittrice catanese qui colta in dialogo col suo psicoanalista, all’indomani di uno dei momenti più difficili della sua vita: la depressione, i ricoveri in manicomio, i ripetuti elettroschok.

Ma non solo. La pièce ha dato anche il la ad un cambio di prosepettiva. Da anni Martone inseguiva l’idea di un biopic sulla scrittrice più controversa e misconosciuta del nostro Novecento. Almeno da quando aveva messo gli occhi su L’arte della gioia, proprio quel suo romanzo capolavoro che, rifiutato dagli editori italiani in vita, le ha donato il successo post-mortem in Francia dove è stato pubblicato nel 2005 e trasformato in caso mediatico (qui l’intervista alla traduttrice francese).

Prima di lui, però, è arrivata Valeria Golino da regista. Il successo della sua serie tv L’arte della gioia ha riempito i media (nonché i David) nel corso dello scorso anno. Dove da Cannes 2024 è avvenuto il lancio come si confà ad una gloria nazionale: tale ormai è Goliarda Sapienza in Francia.

È Ippolita di Majo allora, sceneggiatrice e compagna di vita e di lavoro del regista napoletano (suo è anche l’adattamento teatrale de Il filo di mezzogiorno) a mettersi al lavoro su un soggetto del tutto diverso dalle ipotesi fatte fin lì. Un road movie nella Roma d’agosto del 1980 in cui la scrittrice percorre la città in compagnia di due compagne ex detenute. Ecco a voi Fuori, l’unico film italiano in corsa per la Palma d’oro a Cannes 2025. Valeria Golino nei panni della scrittrice chiude il cerchio. Matilde De Angelis ed Elodie l’accompagnano.

Attraverso l’eleganza razionalista dei Parioli – qui abitava Goliarda – e le geometrie chiuse del carcere, Martone accompagna la protagonista – e ci accompagna – in un viaggio esistenziale tra due mondi agli antipodi: L’Università di Rebibbia, come la stessa scrittrice ha definto nel romanzo quella sua profonda esperienza di vita e condivisione umana, a seguito di quel furto di gioielli che la rese ladra tra le ladre, lei intellettuale, anarchica, controcorrente, femminista fuori dagli schemi e allergica anche alle ideologie del suo tempo. E il fuori, appunto, le difficoltà del dopo galera, il mondo che esclude la diversità, il lavoro che non ti da nessuno, l’errore che non ti si perdona. E che Goliarda ancora una volta denuncia con la scrittura ne Le certezze del dubbio, altro suo testo, meno conosciuto, ad aver ispirato il film.

Attraverso i due libri, sottolinea Martone, “incrociandoli, abbiamo creato due film paralleli, uno dentro il carcere e l’altro fuori. C’è una componente visionaria nella scrittura di Goliarda Sapienza. C’è un solido realismo di base nella sua narrazione, ma poi improvvisamente si scarta, i piani temporali si disallineano, le immagini mentali prendono il sopravvento”.

C’è il vero carcere di Rebibbia nel film, e anche le vere detenute. Le Donne del muro Alto, la compagnia teatrale diretta da Francesca Tricarico all’interno del femminile romano. Da dentro a fuori, poi, c’è soprattutto l’amicizia, il legame di solidarietà e d’amore fra Goliarda e le altre due compagne: Roberta, col volto di successo di Lidia Poët, al secolo Matilde De Angelis, detenuta abituale e militante politica; Barbara col corpo di Elodie, “la dea” come la definisce la stessa scrittrice.

C’è poi una cura straordinaria nella ricostruzione dei luoghi e degli ambienti frequentati da Goliarda. Il suo vero appartamento, lo racconta emozionata Valeria Golino, dove era stata appena diciottenne allora impegnata su set di Citto Maselli, a lungo compagno della scrittrice. E c’è anche un quadro di Titina Maselli, la sorella pittrice dell’autore di Storia d’amore a cui la scrittrice è stata anche legata, a dire la fedeltà al suo vissuto .

Sul filo dell’orizzonte, invece, resta il contesto politico. Gli anni di piombo, per molti. Ma non per il regista: “Non sono stati solo quello, ma anche anni di grande utopia, libertà, immaginazione, sperimentazione artistica e umana. E sicuramente Goliarda Sapienza ha a che fare anche con quel mondo, ne vede dolori e contraddizioni. Bisognava che tutto questo venisse fuori. Il personaggio di Roberta lo consente. La politica doveva rimanere all’orizzonte”. Sarà proprio Roberta-Matilda infatti a darle lo spunto per riprendere la scrittura. Ma anche per spiegare, finalmente, il perché di quel furto: “L’ho fatto per rabbia, per provocazione. Lei era molto ricca, io diventavo sempre più povera. Più diventavo povera e più le davo fastidio. Magari mi invitava nei ristoranti più cari, ma mi negava le centomila lire che mi servivano per il mio libro. Le ho rubato i gioielli anche per metterla alla prova, ma ero sicura che mi avrebbe denunciato”.

Anche Fuori ora è diventato un libro per Edizioni Cineteca di Bologna a cura di Paolo Mereghetti e Alberto Libera. Mentre il film esce in sala il 22 maggio, con anteprima speciale mercoledì 21 maggio (ore 20.45) in diretta dal Cinema Teatro Ariston di Sanremo e in live streaming in di tutta Italia con Mario Martone, Ippolita di Majo e le tre protagoniste.


Gabriella Gallozzi

Giornalista e critica cinematografica. Fondatrice e direttrice di Bookciak Magazine e dei premi Bookciak, Azione! e Bookciak Legge. Prima per 26 anni a l'Unità.

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