Bezos, Musk & gli altri grandi fratelli. Raoul Peck rilegge Orwell e infiamma Cannes
Passato nella sezione Cannes Première “ORWELL: 2+2=5″ rilettura potente del profetico “1984” di George Orwell, firmato da Raoul Peck, strordinario regista haitiano militante. Attraverso il cinema, il repertorio e la stessa vita dello scrittore britannico, l’autore di I Am Not Your Negro mette insieme tutte le tessere del mosaico per denunciare il capitalismo del controllo in cui viviamo. Il film arriverà prossimamente al cinema con I Wonder. Intanto il pubblico del festival gli ha tributato applausi e standing ovation …
C’è anche Giorgia Meloni tra i leader sovranisti che delle balle – leggi fakes news – fanno l’ingrediente principale della loro politica. In questo caso “è il genocidio dei cristiani nel mondo”. Ma “lo vogliamo denunciare, ci vogliamo far sentire” si infervora Giorgia alzando i toni mentre la folla, a comando, applaude scrosciante. Seguono altre performance in tema – migranti e sicurezza i più gettonati -, dell’ungherese Orban, dell’argentino Milei e del più esperto di tutti: Donald Trump.
Messa così sembra quasi uno sherzo. Invece è il collasso della democrazia. George Orwell ci aveva avvisati. E oggi “orweliano”, di là dall’Oceano soprattutto, è uno degli aggettivi più odiati dai potenti. Ottimo motivo per riprendere in mano il profetico 1984 e rileggerlo alla luce del presente.
A farlo è un autore il cui nome è una garanzia: Raoul Peck, lo straordinario regista haitiano di I Am Not Your Negro dedicato all’attivista per i diritti James Baldwin; di Lumumba, eroico presidente della stagione d’indipendenza del Congo assassinato e, ancora, Il giovane Marx.
Nella sala Debussy di Cannes, stracolma fino all’ultimo spalto, il suo ORWELL: 2+2=5 è stato applaudito con una standing ovation di quasi 20 minuti. L’entusiasmo del pubblico festivaliero è già la miglior cartina al tornasole per testare la drammatica attualità di quelle pagine, da cui il regista parte per intrecciare, attraverso repertorio e cinema, il racconto degli gli ultimi anni di vita dello scrittore britannico, quelli appunto della stesura del suo romanzo capitale – siamo nel 1949- dove mette giù su carta quello che oggi è cronaca quotidiana: totalitarismo, capitalismo del controllo, lo spettro onnipresente del grande fratello.
Raul Peck, appassionato narratore della memoria, già nei natali dello scrittore inquadra uno degli obiettivi d’arrivo: il colonialismo come braccio violento del capitalismo occidentale. È in Bengala, India che nasce nel 1903 Eric Arthur Blair, da una famiglia della media borghesia britannica che in quella terra può permettersi agi e stili di vita altrimenti impensabili in patria. Tata locale compresa. È con lei la prima foto dello scrittore da bambino che vediamo.
I primi anni del Novecento scorrono via così. Quelli successivi, i nostri, ce li raccontano le immagini di scontri, violenze, assalti dell’esercito sulla popolazione di quegli stessi stati, oggi colonie del capitalismo globalizzato. Esodi, fughe e migrazioni ne sono le conseguenze. E sempre più brutali le forme di respingimento “orweliane”. L’immagine di Aylan Kurdi, il bambino riverso sulla spiaggia di Bodrum in Turchia arriva come una bomba sul cuore.
ORWELL: 2+2=5 è anche una appassionata riflessione sul cinema. Già nel 1954 il regista austriaco Rudolph Cartier ne offre una prima lettura; seguiranno quelle di Michael Radford nel 1984 e di Michael Andersonnel 2000. Momento clou in ciascuna di esse, quel 2+2=5 – del titolo – che impone come risposta il torturatore al torturato. A dirci come la verità la stabilisce il potere.
È un collage febbrile e appassionato quello che compone Raoul Peck. Eccoli da Jeff Bezos, proprietario di Amazon a Andy Jassy di CEO; dal boss di Meta (FaceBook) Mark Zuckerberg ad Elon Musk di X (xAI-Grok); come Sam Altman di OpenAi (chatGpt) e Satya Nardella di Microsoft, fino a Sundar Pichai di Alphabet (Google). Tutti alla corte del grande fratello Donald Trump. Con Edward Snowden, l’attivista che il grande fratello a stelle e a stricie ha svelato, a fare la parte di Cassandra .
L’ignoranza è forza; la guerra è pace; la libertà è schiavitù. I motti “orweliani” di 1984 che ieri erano solo profetici oggi raccontano la realtà. Raoul Peck ne aggiunge anche altri di suo. Alla parola “Antisemitismo”, per esempio, si legge più o meno così: la copertura usata da Netanyahu per steminare il popolo palestinese. Gli applausi a scena aperta, durante la proiezione, commuovono.
ORWELL: 2+2=5 arriverà prossimamente nei cinema italiani con I Wonder. Non perdetelo.
Gabriella Gallozzi
Giornalista e critica cinematografica. Fondatrice e direttrice di Bookciak Magazine e dei premi Bookciak, Azione! e Bookciak Legge. Prima per 26 anni a l'Unità.
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