Guarda chi si rivede: la censura. Sotto attacco il cinema palestinese

Cambio di sede per la proiezione del 15 marzo di “3000 Nights” della palestinese Mai Masri. Non più il teatro Palladium che l’Università RomaTre ha negato all’ultimo momento (e concederà il 6 aprile con tavola rotonda), ma la sede dell’Aamod che organizza l’incontro e non rinuncia all’iniziativa. “Tira una brutta aria”, commenta Vincenzo Vita dell’Archivio Audiovisivo del movimento operaio e democratico. E pure il cinema Aquila è preso di mira per la sua programmazione “palestinese”…

Quel film non s’ha da proiettare. Il diktat è arrivato nel pomeriggio del 13 marzo a sole 48 ore dalla prevista proiezione al teatro Palladium di Roma, organizzata dal Cineforum Palestina e dall’Aamod (l’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico) che al cinema palestinese – grazie a Monica Maurer- dedica da sempre spazi periodici.

Il film in questione è 3000 Nights di Mai Masri, una delle più note registe di origini palestinesi (padre di Nablus e madre texana), habituée dei festival internazionali e nota soprattutto per i documentari di denuncia sulla condizione dei bimbi dei territori occupati e nei campi profughi in Libano.

Passato con successo al Festival di Toronto 2015, 3000 Nights è il racconto, tratto da una storia vera, del dramma di un’insegnante palestinese che si trova ad affrontare la maternità nell’inferno di un carcere israeliano, dove è stata rinchiusa ingiustamente. Un quotidiano fatto di violenze e torture, denunciato recentemente da un altro autore palestinese, Raed Andoni, col suo Ghost Hunting, Orso d’oro come miglior documentario all’ultima Berlinale.

Ebbene, la proiezone in anteprima italiana di 3000 Nights (tra l’altro in cerca di un distributore italiano) era prevista la sera del 15 marzo al Palladium, teatro capitolino gestito dall’Università RomaTre. Una iniziativa concordata da tempo e messa a punto fin nei minimi dettagli, finché all’improvviso è arrivato il dietrofront dell’Università: porte chiuse alla serata organizzata dall’Aamod.

Una telefonata a ciel sereno, dunque, quella che ha negato il Palladium per la proiezione del film di Mai Masri. Preceduta però, sembrerebbe, da molte altre e concitate comunicazioni, intercorse tra l’ambasciata israeliana e il rettorato di RomaTre, dove si è svolto persino un “gran consiglio” che, alla fine, ha imposto il seguente diktat: niente proiezione il 15 marzo, ma slittamento al 6 aprile con tavola rotonda di “accompagno” al film con critici e gornalisti, pronti al “contraddittorio”.

3000 Nights sarà comunque presentato il 15 marzo nella sede romana del’Aamod – via Ostiense 106 – con quattro proiezioni: ore 16, 18, 20 e 21. Alle 20 la regista Mai Masri incontrerà il pubblico.

“Forse aveva ragione Lenin quando diceva che il cinema è l’arma è più forte”, commenta Vincenzo Vita presidente dell’Archivio audiovisivo del movimento operaio.”Evidentemente l’Università di RomaTre l’ha preso alla lettera – conclude – . Siamo davvero colpiti e inquieti. Cè proprio un brutto clima”.

La censura a 3000 Nights, infatti, non è l’unica. Nei giorni scorsi è finita nel mirino, stavolta del Comune, anche la programmazione del cinema Aquila di Roma che, dopo la chiusura, è gestito dal collettivo SCCA (Spazio Comune Cinema Aquila).   Sotto accusa anche in questo caso tre film palestinesi: The wanted 18 di Amer Shomali che “racconta con ironia la disubbidienza civile del paese di Beit Sahour”; This is my land… Hebron, premiatissimo documentario di Giulia Amati e Stephen Natanson;  The salt of the sea della regista Annemarie Jacir, in cui la protagonista ripercorre con rabbia il passato della sua famiglia vittima dell’occupazione israeliana. Ma non solo, sotto attacco anche Piccolo mondo cane, doc dedicato all’autogestione del canile comunale della Muratella portata avanti dai lavoratori ex dipendenti del centro. Il blocco alla programmazione, spiegano gli organizzatori, è stato richiesto dal V Municipio con “infami accuse di antisemitismo”. Ma il No alla censura del SCCA è stato immediato, con conseguente conferma della programmazione.