Il cinema dei confinati. Arriva “Il giorno e la notte” di Daniele Vicari (& Co.)

Dal 17 giugno in esclusiva su Rai Play “Il giorno e la notte” il nuovo film di Daniele Vicari interamente girato durante il lockdown dagli stessi interpreti. E sì ciascun attore chiuso in casa si è reinventato nei tanti ruoli di una toupe. Tra gli interpreti Isabella Ragonese, Francesco Acquaroli, Vinicio Marchioni. Produce la KON-TIKI, nuova etichetta fondata dallo stesso Vicari …

La miglior frase per presentare Il giorno e la notte, l’ultimo film di Daniele Vicari che sbarcherà su Rai Play il 17 giugno, l’ha pronunciata proprio il regista subito dopo la proiezione: «il cinema deve collegarsi con quello che gli accade attorno». Forse possono sembrarlo, ma non sono parole vuote.

Quando a marzo dello scorso anno il lockdown è piombato nelle nostre vite dal nulla, Vicari si è lanciato in quella che potrebbe sembrare un’impresa brancaleonesca: ha fondato una casa di produzione (la KON-TIKI) e ha iniziato a scrivere un film (assieme ad Andrea Cedrola).

Il film non lo ha solo scritto, ma lo ha anche diretto. Diretto, ma non girato, perlomeno non materialmente. A farlo per lui sono stati i suoi attori, anche loro confinati nelle proprie abitazioni, che armati di smartphone e del minimo indispensabile hanno svolto tutti i ruoli della troupe: fonici, elettricisti, costumisti, truccatori, operatori di macchina.

«Ti ricordavi solo alla fine che dovevi pure recitare», ha scherzato Vinicio Marchioni, uno degli interpreti del film. Anche se poi realmente firmano la fotografia Gherardo Gossi, la scenografia Beatrice Scarpato, i costumi Francesca Vecchi e Roberta Vecchi, il suono in presa diretta Alessandro Palmerini, il montaggio Andrea Campajola, mentre le musiche originali sono di Teho Teardo.

Facendo di necessità virtù, Il giorno e la notte è interpretato da tre coppie reali di attori, che vivendo la quarantena insieme potevano quindi recitare faccia a faccia: il già citato Marchioni e Milena Mancini, Francesco Acquaroli e Barbara Esposito, Dario Aita ed Elena Gigliotti. A loro, in dialogo sempre veicolato da un monitor, si aggiungono anche gli altri tre protagonisti: Isabella Ragonese, Matteo Martari e Giordano De Plano.

Già si sente, un po’ timidamente, parlare di smartfilming. Ma Il giorno e la notte è forse l’opposto. Smart è ormai tutto quello che taglia fatiche e processi difficoltosi permettendoci di avere tutto a portata di mano. Il film di Vicari è invece un atto di coraggio, messo in piedi nonostante non si avesse proprio nulla per le mani e con difficoltà immense sempre dietro l’angolo.

Di smart non c’è proprio nulla, è stata certo la tecnologia ad aver permesso la riuscita del progetto, ma che la tecnologia permetta di fare film è vero sin dai tempi dei Lumière. E non va dimenticato che le “macchine da presa” che hanno dato vita a Il giorno e la notte non sono nemmeno lontanamente paragonabili per qualità e praticità a quelle di un set convenzionale.

Non farsi fermare dal virus, fare della quarantena e dei luoghi di “reclusione” degli attori degli elementi narrativi, affidarsi ciecamente al proprio cast. A ribadire che il cinema è un lavoro collettivo. Tanto più in questo caso.