Il tempo ritrovato (al cinema) di Liliana Cavani. Il nuovo film dai libri di Carlo Rovelli

Liliana Cavani torna al cinema con un nuovo film dedicato al tempo, scritto in collaborazione col fisico Carlo Rovelli ai cui testi è ispirato (in particolare “L’ordine del tempo”). Al momento è pronta la sceneggiatura e le riprese sono previste in primavera. Sarà una riflessione sul tempo: una nozione apparentemente afferrabile nell’esperienza di ognuno, ma che obbedisce anche a leggi fisiche e matematiche …

Il tempo non esiste. Non è più Sant’Agostino a dirlo, parlando di “dimensione dell’anima”, ma il fisico Carlo Rovelli nel suo L’ordine del tempo (Adelphi, 2017), uno dei testi dallo scienziato che farà da traccia al nuovo film di Liliana Cavani. La sceneggiatura, ispirata anche agli altri libri dello scrittore coinvolto in prima persona nella stesura, insieme alla stessa regista e a Paolo Costella, è già ultimata, e attende soltanto di essere portata sul set, probabilmente in primavera e Covid permettendo.

A partire dalle battaglie del Sessantotto ne I cannibali (1970), fino alle miserie e alle macerie di una Napoli appena liberata dagli Alleati nel ’43 ne La pelle (1981) – dall’omonimo romanzo di Curzio Malaparte (Adelphi, 2010) –,  Liliana Cavani coi suoi film ha raccontato il Novecento, quel secolo che in Al di là del bene e del male (1977), viene definito da Lou Salomé “il nostro secolo”, mentre abbraccia il filosofo Nietzsche ormai sprofondato nella pazzia.

Un secolo attraversato anche dagli orrori del nazismo, che la regista ha scelto di raccontare in modo totalmente anticonformista con Il portiere di notte (1974), ambiguo ritratto del cupo rapporto di dipendenza vittima-carnefice (nazista-ebrea), che ha fatto gridare allo scandalo i più, garantendo allo stesso tempo la notorietà internazionale della sua produzione.

A sei anni dal suo ultimo film per la televisione su Francesco D’Assisi (Francesco, 2014),  e dopo il lungo ciclo di retrospettiva che quest’anno la RAI le ha dedicato, la regista emiliana torna al cinema con una riflessione sul tempo: una nozione apparentemente afferrabile nell’esperienza di ognuno, ma che obbedisce anche a leggi fisiche e matematiche. Un concetto difficile da definire, al quale lei stessa si è approcciata sin da bambina, quando gli aerei americani bombardavano Carpi: la “sequenza sirena-rifugio-bombe-sirena” – ricorda Cavani in un’intervista a Il Resto del Carlino – era infatti diventata per lei “una sequenza di tempo”.

Già autrice della miniserie televisiva Einstein (2008), Cavani è rimasta affascinata dagli scritti di Rovelli, capaci di trasmettere lo stupore per la scienza anche a chi non è del mestiere, e ha condiviso con lo scrittore il desiderio di raccontare una storia che avesse al centro “un episodio imprevisto”, così come può accadere nella vita di tutti. Il tempo – ritiene la regista – , legandosi alla dimensione dell’attesa, del sogno e del rimpianto, è infatti ciò contro cui ognuno di noi è, in maniera personalissima, in lotta. Ed è ciò che, specialmente in momenti di trauma collettivo, come la guerra, o la pandemia che stiamo vivendo, svela il proprio carattere pubblico e privato insieme.

Un argomento scivoloso, che assume il fascino del mistero anche per la stessa scienza, e che si colloca al centro della ricerca di Carlo Rovelli. Più complesso rispetto al precedente Sette brevi lezioni di fisica (2014), L’ordine del tempo mescola letteratura, prospettive filosofiche, teorie della fisica classica e teorie “di frontiera”, per concludersi con un capitolo sulla morte. Il problema del tempo, che si offre come estremamente stratificato, se pensato radicalmente non è infatti altro che il problema della vita e della sua finitezza.

Dopo tanta speculazione sul tema condotta anche dal cinema, saremo curiosi di vedere, allora, come il tempo possa farsi immagine, divenendo protagonista nella pellicola di una regista che il tempo l’ha sempre narrato, perlomeno quello politico e della nostra Storia.

Produce Indiana Production