Istantanee da Mestre in cerca della felicità

Diciannove racconti minimi di vita quotidiana, stralunata, allucinata, tra romantico, esistenziale e favolistico. È il nuovo libro di Massimiliano Nuzzolo, “La felicità è facile”. Tante citazioni letterarie, cinematografiche, musicali ambientate in quel di Mestre, il “rovescio” di Venezia…

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Questo libro è davvero una continua sorpresa. Si entra lentamente in una pagina, se ne esce trascinati di forza in un altro mondo. Letteralmente. Siamo di fronte a 19 racconti minimi, diversi, contrastanti, istantanee (solo) apparentemente separate. Sono racconti d’amore e di solitudine, di vita quotidiana, stralunata, allucinata, di ordinarie difficoltà, con la felicità che a volte fa capolino ma più di frequente è solo un invadente spot pubblicitario, o magari un inevitabile miraggio sociale (o una “bambinesca” formula chimica, suggerisce l’autore).
Nel libro di Massimiliano Nuzzolo, La felicità è facile (Italic Pequod) il romantico, l’esistenziale, il favolistico, tutti combinati assieme, si danno appuntamento in una città ben precisa: Mestre, il “rovescio” di Venezia, ossia il luogo dei sogni più formattato che ci sia. Mestre, microcosmo-appendice, attracco concreto della città iperturistica, quei necessari “piedi per terra” del “Parco a tema” Venezia.

Mestre, con la sua concretezza, è comunque un “cosmo” assai vario (molto vario, per come ce ne parla l’autore!), che permette persino l’approdo di ET: Spielberg giunge in città proprio per girare il sequel del celebre film dell’extra terrestre. Prima e dopo l’arrivo del regista (che sconquassa la vita cittadina davanti agli occhi spalancati un un bambino mestrino che diviene suo amico, che deve addirittura subire le pressioni della giunta leghista affatto ben disposta nei confronti di una sceneggiatura troppo multiculturale, come avviene in un passo di autentica e piacevole commedia), ecco, nei 19 racconti, un diluvio di fantasia, di rincuoranti assurdità, di calda ironia, di autobiografia volta all’esplorazione della propria e delle altre vite, di spunti che appaiono solo teneri ma sono molto di più, come quello diaristico di un bambino down che sogna di innamorarsi, finalmente, o cambiando del tutto registro, quello dell’uomo che ha perso la moglie, quello dei tossicodipendenti di Mestre e della loro vita quotidiana, quello della liceale che sceglie il suicidio, di un’altra ragazza che vuole diventare Miss Italia, o ancora il racconto della morte del gatto di nome Hemigway.

Le tante citazioni letterarie, cinematografiche, musicali, ne fanno inevitabilmente venire in mente altre, ma danno anche una strana compattezza al libro – altrimenti inevitabilmente frammentato nei suoi disciplinati capitoli – : fanno da colonna sonora ed ispirano, assieme. Allora tutto il libro appare improvvisamente polifonico, in un modo che coinvolge soprattutto la vera protagonista, la città, ed in una narrazione già più volte tentata, e talvolta molto ben riuscita, nel cinema, dal racconto della “vicina” Treviso di Pietro Germi, in Signore e signori, alla Brooklyn di Wayne Wang e Paul Auster in Smoke, e ancora Fellini, Altman e tanti altri fino a, perché no, Sorrentino.

Un racconto “nobile”, di città grandi e piccole, coi loro omini grandi e piccoli, che ha tra i suoi primi cantori il regista anarchico Jean Vigo col suo A propos de Nice. Un solco nel quale può trovare il suo posto La felicità è facile, recando la “spiegazione” di una provincia italiana che non è più quella che conosciamo e nemmeno quella che supponiamo di conoscere: qui ogni cosa ribolle o affonda, gli acquerelli sono divenuti solo tinte forti (non si sa nemmeno più chi abbia portato e da dove i nuovi colori), chi sta a galla racconta, anche per chi non riesce a farlo. Anche per chi pensa di vivere solo brandelli di vita che non vale la pena raccontare. Così, per abbaglianti flash, si compone la storia di un paese, meglio che con una decina di fondi da prima pagina dei nostri grandi quotidiani. Scatti che restano in mente più di tante parole vuote di cui si (ci) riempiono i talk show. Insomma, un bel film.