La spia israeliana che veniva da Hamas

L’incontro tra due nemici giurati: un agente dello Shin Bet e il suo informatore palestinese, figlio di uno dei fondatori del Movimento islamico di resistenza. Dal bestseller, “Il figlio di Hamas”, un doc in chiave thriller…

il-figlio-di-hamas-the-green-prince-02Un documentario tratto da un libro che sembra un film. Anzi un thriller. Che mescola mondi opposti, culture agli antipodi e affonda le sue radici nella strage infinita del conflitto israelo-palestinese. È Il figlio di Hamas dell’israeliano Nadav Schirman, in sala per la neonata distribuzione Wanted e tratto dall’omonimo “diario” di Mosab Hassan Yousef  (Gremese edizioni) che al momento dell’uscita nelle librerie Usa diventò subito un bestseller, portando all’attenzione planetaria l’incredibile storia del “Principe verde”.

“Sono il primogenito dello sceicco Hassan Yousef, uno dei sette fondatori del movimento Hamas – scrive Mosab – . Sono nato a Ramallah in Cisgiordania, in una regione nella quale gli unici territori non occupati erano la piccola Gerico e Gaza, un campo profughi di 360 chilometri quadrati abitato da più di un milione di persone”.

Come sia potuto accadere che con queste radici Mosab sia diventato un collaboratore dello Shin Bet irsraeliano è il cuore stesso del suo libro e quello che ci racconta Nadav Schirman nel suo documentario, affiancando alla testimonianza del protagonista quella di Gonen Ben Yitzhak, il suo reclutatore dell’agenzia di sicurezza interna di Israele. L’incontro tra i due “nemici giurati”, avviene nel Mattatoio, uno dei carceri più duri, dove il giovanissimo Mosab viene richiuso e torturato per giorni, ma dove allo stesso tempo comincia a maturare diffidenza nei confronti delle posizioni brutali di Hamas. Nonostante la vergogna, però, e il senso di colpa, Mosab accetta il reclutamento. Da quel momento sarà il Principe verde e la sua vita sarà fatta a pezzi “come quella piccola, incredibile, lingua di terra sul Mediterraneo, conosciuta come Israele da alcuni, Palestina da altri Territori occupati da altri ancora” scrive nel suo libro. cop.aspx

Bugie, violenza, arresti continui (ma ora per “copertura”) si intrecciano sullo scenario della storia: la dura repressione della Prima Intifada da parte israeliana, la crescita di Hamas che fa vacillare il predominio politico dell’Olp (Organizzazione per la liberazione della Palestina). “L’Olp non è mai stata un’organizzazione di tipo islamico scrive nel suo romanzo Mosab – . Mentre Hamas era animata dal fervore religioso, l’Olp era mossa dal nazionalismo e dall’ideologia di potere. Mio padre era contro la violenza, ma essendo uno dei capi di Hamas si ritrovò inevitabilmente coinvolto”. Il padre di Mosap viene arrestato dalla polizia dell’Autorità palestinese all’indomani dell’omicidio di Rabin, torturato, rilasciato e di nuovo arrestato. Nel mezzo dello scontro interno palestinese ed esterno con Israele, Mosab, nella sua veste di spia cerca di proteggere il padre, e contemporaneamente colpire Hamas che vediamo crescere fino alla vittoria delle elezioni. Intanto a crescere è anche il rapporto di fiducia col suo reclutatore. Mosab e Gonen si coprono a vicenda in questo mondo di segreti e bugie, fino alle estreme conseguenza.  Quando il Principe verde non ce la farà più e volerà negli Stati Uniti, dove l’agente dello Shin Bet lo raggiungerà per scagionarlo dalle accuse di terrorismo – diffuse dagli stessi servizi israeliani – rivelando al mondo intero la loro incredibile storia che il regista Nadav Schirman ci racconta in questo documentario pieno di suspanse e colpi di scena, come un thriller di fantapolitica.