L’amore lesbo di Haynes incanta Cannes

Applausi ed entusiasmo per “Carol” del regista americano. Un amore saffico nella New York dei Cinquanta, dal romanzo “scandalo” di Patricia Highsmith…

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Se c’è una scrittrice la cui opera si può dire ampiamente “saccheggiata” dal cinema questa è sicuramente Patricia Highsmith. Le sue storie noir, i suoi gialli hanno riscosso da subito l’interesse di grandi registi, come Alfred Hitchcock, per esempio, che è stato il primo a dare il la alla lunga serie delle trasposizioni dei suoi romanzi col film L’altro uomo, ispirato al suo primo titolo, Sconosciuti in treno, del 1950. Il suo personaggio più celebre, poi, Mister Ripley, truffatore, assassino e manipolatore ha affascinato nel tempo autori come René Clémént (Delitto in pieno sole), Wim Wenders (L’amico americano), Anthony Minghella (Il talento di Mr. Ripley) e Liliana Cavani (Il gioco di Ripley). Eppure ci sono voluti sessant’anni prima che il cinema si accorgesse di The Price of Salt, il suo secondo romanzo che nel 1952 firmò con lo pseudonimo di Claire Morgan, (in Italia Carol, Bompiani), per “tutelarsi” dallo scandalo librojpgche una storia come quella di Therese e Carol, un amour fou al femminile, potesse suscitare nell’America  puritana e maccartista del dopo guerra.

Diventato nel tempo un culto della letteratura lesbo, ora Carol è arrivato al cinema in una delle più belle riletture dei suoi romanzi (firma l’adattamento la sceneggiatrice Phyllis Nagy) per la regia di un autore raffinatissimo come Todd Haynes, in corsa con questo film per la Palma d’oro. Con due interpreti straordinarie, Cate Blanchett e Rooney Mara, il film ci immerge nelle atmosfere patinate e caramellose della New York dei Cinquanta, alla vigilia di Natale, tra luci e balocchi dei grandi magazzini. È qui che avviene l’incontro fatale tra Therese (Mara), giovanissima aspirante fotografa (nel romanzo è una scenografa) in veste di commessa per sbarcare il lunario e, la bellissima, affascinante e ricca Carol (Blanchett). Therese, fragile e insicura, ha un giovane fidanzato, innamoratissimo, che la vorrebbe portare all’altare, aspirazione di ogni ragazza perbene in quegli anni. Carol, invece, adulta, sicura di sè, ha una figlia piccola e un matrimonio arrivato al capolinea con un banchiere dell’alta finanza, minato anche da un suo precedente amore omosessuale con l’amica d’infanzia. Il colpo di fulmine tra le due donne è inevitabile, improvviso, travolgente. E Todd Haynes ce lo racconta nel suo crescere, nel suo approfondirsi, nella tensione erotica fatti di sguardi, piccoli gesti, dettagli, con la sapienza del grande narratore di sentimenti. La ricostruzione d’ambiente, poi, è folgorante come la sua precedente incursione nei Cinquanta e nel tema dell’omosessualità, di Lontano dal paradiso, dove ancora una volta una donna, la magnifica Julianne Moore ci svelava tutta la violenza sotterreanea del perbenismo e del razzismo americano. In un crescendo di tensione che non molla un attimo, Haynes scandaglia l’animo delle due protagoniste con fare chirurgico (c’è anche il dramma della madre che rischia di perdere la figlia), offrendoci due ritratti femminili tra i più belli visti al cinema negli ultimi tempi, candidando sicuramente le due interpreti al palmarès. Carol arriverà nelle sale italiane per Lucky Red. Da non perdere.