“Le vele scarlatte” la favola femminista (e letteraria) di Pietro Marcello arriva in sala

In sala dal 12 gennaio (con 01 Distribution) “Le vele scarlatte” il letterario nuovo film di Pietro Marcello che ha aperto la Quinzaine des Réalisateurs a Cannes ed è passato anche alla Festa di Roma. Liberamente ispirato all’omonimo romanzo dello scrittore russo del XX secolo Aleksandr Grin, è una favola romantica e femminista che fa compiere un passo in avanti nel suo percorso artistico al regista casertano. Straordinario il cast, interamente francese con il cammeo di Yolande Moreau …

Da Jack London (1876 – 1916) ad Aleksandr Grin (1880 – 1932). È il momento della letturatura dei grandi ideali socialisti per Pietro Marcello. Prima un autentico capolavoro del Novecento come Martin Eden portato al cinema (con più di un’incertezza) in salsa napoletana con Luca Marinelli. Ora un testo decisamente meno visitato come Le vele scarlatte, sorta di favola pacifista dello scrittore russo che proprio quel suo antimilitarismo romantico ha pagato, prima con gli Zar e poi con Stalin, con l’esclusione sociale e la morte in povertà.

Stiamo parlando de L’envol, il nuovo film del regista casertano che ha avuto gli onori dell’apertura della Quinzaine des Réalisateurs, la sezione più combattiva del Festival di Cannes. Ed ora è passato alla Festa di Roma.

Una coproduzione a maggioranza francese e primo film in francese (e su commissione) di Pietro Marcello che ispirandosi liberamente a Grin (la sceneggiatura è sua, di Maurizio Braucci e Maud Ameline), firma un nuovo tassello, davvero nuovo del suo talentuoso percorso artistico cominciato quindici anni fa  attraversando l’Italia dell’umanità dolente a bordo dei treni notturni.

Diversamente da molti suoi colleghi baciati dal successo e impegnati in piccole variazioni dello stesso film, Marcello si mette in gioco anche stavolta rinnovando il suo stile già così personale (la manipolazione artistica del repertorio in primis) al servizio di una messa in scena di rara eleganza, di atmosfere musicali alla Jacques Demy e di un cast strepitoso (tutto francese), in cui risplende tutta la massiccia fisicità di Raphaël Thiery e la grazia volitiva della giovane Juliette Jouan. Rispettivamente padre e figlia.

Lui tornato dal fronte della Grande guerra, provato nel corpo e nell’anima. Lei la sua bambina (la vediamo crescere nel corso del film) rimasta orfana a causa di una violenza subita dalla madre (uno stupro) e allevata come una figlia da Adeline (la grande Noémie Lvovsky) in quella fattoria poverissima e isolata chiamata con disprezzo dai paesani “la corte dei miracoli”.

Nella miseria assoluta di quel mondo ai margini le mani nodose di Thiery sono l’unica fonte di sussistenza. È un artigiano abilissimo, lavora il legno con la grazia di un pittore eppure il lavoro non è mai abbastanza. Straniero per l’intero paese è messo ai margini, così come quella sua figlia sempre più bella ed avvenente che paga la sua voglia di libertà col disprezzo della comunità bigotta e perbenista che la vorrebe, se ancora fosse possibile, sul rogo come strega.

È un film di “femmine” più che “femminista” dice Pietro Marcello. Ma il sottotesto dalla parte delle donne è più che esplicito. Canta i versi de L’Hirondelle la bella Juliette, una delle poesie di Louise Michel, grande rivoluzionaria della Comune di Parigi. E ad omaggiarla è anche la presenza di un’icona del cinema francese come Yolande Moreau – lei sì nei panni di una strega – che all’icona della letteratura rivoluzionaria di fine Ottocento ha già prestato il volto nel provocatorio film ammazza-padroni della coppia Gustave Kervern, Benoît Delépine (Louise-Michel, appunto)

Canta e suona il pianoforte nell’attesa del “miracolo” Juliette che sa bene dovrà compiere con le sue mani come le ha insegnato suo padre con le parole dello stesso Aleksandr Grin. All’arrivo del principe azzurro (l’avventuriero Louis Garrel) che arriva immancabilmente come in ogni favola che si rispetti, sarà lei infatti a prendere l’iniziativa. E a schioccare il primo bacio sulla bocca del ragazzo riluttante.

L’uscita in sala di L’envol è attesa in autunno, con ogni probabilità in contemporanea con la Francia. Tenetelo a mente.