Madre e figli contro i servizi sociali tedeschi. Un orrore del XXI secolo nel film di Livia Bonifazi e Franco Angeli

Appuntamento il 14 luglio (ore 21) nella sala Carlo Lizzani del complesso di S. Domenico a Fondi (LT) con “Kindeswohl, il bene del bambino” , il coraggioso film di Franco Angeli con (la sempre straordinaria) Livia Bonifazi che denuncia il drammatico caso vissuto da Marinella Colombo, madre italiana di due bambini che le sono stati sottratti dai servizi sociali tedeschi (Jugendamt) dopo la separazione dal marito tedesco. Un obbrobrio giuridico poco conosciuto dal grande pubblico che non si pensava potesse ancora esistere nell’Europa di oggi …

Un soggetto come quello di Kindeswohl, il bene del bambino, frutto di una lunga ricerca che l’attrice Livia Bonifazi ha trasformato prima in un potente monologo teatrale e a seguito nel film, diretto anche stavolta da Franco Angeli (compagno di vita e d’arte della talentuosa interprete),  farebbe di certo gola al cinema americano tanto si presta ai canoni del dramma familiare e a una sana indignazione civile.

Viene in mente un film come Changeling di Clint Eastwood (2008), che si muove su un terreno simile toccando gli stessi tasti ultrasensibili, come avviene quando una madre si vede sottrarre un figlio e deve combattere per riaverlo. In quel caso si trattava di un rapimento. Qui si tratta di un caso un po’ più complicato, che però vale assolutamente la pena denunciare e far conoscere al pubblico trattandosi di una vera e propria mostruosità giuridica.

Pochi conoscono infatti il nome dell’istituzione tedesca Jugendamt, che si occupa della sorte dei figli di genitori separati quando uno dei due non è di nazionalità tedesca. Il film è frutto di un’inchiesta durata molti anni ed è quindi un film-verità che, pur essendo affidato alla recitazione di un’attrice di valore come Livia Bonifazi e a due soli comprimari, sceglie di svolgersi interamente nell’unità di tempo – lo sfogo della donna che ricostruisce l’intera vicenda in una drammatica audizione davanti al giudice (Giovanni Guardiano) e al trascrittore del verbale (Mario Patanè) – e di luogo, una stanza del carcere di San Vittore.

Questa scelta coraggiosa non toglie nulla alla drammaticità della storia realmente accaduta e che ha visto protagonista la signora Marinella Colombo. La quale, dopo la separazione dal marito tedesco avvenuta nel 2008, si è vista sottrarre i due figli di 8 e 4 anni senza alcuna giustificazione plausibile, e senza tenere conto della loro volontà, in base a un criterio del tutto privo di fondamento giuridico (e umano) che avvantaggia la controparte tedesca.

Peraltro, quando vengono applicate queste forme di violenza legale, non si può fare a meno di pensare a certe forme di discriminazione (non importa se razziale, etnica, nazionale o di qualsiasi altro genere) che si pensava appartenessero a un passato remoto.

Ciò che davvero colpisce in questa vicenda è la noncuranza con cui vengono toccati legami viscerali come quelli di una madre costretta a rinunciare ai propri figli, e quelli dei bambini, vittime di una legge e di un’istituzione che prescindono totalmente dai loro desideri. Non meraviglia dunque la scelta della signora Colombo quando, mossa dalla disperazione, ha deciso di portare con sé figli a Milano dopo un coraggioso blitz in Austria e in Germania, finendo così nelle maglie della legge italiana oltre a quella tedesca con l’accusa di avere rapito i propri bambini.

La storia di Marinella Colombo non è un caso isolato e, insieme ad altre, è finita sotto la lente del Parlamento europeo e degli organismi internazionali che si occupano di diritti umani. Meraviglia che non sia stata portata all’attenzione dell’opinione pubblica con il giusto rilievo e che non sia stata oggetto di revisione né a livello bilaterale nei rapporti fra Italia e Germania né a livello di legislazione transnazionale.

Il film si conclude con le strazianti immagini dei due bambini, girate di nascosto durante uno degli incontri semiclandestini con la madre, durante il quale lei e i suoi figli giurano tra le lacrime di non lasciarsi mai più.

Del regista Franco Angeli abbiamo già potuto apprezzare La rentrée, La vera storia di Luisa Bonfanti, il doc collettivo Lettere dalla Palestina, e Lospazio inquieto dedicato allo zio pittore.

Presentato come Evento speciale al Bif&st 2022 e in anteprima a Milano nella sede del Parlamento Europeo, Kindeswohl, il bene del bambino è portato in tour attraverso l’Italia dagli stessi autore e interprete, spesso accompagnati anche da Marinella Colombo. Tenete d’occhio la pagina Facebook del film per non mancare il prossimo appuntamento nella vostra città.