Marco D’Amore e Toni Servillo nella Napoli di Ermano Rea. Fine riprese per “Caracas”


 

La Napoli di Ermanno Rea torna protagonista al cinema. Dopo Nostalgia di Mario Martone, ispirato all’omonimo romanzo testamento del grande scrittore partenopeo, ora è la volta di Napoli ferrovia a cui si è ispirato Marco D’Amore per il suo nuovo film da regista (e coprotagonista insieme a Toni Servillo), Caracas.

È questo il nome del protagonista: cinquantacinque anni, nato in Venezuela, il re della zona della stazione. Ha il cranio rasato e le idee razziste di un naziskin, si sta convertendo all’Islam, detesta i ricchi, gli americani e i comunisti, ma appena può aiuta gli sconfitti, i senzaniente.

L’io narrante – nel libro – è un giornalista quasi ottantenne, tornato a Napoli dopo moltissimi anni. Conosce Caracas, insieme al quale percorre il cuore più inospitale della città. I loro giri notturni sono un viaggio a ritroso nel tempo, gli anni Quaranta e Cinquanta, ma anche l’epoca dei nonni e bisnonni, e l’occasione per raccontarsi. Caracas rivive la sua disperata storia d’amore con Rosa La Rosa, irreparabilmente inquinata dall’eroina. Il narratore ripensa all’epoca in cui grandi giornalisti e scrittori avevano tentato di salvare l’anima di Napoli.

Il film, prodotto da Picomedia, Mad Entertainment (già insieme per Nostalgia) e Vision Distribution (anche distributore) è alla settima e ultima settimana di riprese a Napoli, naturalmente. La sceneggiatura è firmata dallo stesso regista con Francesco Ghiaccio.

Marco D’Amore qui alla sua terza regia dopo L’immortale e il docufilm Napoli magica, dal libro di Vittorio Del Tufo, parla di “un film che non risponde a un solo genere” ma ha “l’ambizione di essere d’azione, drammatico, d’amore, politico, profondamente sentimentale”.

E parte da “un grande, necessario, tradimento perché il libro di Rea è come un diario di viaggio – prosegue -. Nel film cambiano le dinamiche, le modalità d’incontro dei personaggi, ma abbiamo conservato quello che Rea di fulminante ci aveva regalato, le entità dei protagonisti, il suo viaggio intimo e privato oltre la storia”.

Toni Servillo è nei panni di Giordano Fonte “che dopo molti anni torna nella sua Napoli, nella quale compie un percorso di riscoperta”. Mentre lo stesso Marco D’Amore è in quelli di Caracas, “la sua guida turistica, un uomo di estrema destra che sta per convertirsi all’islamismo”.

A fare da sfondo una Napoli che per molti “sarà irriconoscibile”, raccontata “nelle sue contraddizioni e nella sua multiculturalità, con donne e uomini che vengono da ogni parte del mondo”. Una “Napoli aperta, che sarà esplosiva nel film”, tra più etnie e lingue: comunità che d’Amore ha incontrato e coinvolto nelle riprese.

Caracas, il suo personaggio, conclude l’attore-regista unisce in sè “due percorsi molto diversi, uno estremamente politico l’altro totalmente spirituale”.  D’altronde Napoli è la città italiana dove ci sono più conversioni all’Islam, “7 nuovi islamici napoletani al giorno” ricorda D’Amore che ha girato anche nella prima e più grande moschea della città, a pochi passi da Piazza Mercato.