Quando il (grande) cinema italiano era di sinistra. Nuova tappa del progetto AAMOD
Da Il cammino de la speranza (1950) di Pietro Germi a La “follia” di Zavattini (1981) di Ansano Giannarelli, da Todo Modo (1976, nelle foto) di Elio Petri a Il sospetto di Maselli (1976) di Citto Maselli. Non sono che alcuni dei titoli che hanno fatto la storia del cinema politico italiano e che saranno (ri)proposti nella rassegna La sinistra cinematografica in Italia 1950/1990 in programma a Roma (tra la Casa del cinema e l’Aula Parco dell’Università di RomaTre) dal 6 all’11 dicembre.
Una nuova tappa, la quinta per l’esattezza, de “Il progetto e le forme di un cinema politico” curata dal gruppo di studio e lavoro dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico che per questo nuovo appuntamento, anche per la concomitanza coi 100 anni dalla nascita del PCI, ha voluto riflettere sulle relazioni tra i partiti della sinistra (quello comunista e socialista) e le loro scelte nel campo della politica culturale e il mondo del cinema italiano.
“Riflettere sul rapporto – molto stretto – intercorso tra la sinistra e il cinema italiano a partire dagli anni cinquanta significa analizzare una relazione proficua ma anche molto contrastata nei vari passaggi della storia dell’Italia repubblicana, dagli anni duri della guerra fredda fino all’autoscioglimento del PCI”: questo il pensiero della squadra di studiosi composta da Dario Cecchi, Marco Maria Gazzano, Antonio Medici, Alma Mileto, Pietro Montani, Claudio Olivieri, Ivelise Perniola, Giovanni Spagnoletti, Ermanno Taviani, Maurizio Zinni, coordinata da Paola Scarnati e con la partecipazione e l’impegno del presidente della Fondazione AAMOD, Vincenzo Vita.
Qui tutto il programma della rassegna
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