Quei tartari che sono dentro di noi. Aspettando Buzzati nel carcere-fortezza
Passato alla Festa di Roma, “Fortezza” di Ludovica Andò ed Emiliano Aiello, liberamente ispirato al metafisico libro di Dino Buzzati, “Il deserto dei tartari”, già messo in scena come pièce. A indossare i vestiti militari sono gli ottimi attori-detenuti del carcere-fortezza di Civitavecchia che hanno anche collaborato alla scrittura e che hanno vissuto il testo dello scrittore come metafora della istituzione penitenziaria. Compresa la sensazione di vedere consumata inutilmente la propria vita …
Chissà come doveva soffrire il bellunese Buzzati – lontano dai suoi vecchi boschi e dalle lunghe passeggiate tra i suoi monti – costretto al chiuso a Milano dalla notturna routine redazionale.
“Spesso avevo l’idea che quel tran tran dovesse andare avanti senza termine e che mi avrebbe consumato così inutilmente la vita”. Ha raccontato il giornalista-scrittore a chi gli ha chiesto come gli fosse mai venuto in mente Il Deserto dei tartari.
Sentimento comune, anche se, naturalmente, con valenze e pesi diversi, che dal 1940, epoca in cui uscì il romanzo, ha attratto molto il cinema. Di trarre un film da quell’opera ci hanno provato Antonioni e Jancsó , ma solo nel ‘76 del secolo scorso c’è riuscito Zurlini col suo ultimo film. E questo quando Jacques Perrin, che ne è l’interprete e anche coproduttore, scovò in Iran una fortezza perfetta, poi scomparsa per sempre dopo un tremendo terremoto nel 2003.
Con aderenza indubbia al tema ora un’altra Fortezza si apre al cinema. È quella ottagonale che Pio IX nel 1864 fece costruire nella zona del porto di Civitavecchia. Penitenziario che ora ospita 80 detenuti di cui 10 di loro, indossando vestiti militari, sono gli ottimi attori del film liberamente ispirato al metafisico libro di Dino Buzzati.
Diretto da Ludovica Andò, regista-educatrice che da anni lavora nelle carceri, ed Emiliano Aiello, Fortezza – scritto con la collaborazione dei detenuti che l’interpretano e che hanno vissuto Il deserto dei tartari come metafora della istituzione penitenziaria – ha fatto i suoi primi passi come lavoro teatrale che ha debuttato nella IV Rassegna di Teatro in Carcere.
Ora il film, prodotto da Compagnia Addentro/Associazione Sangue Giusto con CPA-Uniroma 3, dopo un’anteprima a Civitavecchia, è stato presentato al Maxxi incluso nella Festa per il sociale e per l’ambiente della Festa del Cinema di Roma.
E quanto c’è di Buzzati in questa nuova fortezza? Di certo la sensazione di vedere consumata inutilmente la propria vita; c’è il rischio dell’abitudine alla noia; ma anche quanto gli urli dei gabbiani possono risultare insopportabili, come certe disposizioni incomprensibili in questi luoghi dove tutti, o comunque in buona parte, pensano: “sono qui per sbaglio”.
E quanti, se escono in “licenza”, hanno paura di non farcela a star fuori perché non reggono più, ormai si sentono stranieri, tagliati fuori dal mondo perché hanno preso un’altra strada.
La scena più commuovente è quella in cui un milite recluso pensa sdraiato a una lettera da scrivere alla mamma. Che ha due versioni: una che parla di malinconia, squallore, assurdità. Che non verrà mai spedita. L’altra che nasce solo per rassicurare e dare un senso al non senso della sua vita.
Lettere che, a parte i carcerati, fanno pensare a quanti espatriati mandano e hanno mandato ai proprio cari lontani per tranquillizzarli.
Fortezza si apre con un ritocco: tick tack, più volte scandito dalla bella faccia di un uomo. “Il tempo passa inesorabile e non fa’ sconti a nessuno – ci dice in primo piano -. Correre ti porta a commettere errori. Il tempo non lo devi combattere: ci devi convivere. Qui non si corre. C’è però spazio per se stessi”.
Un’occasione per scoprire, per chi riesce a coglierla, che i minacciosi tartari che nel romanzo e nel film si aspettano con esasperazione, con la speranza di poterli finalmente combattere, li abbiamo già dentro di noi.
21 Febbraio 2016
Nel mezzo del cammin di nostra vita… Depardieu si perde nel bosco
Gérard Depardieu si perde nel bosco. È questa, non in sintesi, la trama e la…
16 Luglio 2016
Sono Ophelia e sono stufa di annegare…
È "Ofelia non annega" il film della videoartista Francesca Fini, una rilettura…
2 Luglio 2015
L’Agente speciale Hawke in viaggio nel tempo
È Predestination, il nuovo film di fantascienza dei fratelli Spierig con Ethan…