Ancora un Jo Nesbø. Dalla Mostra alla sala (per tre giorni) il letterario “The Hanging Sun”

Breve passaggio in sala dal 12 al 14 settembre con Vision Distribution per The Hanging Sun di Francesco Carrozzini. Ancora un thriller tratto da Jo Nesbø e ambientato su un’isola norvegese, dove il sole non tramonta. Ma il film potrebbe essere una serie, segue binari scontati e sembra fatto apposta per approdare in streaming. Cosa che farà, su Sky, dopo l’arrivo al cinema e dopo il passaggio alla Mostra 79 …

Si chiude nel segno della letteratura, la 79ª Mostra del Cinema di Venezia, così come era iniziata il 31 agosto, aprendo con White Noise di Noah Baumbach. A fare da coda del festival è The Hanging Sun di Francesco Carrozzini, tratto da Sole di mezzanotte di Jo Nesbø, pubblicato da Einaudi, che dell’autore thriller norvegese ha fatto una delle sue penne di punta.

Tra noir e thriller, il film si muove sui binari che abbiamo imparato a conoscere attraverso molteplici produzioni degli ultimi anni. Il filone è evidentemente tra i più redditizi in termini di pubblico abbonato, che punta su una tensione cronometrata e su una risoluzione necessaria, meglio se al lieto fine. Non a caso il passaggio nelle sale sarà breve, dal 12 al 14 settembre, per poi approdare rapidamente su Sky, produttore assieme a Groenlandia e Cattleya, con Vision alla distribuzione.

Protagonista è Alessandro Borghi, nuovamente in versione inglese, veste in cui si conferma ampiamente capace e credibile. Il suo personaggio è un killer redento, costretto alla fuga per non incappare nella vendetta di colui che si professa suo padre. Scopriremo poi che le cose sono molto più ingarbugliate, intreccio necessario per rendere la trama ancor più tesa verso uno scioglimento nel finale.

Quale sia l’attività di questa strana famiglia non è dato sapere, ci vengono dati solo gli elementi necessari, vale a dire che non prevede personaggi femminili (ci sono solo due fratellastri e un padre padrone) e che è dedita a torture e omicidi.

Il fuggitivo si ritrova in un’isola sperduta della Norvegia, dove il Sole segue altri ritmi e non tramonta mai. Tutto è chiaro, dunque, compresi gli sviluppi della trama. Con l’apparizione di una donna vessata dal marito violento (Jessica Brown Findlay) capiamo immediatamente che il lieto fine prevederà la liberazione di entrambi dalla mascolinità tossica, messa in scena in modo non poco manicheo.

Si tratta solo di aspettare che i nodi vengano al pettine. Il film riempie il tempo con qualche episodio di colore: la xenofobia del villaggetto di pescatori norvegesi, il timor di Dio e quello per l’alcool, la tenerezza del bimbo adolescente in cerca di un amico.

The Hanging Sun poteva essere una miniserie come poteva essere un film, dà l’impressione di essere sullo schermo per riempire, a seconda delle esigenze. Si appoggia sul libro ovviamente solo per la trama e resta nel solco del prevedibile, dimentico o forse disinteressato al fatto che sfocia spesso nel dimenticabile.

La Mostra del Cinema si chiude dunque così, ancora una volta con un film meno interessante rispetto al resto della selezione. In ogni caso, per ingannare una qualsiasi attesa The Hanging Sun è una buona soluzione. Forse anche per questo ci è stato proposto nella giornata segnata dalla curiosità di scoprire i vincitori di questa Venezia 79.