Scavando nel corpo teatro di Re Lear. Alessandro Preziosi porta (anche) al cinema il suo Shakespeare
Passato alla Festa di Roma “Aspettando Re Lear” rilettura shakespeariana di Alessandro Preziosi che dalle tavole del teatro diventa doc con le scenografie e la partecipazione di Michelangelo Pistoletto. Il lavoro di preparazione dell’opera e quello di scavo nel corpo stesso del testo, si fa cinema coraggioso e ambizioso al tempo stesso …
Aspettando Re Lear, documentario scritto, diretto, interpretato da Alessandro Preziosi e presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, narra in modo del tutto originale le note vicende del dramma shakespeariano tradotte nella pièce ospitata in molti teatri italiani nel 2023 e nel 2024.
Come sappiamo, Re Lear è un’opera molto complessa, con un intreccio a molti strati che tocca temi eterni e universali come il rapporto tra padri e figli, la fedeltà e il tradimento, il destino e la morte, l’eredità non solo materiale trasmessa di generazione in generazione.
L’idea di raccontare in forma cinematografica il lavoro di preparazione dell’opera e quello di scavo nel corpo stesso del testo, nei suoi significati profondi, si potrebbe quasi dire nella struttura dei dialoghi e nelle viscere dei personaggi, è al tempo stessa coraggiosa e ambiziosa.
Il gioco richiede un’immedesimazione totale degli attori nei loro ruoli teatrali (e cinematografici) – da Alessandro Preziosi che interpreta Re Lear ad Arianna Primavera (Cordelia), da Nando Paone (Gloucester) a Roberto Manzi (Kent) e Valerio Ameli (Edgar) –. E questo deve avvenire fuori e dentro il film, fuori e dentro il teatro, davanti e dietro le quinte, sovrapponendo tempi e luoghi come in un labirinto e in un gioco di specchi, andando oltre il tempo e lo spazio com’era forse negli intendimenti del Bardo.
Le scenografie degli interni in cui sono immerse le immagini del film sono state realizzate da Michelangelo Pistoletto e si dividono tra Biella e Venezia, con un rimando a quella piazza Municipio di Napoli dove per un incendio doloso nella notte fra l’11 e il 12 luglio 2023 è stata bruciata l’installazione Venere degli stracci (poi sostituita in questi giorni dalla discussa opera di Gaetano Pesce Tu si ‘na cosa grande).
Lo stesso artista e pittore, come fosse l’alter ego di Alessandro Preziosi (o di Re Lear), parla dello specchio e della sua funzione sociale, del labirinto come oggetto simbolico, della vecchiaia, della giovinezza e della saggezza, tutte dimensioni presenti in noi stessi, nel film e nella tragedia di Shakespeare. E parla anche del legame fra teatro e arte visiva, focalizzandosi sulla cornice (sull’inquadratura riferendosi al cinema) come mezzo per realizzare l’opera d’arte. Impegnativo ma interessante.
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