Sean Penn in versione Rambo contro le corporation

Adrenalina e stereotipi sullo sfondo dell’Africa sfruttata dalle multinazionali. È “The Gunman” di Pierre Morel, ispirato al celebre romanzo di Manchette, “Posizione di tiro”. Con Jasmine Trinca e Javier Bardem… Da perdere.

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Pierre Morel, regista francese affermatosi negli ultimi anni nel genere dell’action-trhiller, torna a perlustrare campi a lui già familiari, e lo fa, questa volta, ispirandosi ad un altro autore di genere, Jean-Patrick Manchette, scrittore di punta del noir francese degli anni Settanta. The Gunman, ultimo lavoro del regista che ha raggiunto la notorietà con il fortunato Taken – Io vi troverò con Liam Neeson, è infatti tratto da Posizione di tiro, giallo del 1981 pubblicato per la prima volta in Italia da Einaudi nel 1998, e considerato da molti il capolavoro di Manchette.

The Gunman prende l’avvio nella Repubblica Democratica del Congo, dove Jim Terrier (Sean Penn), ex membro delle forze speciali, è ora impegnato come contractor in un villaggio, sede di una Ong, dove si innamora di Annie, una poco valorizzata Jasmine Trinca. Dopo aver ucciso il Ministro delle Miniere su ordine dell’ambiguo Felix (Javier Bardem), Jim è costretto a lasciare il continente. Ancora alla ricerca di redenzione, otto anni dopo torna in Congo come volontario, ma è costretto a scappare nuovamente perché ricercato da sicari locali. Attraversando Londra, Barcellona e Gibilterra, Jim si mette sulle tracce dei mandanti del suo omicidio, per cancellare definitivamente i fantasmi di un passato che continua a tormentarlo.

Seguendo l’impianto dell’action-trhiller, The Gunman tiene il ritmo con scene adrenaliniche e ad alta tensione, eccedendo, però,  in stereotipi visivi e narrativi. Già a partire dalla costruzione dei personaggi. Sean Penn, alla prima esperienza in un film d’azione, sveste i panni – meritevoli di premio Oscar – del primo politico dichiaratamente gay, Harvey Milk per indossare l’insolito costume da Rambo, facendo sfoggio di ore di allenamento, muscoli e testosterone. Al suo fianco, Javier Bardem, vero “cattivo” del film nelle vesti caricaturali dell’uomo senza scrupoli, sfruttatore seriale, senza morale né pietà. Nel calderone degli stereotipi finisce anche il personaggio di Jasmine Trinca, fin troppo passivo e marginale.

Lungo un triplice piano parallelo, Morel intreccia guerra, amore e denuncia sociale. Con la storia d’amore tra Jim e Annie incastonata tra le nefandezze del corrotto governo del Congo e lo sfruttamento delle multinazionali occidentali. L’amore tra Penn e Trinca, il mercenario e la giovane cooperante, vive in una narrazione di superficiale sentimentalismo. Come pure la denuncia sociale nei confronti delle spietate corporation, pronta a cedere il passo al lieto fine che si compie con il processo giudiziario e il ritorno felice dei due innamorati nei campi di cooperazione volontaria dell’Africa più remota.