Tra la vita e la morte c’è l’amicizia. La commedia francese che non sappiamo (più) fare

In sala dal 17 settembre (per Lucky Red), “Il meglio deve ancora venire”, commedia agro-dolce della premiata ditta di drammaturghi e registi francesi, Alexandre de la Patellière e Mathieu De La Porte. Un film sulla morte e l’amicizia, sulle cose belle e quelle che ci fanno più paura della vita viste dal lato comico. Dalla scrittura impeccabile con i magnifici Fabrice Luchini e Patrick Bruel. Rassegnamoci: i francesi le commedie le fanno meglio di noi. Da non perdere …

Rassegnamoci, i francesi le fanno meglio. Non parliamo di vini, formaggi o partite di calcio ma di commedie sentimentali. Andatevi a vedere Il meglio deve ancora venire. Si ride come in Quasi amici e poi si piange a dirotto che manco in Love story. E nonostante la storia sia semplice e abbastanza prevedibile, non ci si annoia mai perché c’è molto di più di una semplice Bucket list: non pensate a Non è mai troppo tardi (Nicholson e Freeman) o a Domani è un altro giorno (Giallini e Mastandrea nel remake dello spagnolo, Truman- Un amico è per sempre).

Il meglio deve ancora venire è un film sulla morte e l’amicizia, insomma sulle cose belle e quelle che ci fanno più paura della vita viste dal lato comico. Regia e sceneggiatura sono della rodata coppia (anche a teatro) Alexandre de la Patellière e Mathieu De La Porte: ci hanno messo 7 anni dopo il successo di Cena tra amici a rimettersi dietro alla telecamera, ma se la sono studiata bene e infatti il film, è pieno di battute e riesce a smuovere anche rimanendo asciutto.

È la storia di due vecchi amici, compagni dai tempi del liceo, al severo Pensionnat Saint Croix, nel sud della Francia, Arthur (Fabrice Luchini) e Cesar (Patrick Bruel). Due persone molto diverse. Il primo è un ricercatore acuto, pungente, ansioso e pignolo fino alla noia. Cesar è un figlio di papà, che non sa fare niente ma non ha paura di niente, brucia soldi, amori e si beve la vita come a una festa mal riuscita.

Nella lista dei desideri di Arthur c’è la lettura di Proust, in quella di Cesar fare sesso con due gemelle. “Ma come abbiamo fatto a diventare amici?”, si chiede Cesar a un certo punto del film, e invece è proprio la loro diversità a rendere uno necessario all’altro: “ciascuno ammira segretamente nell’amico il suo incomprensibile rapporto con la vita”, raccontano i due autori.

Casualmente Arthur scopre che l’amico è malato molto seriamente, non gli restano che pochi mesi di vita, ma è talmente goffo e terrorizzato nel dare la brutta notizia che Cesar si convince che sia Arthur quello dai giorni contati, e si butta a capofitto nell’impresa di rendere speciale il tempo che resta all’amico.

Il gioco degli equivoci in questo caso è un drammatico inganno eppure nella prima parte del film si ride in continuazione, e mentre il precisetto indeciso scopre man mano che passa più tempo con l’amico un piglio e un umorismo che chissà dove aveva sepolto, Cesar riesce ad affrontare alcuni dei suoi demoni.

È il segreto dell’amicizia: ha anche quello che manca all’amore, la certezza. Si può spingere il limite molto più in la. Accanto a Fabrice Luchini e Patrick Bruel, che sono bravissimi, recitano Zineb Triki, Pascale Abrillot e Jean Marie Wingling. Presentato alla scorsa festa del cinema di Roma è in sala dal 17 settembreper Lucky Red.