Tutti i papi di Sorrentino. Spunta anche Bergoglio che riempie di migranti i giardini vaticani

Al via dal 10 gennaio su Sky e NOW TV, “The New Pope” seconda serie di Paolo Sorrentino ambientata in Vaticano, con John Malcovich nei panni del nuovo pontefice che subentra al Papa americano strafigo-carismatico-esaltato (Jude Law) ancora vivo e col quale deve dividere la scena. Un Sorrentino all’ennesima potenza, visionario, dissacrante tra tanto sesso gay e anche un Bergoglio (di breve durata) che riempie di migranti i gairdini vaticani …

Pio XIII, The Young Pope, il Papa giovane di Paolo Sorrentino, dissacrante e pur carico di spiritualità che ha affascinato il pubblico internazionale, sta per tornare. E con lui tornano le bellezze e le miserie del Vaticano, di quella Chiesa che già S. Ambrogio, con un celebre ossimoro, aveva definito “casta meretrix”.

Paolo Sorrentino è un regista che come pochi altri è idolatrato e detestato. Di lui ormai è stato detto e scritto di tutto. Ad esempio, l’Osservatore Romano lo ha definito autore “postmoderno” nel senso di “incredulo, cinico, esteta o ampolloso”, sottolineando che tali epiteti gli potrebbero essere affibbiati “senza incorrere nella diffamazione”.

Vero è che, specie dopo l’Oscar per La grande bellezza si sono creati attorno a lui veri e propri schieramenti di tifosi degni delle curve da stadio.

Per i detrattori Sorrentino è un abile professionista che nasconde la sua vacuità sotto un involucro formalista tanto soggiogatore quanto pesante. Per i suoi difensori è un genio indiscusso, un Fellini redivivo, più raffinato del suo maestro, che è riuscito a far luce sull’animo stordito e ammuffito della nostra epoca, sul suo cuore sporco che solo l’ansia di bellezza può curare o almeno anestetizzare.

Chi ama le mediazioni potrebbe sostenere che in lui convivono gioielli e paccottiglia. Un duello mai sopito insomma. E così sarà anche questa volta. Con un molto probabile nuovo strascico di polemiche sulla violenza con la quale, nel descrivere la realtà della Chiesa, citando appunto S. Ambrogio, indaga e indugia sul sostantivo “meretrix” molto più che non sull’aggettivo “casta”.

Via così a balletti saffici in cui si lanciano le suore sotto una grande croce luminosa, alla sovrabbondanza di relazioni omosessuali tra prelati e, soprattutto, alla caricatura di Papa Francesco trasformato in invasato pauperista che gira in sandali, contornato da giovani francescani nerboruti a guisa di guardie del corpo, che riempie i giardini vaticani di immigrati e finisce vittima di una congiura organizzata col beneplacito della Curia che rigetta la sua rivoluzione.

Lenny Belardo (Jude Law) dunque, il Papa americano strafigo-carismatico-esaltato che manda in estasi le folle e in special modo le donne, religiose o laiche che siano, in odore di santità per supposti interventi miracolosi, il 10 gennaio sbarca su Sky e NOW TV per 9 puntate da 50 minuti ciascuna.

Ma questa volta dovrà dividere la gloria con un altro Papa, Giovanni Paolo III. Già, perché da quando Joseph Ratzinger si è dimesso ed è stato sostituito da Jorge Bergoglio mandando in pensione il vecchio adagio “morto un Papa se ne fa un altro”, la realtà è questa.

Ed è proprio questo – la coesistenza di due Papi – il nocciolo della nuova attesissima stagione già presentata a Venezia. In estrema sintesi: proprio a Venezia, ove aveva avuto il malore che aveva chiuso la prima serie, giace in coma ormai da molti mesi Pio XIII, implorato in strada da folle oranti in veglia perenne e amorevolmente curato su un lettuccio da una suorina che ogni giorno lava il corpo atletico di Jude Law accarezzandolo con una spugna mentre gli rivolge languidi sguardi invero poco pudichi.

Da lì parte tutta la storia perché in Vaticano i Cardinali che contano, sotto la regia del Segretario di Stato Cardinale Voiello (uno strepitoso Silvio Orlando) decidono di rompere gli indugi e convocare un Conclave per eleggere un nuovo Vescovo di Roma. Si scatena ogni sorta di lotta, fra ricatti e doppiezze di ogni genere, in un mondo ove ciascuno ha un segreto da nascondere, e dopo una parentesi con Papa Francesco II, brevissima e tragica nella conclusione, che rievoca vicende del passato rivisitate in chiave di romanzo giallo, si giunge finalmente con un nuovo Conclave alla elezione di Giovanni Paolo III che ha il volto austero e affascinante di John Malcovich.

Inutile dire che a un certo punto i due papi, profondamente diversi sotto ogni aspetto, dovranno venire a confronto diretto perché – miracolo? – dopo un anno Pio XIII si risveglia dal coma …

Pur avendo visto solo tre puntate l’impressione è che Sorrentino questa volta abbia voluto superare sé stesso raggiungendo vette assolute nella ricerca di immagini indimenticabili, anche se spesso leziose, avvalendosi della maestria di un direttore della fotografia come Luca Bigazzi, con paesaggi mozzafiato, geometrie perfette, primi piani che rimandano ai grandi pittori del Seicento.

Le ricostruzioni degli interni vaticani, della Cappella Sistina in scala uno a uno, di piazza San Pietro, lasciano assolutamente a occhi spalancati per l’ assoluta perfezione, dovuta alla grandiosità dei mezzi che sono stati profusi senza alcun limite. Così come non si possono non ammirare le stupende inquadrature degli interni, sia del castello inglese ove risiede il cardinale sir John Brannox-John Malcovich, sia il cupo interno del sontuoso palazzo veneziano, (Ca’ Dario, sul Canal Grande, sembra di capire dalla sfiga che, secondo una credenza popolare, perseguita i suoi abitanti).

Tutto è opulenza, ricchezza e tanta tanta bellezza. Talmente tanta da diventare talvolta perfino troppa, come una bevanda squisita che finisce per dare alla testa. Con la forza di una mega produzione alle spalle, (è una serie originale SKY-HBO-CANAL +, prodotta da Lorenzo Mieli e Mario Gianani per Wildside, parte del gruppo Fremantle, e co-prodotta da Haut et Court TV e The Mediapro Studio. Il distributore internazionale è Fremantlethe) tutto, o quasi, è stato possibile.

Le cifre di The New Pope sono infatti da kolossal assoluto: 22 settimane di riprese, 103 attori, 9000 comparse, 140 troupe, 4500 costumi e via enumerando abiti religiosi e civili, gioielli, scarpe e ogni genere di oggetti. Per non parlare dello sforzo profuso nella ricostruzione degli ambienti interni ed esterni.
E dunque “venghino signore e signori, lo spettacolo va ad incominciare!”.

Ci sarà anche l’occasione di vederla al cinema per il pubblico di Milano (Anteo), Roma (4 Fontane) e Napoli (Delle Palme) con Vision Distribution che dal 13 genaio, ogni lunedì successivo alla messa in onda, la porterà in sala.