Venezia, l’Otello di Orson Welles 60 anni dopo

La versione restaurata dalla Cineteca Nazionale sarà presentata al Festival. Il film era in Concorso nel 1951, ma la proiezione saltò. La tragedia di Shakespeare, nella storia, fu trasposta da molti cineasti…

otello IMG_7671 - Copia

Al Festival di Venezia c’è anche Orson Welles. Nel centenario della sua nascita la Mostra 2015 dedica al grande autore statunitense l’intera giornata di pre-apertura, il primo settembre, presentando due suoi capolavori “veneziani” di ispirazione shakespeariana, eccezionalmente recuperati e restaurati :  Il mercante di Venezia (1969, film considerato perduto) e Otello (1952), dal titolo originale The Tragedy of Othello: The Moor of Venice. 

Quest’ultimo, in particolare, si tratta di una delle opere più controverse di Welles: già nel 1951 Otello doveva essere in Concorso a Venezia, ma l’autore lo ritirò all’ultimo momento. Alla vigilia della proiezione, infatti, il regista convocò una conferenza stampa annunciando che la copia non era ancora pronta: da qui il ritiro e la presentazione al successivo Festival di Cannes, in un’altra versione più corta e in inglese che vinse il Grand Prix.
Oggi la versione italiana del film arriva al Lido per la 72esima edizione della Mostra, esattamente 64 anni dopo la proiezione saltata negli anni ’50. Una sorta di “risarcimento” per l’opera, e insieme un debito che Venezia ha deciso di pagare. Insieme al film, la Cineteca Nazionale pubblica anche il volume L’Otello senz’acca di Alberto Anile, che racconta le peripezie alla base della versione italiana e i numerosi problemi affrontati sul set.

Welles lo girò dopo Macbeth (1948) e prima di Rapporto confidenziale (1955): la sua stella si era già accesa con i primi capolavori, ovviamente Quarto potere (1941) – a cui rende omaggio la locandina delle Giornate degli Autori (qui sotto) – e L’orgoglio degli Amberson (1942), eppure incontrò molte difficoltà nell’arco delle riprese.

venice days

Otello è interpretato dallo stesso Welles, una delle sue prove d’attore iscritte nella storia, mentre il ruolo di Iago è affidato a Micheál MacLiammóir e Suzanne Cloutier veste i panni di Desdemona. La realizzazione durò tre anni, fu ripetutamente bloccata per motivi economici, e infine Welles decise di completare la pellicola impegnando il compenso ricevuto per Il terzo uomo (1949), il capodopera di Carol Reed che lo vede protagonista.
Quella di Welles è forse la più celebre, ma non certo l’unica trasposizione della tragedia di William Shakespeare del 1603. L’archetipo del Bardo è presente fin dal muto: la prima versione senza parole è Othello di Emil Jannings (1922).

Ci provò anche l’Unione Sovietica: la pellicola russa si chiama Otello il moro di Venezia, diretto da Sergei Yutkevich nel 1955. Poi, entrando nel pieno secondo Novecento, anche Laurence Olivier fu Otello nell’omonimo spettacolo teatrale del 1965, filmato per il cinema dai registi Barton, Burge e Dexter.

Lo specialista inglese Oliver Parker, esperto di classici come Un marito ideale e L’importanza di chiamarsi Ernesto, fornì la sua versione nel 1995, Othello con protagonista Laurence Fishburne e la presenza pesante di Kenneth Branagh come Iago. E via con alcune riscritture postmoderne, vedi O come Otello di Tim Blake Nelson (2001) che ambienta la vicenda in un’università americana di oggi, oppure Othello di Geoffrey Sax (2001) che rende il protagonista un commissario di polizia di Londra. Dopo le distorsioni degli anni 2000, adesso si torna alla fonte: e si aspetta di ri-vedere la versione di Welles, al Lido per la prima volta.

Insieme alla nuova copia ricostruita e restaurata (per Cinemazero e il FilmMuseum di Monaco di Baviera) del ritrovato Il mercante di Venezia (The Merchant of Venice), film considerato perduto,  e che torna a nuova vita grazie al ritrovamento di nuovi materiali e della recente scoperta della sceneggiatura originale di Orson Welles nella collezione di documenti di Oja Kodar presso la Special Collection library dell’Univeristà del Michigan. Un progetto di Orson Welles del 1969 rimasto incompiuto, che avrebbe dovuto far parte di Orson’s Bag: serie di film di “viaggio attraverso il mondo” con Welles protagonista, destinati al network Tv Cbs.