Il Western (dalla parte degli indiani) di Scorsese in anteprima mondiale a Cannes 2023
Sarà presentato in anteprima mondiale, il 20 maggio, a Cannes 2023 “Killers of the Flower Moon” il nuovo film di Martin Scorsese, dal romanzo-reportage (“Gli assassini della Terra Rossa”, 2017, Corbaccio) di David Grann, scrittore che ha già ispirato il cinema (“The Old Man & The Gun”, “Civiltà perduta”). Il libro e il film affrontano una pagina oscura della storia americana: l’omicidio degli indiani osage, nell’Oklahoma dei primi anni Venti, per accaparrarsi il petrolio di quelle terre. Con Leonardo DiCaprio, Robert De Niro, Lily Gladstone, Jesse Plemons. Il film nelle sale italiane dal 19 ottobre con 01 …
Chi uccide gli indiani della tribù Osage, nell’Oklahoma dei primi anni Venti, guarda caso dopo che nel loro territorio sono stati scoperti giacimenti di petrolio? Si tratta di uno dei primi (veri) casi eclatanti affrontati dall’FBI, come ci narra il libro Killers of the Flower Moon (2017) di David Grann, alla base del nuovo film di Martin Scorse che sarà presentato in anteprima mondiale nella Selezione ufficiale del Festival di Cannesil 20 maggio.
Il romanzo di Grann (pubblicato in Italia da Corbaccio col titolo Gli assassini della Terra Rossa) è un soggetto forte, di quelli che affondano il coltello nelle piaghe della contraddittoria società americana: tra reportage storico e thriller investigativo, il libro ricostruisce infatti uno dei capitoli più oscuri di una storia già buia, quella del rapporto tra yankee e nativi.
La vicenda è di quelle che hanno del paradossale: scacciati dalle loro terre sul finire dell’Ottocento, gli osage vengono confinati in una riserva dell’Oklahoma, un’area apparentemente priva di valore, salvo (per gli indiani) quello di non interessare i “predatori” bianchi. La situazione, tuttavia, si ribalta allo scoprire che proprio quel territorio nasconde enormi giacimenti petroliferi.
Gli emarginati tra emarginati di un’intera nazione diventano improvvisamente fra i più ricchi del Paese (e non solo), girano con macchine di lusso e possono permettersi di mandare i figli in scuole esclusive. Ma la reazione ai danni degli osage, nel periodo in cui la corsa al petrolio negli Usa fa gola a individui e gruppi senza scrupoli, non si limiterà all’invidia: gli indiani diventati nababbi, con buona pace del “sogno americano”, cominciano ad essere uccisi, a decine.
Una storia vera e inquietante, emblema di una tragedia tutt’altro che terminata (pensiamo alle vane proteste dei Sioux di qualche anno fa contro l’oleodotto inquinante in North Dakota). Ma, dal racconto di Grann, emerge un’ulteriore storia ad intrecciarsi con la prima: la nascita del Federal Bureau of Investigation (Fbi), la celeberrima agenzia governativa fondata nel 1908 e protagonista assoluta dell’immaginario (oltre che della vita reale) statunitense, tra cinema, libri e altro ancora.
Quando i cadaveri osage superano la ventina, infatti, l’inchiesta viene affidata a un Fbi ancora ai primi passi e privo di notorietà, ma già diretto dall’ambizioso (e controverso) J. Edgar Hoover. L’indagine permetterà di arrivare alla vasta cospirazione dietro i delitti, non senza il supporto di una singolare task force locale guidata da un ranger in pensione e composta, tra gli altri, da un agente amerindio.
L’attesa per il film, neanche a dirlo, è già altissima anche e soprattutto per i nomi di prima grandezza coinvolti.
Oltre a Scorsese, abbiamo infatti i due protagonisti, Leonardo Di Caprio e Robert De Niro, ovvero i divi per eccellenza della filmografia dell’autore, quella più antica e quella più recente: da Taxi Driver a Toro scatenato (fino al ritorno con The Irishman) per De Niro, da Gangs of New York a The Wolf of Wall Street per Di Caprio.
Ad aumentare l’interesse, l’apporto di Rodrigo Prieto (I segreti di Brokeback Mountain, Silence, The Irishman) alla fotografia e di Dante Ferretti (Oscar per Hugo Cabret, ma anche collaboratore di Fellini e molti altri) alla scenografia. A scrivere l’adattamento, invece, uno sceneggiatore che di trasposizioni dalla letteratura se ne intende: Eric Roth, già autore degli script di Forrest Gump (dal romanzo di Winston Groom) e de Il curioso caso di Benjamin Button (dal racconto di Francis Scott Fitzgerald), tra gli altri.
L’autore di Killers of the Flower Moon, dal canto suo, ha già fornito più di una volta terreno fertile per il cinema hollywoodiano: tratti dai suoi romanzi (sempre editi in Italia da Corbaccio) sono anche The Old Man & The Gun (2018, con Robert Redford), e Civiltà perduta (2016, di James Gray, in originale The Lost City of Z).
Hanno poi destato ulteriore curiosità le dichiarazioni dello stesso Scorsese, il quale ha anticipato che il film sarà concepito come un western, trattando di indiani e di cowboy, al tempo in cui ai cavalli si alternano le automobili e la corsa al petrolio fa ripiombare la società a stelle e strisce nelle lotte (e nelle stragi) per la conquista del territorio.
Il film è una produzione Apple Studios, Imperative Entertainment, Sikelia Productions, Appian Way. Un’esclusiva per l’Italia Leone Film Group in collaborazione con Rai Cinema.
Possiamo dunque attenderci un nuovo, graffiante viaggio del regista nella storia e nell’immaginario statunitense, dove stavolta si mescoleranno il sangue dei nativi americani (da sempre) vessati e gli affari legati all’oro (nero) del mondo contemporaneo. Killers of the Flower Moon arriverà nelle nostre sale il prossimo 19 ottobre distribuito in Italia da 01 .
Emanuele Bucci
Libero scrittore, autore del romanzo "I Peccatori" (2015), divulgatore di cinema, letteratura e altra creatività.
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