Addio al regista inglese (hollywoodiano) Michael Apted. Tanto cinema di genere tra letteratura e doc



Ha fatto indossare i panni di Agatha Christie a Vanessa Redgrave, ha privilegiato i thriller letterari per il suo cinema di genere (Gorky Park su tutti), ha ritratto grandi star musicali (Sting, Loretta Lynn in La ragazza di Nashville fruttato un Oscar alla protagonista, Sissy Spacek) e grandi paladine dell’ambiente (Gorilla nella nebbia con Sigourney Weawer nei panni della zoologa Dian Fossey) ma senza mai abbandonare il cinema del reale, sua grande passione, da dove partì con quella serie tv (7 Up! ) che osservando la vita di un gruppo di ragazzini britannici ogni sette anni fino al 2019, ha segnato la storia del cinema.

È morto il 7 gennaio Michael Apted. Il regista, nato da una famiglia della middle-class di Aylesbury, nel Buckinghamshire, il 10 febbraio 1941, aveva 79 anni.

Tra i più prolifici autori inglesi della sua generazione Apted ha saputo attraversare tutti i generi cinematografici, incontrando sempre il gusto del pubblico (“Non mi ha mai appassionato dirigere film che nessuno ha voglia di vedere”, diceva) e lavorando prevalentemente ad Hollywood, dove ha saputo portare quel tocco europeo attraverso interpreti e scrittori britannici. Del resto la sua attenzione al mondo letterario segna il suo cinema fin dal debutto.

È del ’72 Triplo eco, dramma sentimentale dall’omonimo romanzo dell’inglese Herbert Ernest Bates con Glenda Jackson e Oliver Reed. Ambientata nel 1942, la storia racconta di un giovane soldato che diserta e si innamora della moglie di un contadino.

Del ’77 è un altro adattamento: Il racket dei sequestri, dal thriller, The Squeeza di David Craig su un ex detective alcolizzato (Stacy Keach) che deve cercare di salvare la sua ex moglie e sua figlia da una banda di ladri.

Con Il segreto di Agatha Christie (’79) Michael Apted arriva a celebrare la regina del giallo affrendone i panni alla straordinaria Vanessa Redgrave. Il film – dalla genesi sfortunata e con un Dustin Hoffman insofferente – racconta il giallo, appunto, della misteriosa scomparsa di Agatha Christie al culmine del suo successo.

Sicuramente tra i più riusciti e celebri adattamenti del regista inglese è Gorky Park, (’83) dal best-seller di Martin Cruz Smith, spy-story ambientata in piena Guerra fredda con William Hurt nei panni di un poliziotto moscovita che cerca di risolvere un caso di triplo omicidio, scontrandosi col temibile KGB. Apted ne fa un gustoso poliziesco unito alla love story che non difetta di violenza e scene macabre.

Meno fortunato è invece Nell (’94) dalla pièce dell’americano Mark Handley con Jodie Foster, “ragazza selvaggia” cresciuta al di fuori di qualsiasi influenza culturale. Anche Extreme Measures – Soluzioni estreme (’96), dal romanzo di Micahel Palmer incentrato sul tema della scienza senza scrupoli (uomini usati come cavie per esperimenti neurologici) con Gene Hackman tra i protagonisti, non viene troppo amato dalla critica.

Tra i suoi titoli più popolari è invece 007 – Il mondo non basta (’99), diaciannovesimo capitolo della saga nata dalla penna di  Ian Fleming e qui interpretata da Pierce Brosnan. Dall’universo letterario e soprattutto dalla storia britanica Michael Apten attinge ancora per Enigma (2001) dal romanzo di Robert Harris sui decifratori di Bletchley Park impegnati a decriptare i messaggi in codice dei nazisti. E ancora per Le Cronache di Narnia – Il viaggio del veliero (2010) dai racconti fantasy di C. S. Lewis.

Tra i suoi altri celebri titoli hollywoodiani ricordiamo Chiamami aquila, commedia romantica con John Belushi e Cuore di tuono, trhiller ambientato in una riserva indiana, realtà che Apted aveva già affrontato in un suo documentario, quel cinema del reale da dove è partito e che non ha mai smesso di amare. E di cui è è stato rappresentante anche presso l’Academy.