Addio Joel Schumacher, regista di genere e di adattamenti. Da John Grisham a Batman
È morto il 22 giugno a New York (dove era nato nel 1939) il regista Joel Schumacher, a causa di un cancro che lo affliggeva da tempo. Attivo a Hollywood dagli anni Settanta, prima come costumista (tra le sue collaborazioni quella con Woody Allen per Il dormiglione e Interiors), poi come sceneggiatore e (dagli anni Ottanta) regista, ha attraversato praticamente tutti i generi del cinema americano, cimentandosi anche con due cinecomics dedicati a Batman e diversi altri adattamenti.
Tra questi c’è l’esordio di Schumacher dietro la macchina da presa, The Incredible Shrinking Woman (1981), film di fantascienza tratto dal romanzo (1956) Tre millimetri al giorno, di Richard Matheson. Ma il momento chiave nella carriera del regista, nel bene e nel male, è sicuramente quando accetta l’ardua sfida di raccogliere l’eredità di Tim Burton per la saga sul supereroe di Gotham City (dai fumetti DC Comics), dirigendo Batman Forever (1995) e Batman & Robin (1997), rispettivamente con Val Kilmer e George Clooney nel ruolo del protagonista.
Malgrado gli sforzi e alcuni elementi riusciti (come la caratterizzazione di Uma Thurman nella parte della villain Poison Ivy), il corso di Schumacher per l’Uomo Pipistrello non convince la critica e i fan, che bocciano in particolare il film del ’97, tra le altre cose, per i toni troppo leggeri e la preponderanza di azione ed effetti digitali su atmosfere e approfondimento dei personaggi. Più apprezzato invece un altro film intriso di immaginario fumettistico e cultura pop, l’horror vampiresco Ragazzi perduti (1987), diventato un piccolo cult e citato, tra gli altri, dai colleghi Tarantino e Rodriguez.
Ma dove Schumacher ha dato il meglio di sé è forse nelle varie diramazioni del thriller: con due trasposizioni dai romanzi di John Grisham, Il cliente (1994, con Susan Sarandon, candidata all’Oscar per questo ruolo) e Il momento di uccidere (1997, con Sandra Bullock, Matthew McConaughey e Samuel L. Jackson), e soprattutto con Un giorno di ordinaria follia (1993): forse il suo film più ambizioso e discusso, incentrato sull’esplosione della furia omicida di un borghese in crisi (Michael Douglas) nel caos della metropoli americana.
Negli anni Duemila si fa notare per una nuova trasposizione de Il fantasma dell’Opera, musical di Andrew Lloyd Webber tratto a sua volta dal romanzo di Gaston Leroux. Uscito nel 2004, l’adattamento ottiene, tra le altre cose, la nomination ai Golden Globe 2005 come miglior film commedia o musicale. Tra i suoi ultimi lavori, il dramma Twelve (2010), parabola tra noir e denuncia sociale su un adolescente orfano coinvolto nel traffico di droga, tratta dal romanzo omonimo (2002) di Nick McDonnell.
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