Addio Libero De Rienzo, attore libero e ribelle


È stato un infarto a portarsi via, appena 44enne,  Libero De Rienzo, talentuoso interprete napoletano e volto amato dei nostri schermi dopo una vita spesa a inseguire il cinema. Figlio d’arte sradicato a Roma (il padre Fiore De Rienzo fu aiuto regista di Citto Maselli), lascia orfano il mondo dello spettacolo con una carriera luminosa alle spalle, dal primissimo ruolo di “Bart” nel Santa Maradona (2002) di Marco Ponti – manifesto generazionale che lo consacra alla popolarità (un David di Donatello come attore non protagonista e una candidatura ai Nastri d’Argento) – alla matura interpretazione nel Fortapàsc di Marco Risi, nei panni del “giornalista-giornalista” Giancarlo Siani stroncato dalla morsa della camorra, partenopeo come lui.

La sua arte rigorosa e scapigliata si consolida negli anni tra sceneggiatura, regia e recitazione (Sangue – la morte non esiste), lavori in tv (Nassiriya – Per non dimenticare di Michele Soavi e Aldo Moro – Il presidente di Gianluca Maria Tavarelli) e i set condivisi con i nomi emergenti del suo tempo (Jasmine Trinca e Vinicio Marchioni nella regia della Golino Miele). È Ivan Cotroneo ad adottarlo poi nella famiglia Sansone in La kryptonite nella borsa (2011), prima del balzo vero con l’eroicomica trilogia di Sydney Sibilia Smetto quando voglio (2014), storia di studenti freschi di laurea che combattono il precariato a colpi di smart drugs. Un ruolo che ne conferma il guizzo autentico e lo spessore attoriale.

Aveva ancora in cantiere Una relazione, inedita opera prima di Stefano Sardo e il Takeaway  di Renzo Carbonera, attualmente in lavorazione. Al cordoglio del web si uniscono le voci di Matteo Rovere, Stefano Accorsi ed Edoardo Leo.