Addio Michel Ciment. La critica internazionale perde un pilastro e il cinema italiano un amico
Per chi ha frequentato a lungo i festival di cinema internazionali, Cannes e Venezia soprattutto, era una presenza quasi mitologica. Alto, elegante, autorevole eppure disponibile, soprattutto con i colleghi italiani, vista la sua passione per il nostro cinema e l’amicizia con i nostri autori da antologia, Francesco Rosi su tutti.
È scomparso nella sera del 13 novembre a 85 anni Michel Ciment, pilastro della critica internazionale, direttore della storica rivista di cinema francese Positif e voce di France Inter, la radio pubblica francese, ai cui microfani per cinquant’anni ha dato voce al programma Le Masque et la Plume.
Nato a Parigi nel 1938 Ciment si è appassionato al cinema giovanissimo, cominciando a scrivere già durante i suoi studi nel 1963. Negli anni ha collaborato con tante testate e tutte di grande prestigio: Le Monde, L’Express, Le Point, Le Nouvel Observateur, La Quinzaine littéraire, Le Magazine littéraire, La Revue du cinéma e Sight & Sound.
Docente all’Université Paris VII, Ciment ha svolto conferenze e seminari in molte università francesi e all’estero. Ha pubblicato interviste e monografie sul cinema tradotte in molte lingue, in particolare su Francesco Rosi, Erich Von Stroheim, Joseph Losey, Elia Kazan, John Boorman, Theo Angelopoulos, Abbas Kiarostami, Fritz Lang, Jane Campion e in genere sul cinema americano.
Amico e straordinario studioso di Stanley Kubrick ha scritto la sua biografia con l’autorizzazione del regista. E sue sono le più importanti interviste che Kubrick ha rilasciato dopo Arancia Meccanica, Barry Lyndon, Shining e Full Metal Jacket.
Nel 1994, a Cannes, aveva ricevuto il primo premio Maurice Bessy, per il suo talento “nel campo della scrittura cinematografica”.
La Biennale di Venezia lo ricorda come “indimenticabile maestro della critica cinematografica francese e internazionale”, sottolineando che “dal 1964 fino a due anni fa Michel Ciment ha onorato con la sua ininterrotta presenza e la sua lezione intellettuale e umana la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, a cui lo legavano rispetto e passione”.
Rigoroso, puntuale Michel Ciment riferiva in un’intervista a Le Monde del 2019 “che quando si è critici non bisogna avere paura di farsi dei nemici” diversamente da quello che accade oggi, tempi in cui la critica si è atrofizzata, timorosa di non pestare i piedi a nessuno. “Io ho avuto la fortuna di essere insegnante e avere uno stipendio mensile. Questo mi ha dato un’indipendenza economica totale”.
La sua scomparsa, si legge in un comunicato del festival di Cannes, “dovrebbe ricordare a tutti noi l’importanza della sua eredità e la necessità di una critica cinematografica ardente e resistente”.
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