Ambiente & lavoro: quella sfida cruciale delle lotte operaie. È doc con “Uomini in marcia”

Uomini in marcia” di Peter Marcias arriva al cinema dal 1° giugno (con Notorious Pictures), giorno che precede la Festa della Repubblica, fondata, appunto, sul lavoro. Una preziosa raccolta di immagini e testimonianze che raccontano vita, battaglie, sconfitte e speranze di riscatto dei minatori sardi del Sulcis Iglesiente. Ma anche e soprattutto la presa di coscienza di un’intera generazione di lavoratori di tutto il paese, consapevoli della necessità di esplorare nuove strade e soluzioni in grado di conciliare ambiente e lavoro …

Quale modo migliore di festeggiare la Festa della Repubblica italiana fondata sul lavoro dell’uscita nelle sale, il 1° giugno, del film Uomini in marcia di Peter Marcias?

E, tanto per restare in tema, la distribuzione in Italia per Notorius Pictures di questo film presentato all’ultima edizione della Festa del Cinema di Roma (selezione ufficiale, “Special Screening”), sarà preceduta dall’anteprima nazionale pubblica a Carbonia giovedì 2 maggio, giorno successivo alla festa dei lavoratori.

Il film è una preziosa raccolta di immagini e testimonianze che raccontano vita, battaglie, sconfitte e speranze di riscatto dei minatori sardi del Sulcis Iglesiente (già narrati in Dinamite – Nuraxi Figus Italia da Daniele Segre, recentemente scomparso). Ma raccontano anche la presa di coscienza di un’intera generazione di lavoratori di tutto il paese su quella che è stata la posta in gioco in un momento cruciale della storia italiana, quando la difesa dell’ambiente sembrava entrare in conflitto con l’industria dell’estrazione (specie del carbone), con l’industria chimica e con quella di prima trasformazione, tutti comparti che hanno caratterizzato l’economia sarda nella seconda parte del Novecento.

Non a caso il titolo allude, oltre che al nome del regista – attento alle tematiche sociali e in particolare a all’emancipazione femminile (suo è Nilde Iotti, il tempo delle donne del 2020, con la partecipazione di Paola Cortellesi e una candidatura ai Nastri D’Argento) – alla marcia per lo sviluppo economico e dell’occupazione realizzata nel Sulcis Iglesiente dal 19 ottobre al 15 dicembre 1992.

L’evento rappresenta un vero e proprio salto di qualità nella storia del movimento operaio, che in quegli anni, insieme al sindacato, trovava il coraggio di rinunciare alla lotta per la mera difesa del posto di lavoro anche a prezzo della salute collettiva, per esplorare nuove strade e soluzioni in grado di conciliare ambiente e lavoro. Una scelta non di poco conto, anche alla luce del fatto che i lavoratori si sono conquistati con dure lotte ogni piccolo spazio di potere senza mai perdere di vista il bene comune, e più di tutti hanno dovuto sopportare i sacrifici legati a ogni fase di cambiamento.

Il documentario attinge agli archivi della Società Umanitaria – Cineteca Sarda delle sedi di Cagliari e Carbonia. In particolare sono stati utilizzati i film del regista sardo Salvatore Sardu e quelli del progetto sul cinema di famiglia “La tua memoria è la nostra storia”, attraversando un arco di tempo che va dall’inizio del secolo scorso alla fine degli anni 80.

Il resto del repertorio appartiene all’Aamod – Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, all’Archivio Luce e agli archivi Rai. Inizialmente il materiale documentaristico appare un po’ affastellato tanto è ricco e significativo, prima di trovare una direzione precisa.
Fondamentali nel sottolineare e spiegare i vari passaggi – dalle lotte in difesa dei diritti basilari alla deindustrializzazione, alle tematiche legate all’ambiente – sono le testimonianze di Laura Conti, partigiana e madre del movimento ambientalista italiano, del sindacalista e politico Giacomo Brodolini, padre dello Statuto dei lavoratori, dei segretari Cgil Giuseppe Di Vittorio e Luciano Lama, dell’ex ministro del Lavoro e giurista Gino Giugni, del cardinale Arrigo Miglio, dell’ex ministro degli Interni Mario Scelba, del regista inglese Ken Loach, del regista e sceneggiatore francese Laurent Cantet, appena scomparso.

Accompagnano il racconto le voci di Peppino La Rosa, Giampaolo Puddu, Bruno Saba, Antonello Cabras, Salvatore Cherchi e soprattutto Gianni Loy, professore di diritto del lavoro all’Università di Cagliari dal 1975 al 2014, scrittore e poeta con una rara capacità di argomentare e toccare insieme le corde della ragione e del cuore.