Apocalypse Now italiana. La guerra d’Etiopia in un libro che sembra un film

È “I fantasmi dell’impero” di Marco Consentino, Domenico Dodaro, Luigi Panella (Sellerio editore), bellissimo romanzo storico che ha poco di romanzato e tanto di storico. La guerra d’Etiopia può benissimo essere considerata il Vietnam dell’Italia fascista. E qui è raccontata come un “cuore di tenebra” italiano in cui c’è anche un colonnello “Kurtz” da eliminare. Mentre si susseguono intrighi, maneggi di gerarchi e generali e di ras e capi popolo, incendi di miseri villaggi e fucilazioni di civili…

I guerriglieri etiopi arbegnuoc insieme a Ilio Barontini

Fin dall’inizio di questo bellissimo libro, appare chiaro che si tratta di un romanzo storico che ha poco di romanzato e tanto di storico, frutto di accurate, meticolose e lunghe ricerche condotte dagli autori negli archivi e documentazioni del Ministero dell’Africa Italiana, del periodo fascista.

Tutto nasce con il ritrovamento, quasi casuale,  di un fascicolo, relativo a un’indagine condotta da un magistrato della giustizia militare dell’epoca, sul comportamento di un capitano dell’esercito coloniale a capo di una banda irregolare di indigeni, che operava nei monti dell’Etiopia occupata dagli italiani.

Le carte dell’inchiesta sul capitano Corvo, sospettato di gravi crimini di guerra, hanno spinto Marco Cosentino, Domenico Dodaro e Luigi Panella autori di I fantasmi dell’impero (Sellerio) a proseguire le ricerche e, dopo, tre anni di lavoro, gli autori si sono resi conto di avere tra le mani una storia che potrebbe essere definita il cuore di tenebra italiano.

Il colonnello Vincenzo Bernardi della magistratura militare è inviato dal viceré Graziani sui monti del Goggiam per rintracciare il capitano Corvo, con una colonna di automezzi e una scorta personale di venticinque ascari di cavalleria, le famose penne di falco considerate le migliori truppe coloniali dell’esercito italiano. Il pensiero è andato subito al  capitano Willard, incaricato dal  servizio d’informazione militare americano di trovare e eliminare il colonnello Kurtz, ormai disertore, che comanda truppe irregolari indigene nella giungla cambogiana di Apocalyspe Now.

In fondo l’Etiopia può benissimo essere considerata il Vietnam italiano: l’aviazione impiegò armi chimiche, forse peggiori del napalm e, malgrado le dichiarazioni trionfalistiche del regime, la guerriglia degli etiopi continuò  per tutti i cinque anni di occupazione italiana, fino alla liberazione da parte delle truppe inglesi, coadiuvate appunto dagli Arbegnuoc, i guerriglieri etiopi (nelle foto) che diedero battaglia agli occupanti fascisti.

In questo libro i personaggi storici si incontrano con quelli di fantasia in uno scenario di battaglie in campo aperto, intrighi, maneggi di gerarchi e generali e di ras e capi popolo, incendi di miseri villaggi e fucilazioni di civili, prigionie e fughe, fra vigliaccherie ed eroismi.

Certo le figure, tante, non hanno grande approfondimento psicologico, ma le loro storie personali ce le fanno sentire autentiche e il loro agire, coraggioso o vile, fa comunque appassionare alla storia. Mano mano che si sviluppa l’indagine viene fuori la macchinazione ordita dal generale Badoglio, capo dell’esercito da sempre fedele alla monarchia, per sostituire Graziani con un membro di casa Savoia, il duca d’Aosta.

Insomma una storia epica, di grande respiro, che potrebbe essere portata sullo schermo in un bel filmone!
Forse non è proprio il momento di grandi produzioni nel cinema italiano, ma che male c’è nel sognare un’ Apocalisse adesso? In fondo il cinema è anche sogno….