Bisognosi di like: la notte italiana di Bernini. In un libro

È “A ciascuno i suoi santi” (Chiarelettere) il nuovo romanzo dello sceneggiatore e regista Franco Bernini. Due cinquantenni in crisi d’ascolti e una ragazzina drogata di social network. Un percorso di presa di coscienza – anche attraverso l’Italia – che riguarda un po’ tutti i protagonisti della storia e propone confronti-scontri tra differenti media, generazioni, culture e persino tra uomini e donne…

Ormai chiunque scriva un romanzo, specie se a sfondo noir o giallo, mira più o meno esplicitamente a farlo diventare una storia per la tv. Per questo, fa notizia, soprattutto in Italia, se invece qualcuno racconta una storia con riferimenti al giallo che abbia la tv come soggetto, ben sapendo che proprio l’ingrediente principale da lui scelto, il Dio Auditel, pilastro dell’attuale sisitema televisivo e regolatore di investimenti per miliardi, è un vero taboo per il piccolo schermo.

Accade con A ciascuno i suoi santi, di Franco Bernini (collana Narrazioni di Chiarelettere, marzo 2017, 18 euro), ed è un esperimento interessante. Anche perché l’autore, un grande sceneggiatore (tra i suoi film più celebri, Notte italiana, Domani accadrà,  Il portaborse) e anche regista (Le mani forti), nelle pagine di A ciascuno il suoi santi mostra di conoscere le alchimie del racconto e svela le (feroci) dinamiche e i (resistibili) retroscena del mondo della tv.

L’impianto del romanzo è semplice e insieme potenzialmente scivolosissimo per quanto riguarda la credibilità della storia: una star televisiva in difficoltà, non privo di un residuo di umanità e un ex produttore assillato da famiglia e debiti, provano a salvare il loro posto al sole nel piccolo schermo ‘’taroccando’’ l’Auditel.

Sulla loro strada, in un viaggio-pellegrinaggio tra le famiglie campione reso possibile dal furto rocambolesco (ma credibile) della lista supersegreta delle case auditel, capita una giovane blogger ribelle e annoiata che prima si invaghisce dell’odiata tv e poi finisce col rifiutarla nuovamente, in un percorso di presa di coscienza che riguarda un po’ tutti i protagonisti della storia e propone confronti-scontri tra differenti media, generazioni, culture e persino tra uomini e donne.

La storia corre veloce per 30 capitoli e 280 pagine, e l’autore si mostra capace di non sdrucciolare sulla strada scelta, mescolando la descrizione sempre in chiaroscuro dei caratteri a quella dei percorsi tortuosi e sempre opachi attraverso i quali si raggiunge il successo televisivo e lo si mantiene, a una buona capacità di avvolgere il lettore con le atmosfere della storia.
Che finisce con una sequenza di colpi di scena.

Proprio le ultime pagine hanno tra i meriti quello di lasciare con il dubbio su chi sia davvero il protagonista del romanzo: se i tre caratteri descritti, o tutti noi che alla tv dedichiamo ancora attenzione, sia pure ormai svogliata e distratta da altri interessi e altri media.

Ad esempio i tanti celebrati “social”. Persino peggiori, in quanto a rischio di taroccamento – almeno secondo Bernini – di quel piccolo schermo e dei suoi protagonisti, il cui successo è ratificato da una manciata di meter distribuiti tra famiglie che neanche il barbecue rosso fiammante dato in premio a chi accetta di entrare nel panel riesce a distrarre dalle tante angosce della vita quotidiana.