Aspettando Bookciak, Azione! 2020. Cominciamo dai libri: le meraviglie dell’invisibile

In attesa di Bookciak, Azione! 2020 (la premiazione il 1° settembre alle Giornate degli Autori veneziane) presentiamo il quinto libro che farà da traccia ai bookciak, scelto in corsa durante l’emergenza Covid per la sezione speciale, Fuori sala. È “Gli occhi degli alberi e la visione delle nuvole” (Hacca edizioni) di Chicca Gagliardo e Massimiliano Tappari, una raccolta di poetiche voci enciclopediche e foto che, cambiando il senso comune del paesaggio, ci offrono infinite possibilità di inoltrarci nella natura che ci circonda, regalando ad ogni oggetto una nuova vita. Fin qui invisibile ai più …

 

L’ultimo arrivato, ma solo in ordine di tempo, dei libri selezionati per ispirare i nostri concorrenti per la speciale sezione Fuori sala, nata in corsa durante l’emergenza Covid, è pubblicato dalla casa editrice Hacca, che cura sempre opere di grande qualità ed è un libro di foto e parole (del 2016).

Si chiama Gli occhi degli alberi e la visione delle nuvole, un racconto – spiega il sottotitolo, in forma di voci enciclopediche. La prima definizione, quella che da il titolo al libro, Gli occhi degli alberi, non è una figura poetica perché gli occhi in questione esistono davvero e sono in una piazza milanese.

Una mano umana ha aggiunto un tocco alla naturale conformazione della corteccia. È la prima immagine che vediamo (Il libro è una raccolta, anzi un dialogo tra testi e foto) e da quest’immagine inizia una serie di minuscoli racconti surreali e poetici che ci conduce in una sorta di realtà aumentata.

È come se il gesto di rendere esplicita una visione personale (aggiungere le palpebre agli occhi degli alberi) fosse stata la scintilla che ha consentito a Chicca Gagliardo e Massimiliano Tappari di condurci attraverso una fessura (lunare?) in un’altra dimensione. Così inizia la voce enciclopedica dedicata agli alberi con gli occhi: ”Su ogni tronco degli Arbores videntes si aprono diversi occhi, cosicché la realtà non appare univoca, ma compone un mosaico che ne svela tutte le facce.”

E si cammina lungo questa strada che cambiando il senso comune del paesaggio ci offre infinite possibilità di inoltrarci nella natura che ci circonda. È così che osservare ora una statua, una panchina, i fili dell’elettricità, un attrezzo appeso a un muro che ricorda tanto un orecchio, la curiosa simmetricità di due onde marine o di due rami può regalare a ogni oggetto una nuova vita.

Prendiamo ad esempio la fessura lunare, che a uno sguardo superficiale può facilmente essere scambiata per uno spicchio di luna e invece… “La Fessura Lunare non è un asteroide mutante né un satellite sosia (come è stato a lungo supposto), bensì uno spiraglio che si apre nel cielo. Attraverso la Fessura nelle notti di silenzio si può scorgere con chiarezza ciò che si nasconde dietro il velo del cosmo e del tempo.”

Oppure prendete poco più avanti la voce che riguarda il tarlo del tempo: “Dopo la schiusa le larve, dotate di un resistente apparato masticatorio, iniziano da subito a scavare gallerie che penetrano sempre più all’interno. L’infestazione resta a lungo asintomatica. E quando si manifesta, è troppo tardi: i minuti e le ore si afflosciano, ingialliscono e cadono.”

O la descrizione delle macchie che vivono sul muro: «I loro corpi, sottilissimi, sono affini a quelli delle ombre e dei riflessi. Per riuscire a stare ferme, quasi senza respirare, si paralizzano. L’immobilità permette alle Macchie di mimetizzarsi tra le altre macchie del muro. La loro natura di esseri viventi passa così inosservata. E intanto con la coda dell’occhio le Macchie seguono lo scorrere sotterraneo della realtà. Per scorgere la presenza di una Macchia bisogna fissare con attenzione il fondo del muro oltrepassandolo…”.

I riferimenti a questo genere di letteratura sono tanti: dal Codex Seraphinianus alla Gnosi della fanfole di Fosco Maraiani, dai limerick inglesi, a Rodari, dalle finte voci enciclopediche di Bruno Munari sull’Almanacco a Quando la talpa vuol ballare il tango di Toti Scialoja e chissà quanti altri; a me leggendo il libro sono venute in mente le Istruzioni per avere paura a Roma di Julio Cortazar quando racconta che nelle notti di plenilunio passando per il colle del Quirinale si possono vedere le statue dei due Dioscuri al centro della piazza combattere tra di loro.

Le voci che compongono il romanzo sono molto dettagliate e piene di riferimenti e citazioni tutte utili, anche se spesso dietro il linguaggio austero c’è soprattutto un gioco, che non richiede tante spiegazioni ma piacere e abilità. E in questo caso le occasioni per lasciarsi ispirare sono davvero tante